Dopo Ring altri film horror giapponesi furono
prodotti ricevendo un discreto successo, i cosiddetti "J-Horror",
come Ju-on (2000) di Takashi Shimizu e Kairo (2001) di Kiyoshi
Kurosawa. Altre novità nell'horror vennero dall'animazione
giapponese, e la loro cultura cinematografica iniziò
ad affacciarsi in occidente.
Continuò il saccheggiamento di personaggi
dai classici del cinema horror, con remake, sequel e omaggi
a film delle precedenti decadi. Da ricordare per aver avuto
un discreto successo al botteghino sono Freddy vs. Jason (2003),
la "riesumazione" dei vecchi mostri della Universal
con Van Helsing (2004), il prequel a L'esorcista (L'esorcista
- La genesi), e altri sequel ad Halloween e La bambola assassina.
Alcuni remake degni di nota sono The Ring (2002) di Gore Verbinski
(remake del film giapponese Ring), L'alba dei morti viventi
(2004) (remake del film di Romero Zombi) e Amityville Horror
(2005) (remake dell'omonimo film).
Il genere zombie ebbe una rinascita in tutto
il mondo, anche grazie ai videogiochi. Alcuni di questi giochi
sono diventati anche film (ad esempio Resident Evil (2002)
e Silent Hill (2006)). La Casa dei 1000 corpi di Rob Zombie,
Cabin Fever di Eli Roth e il sorprendente Wrong Turn di Rob
Schmidt ripresero le caratteristiche degli anni settanta e
ottanta, con l'utilizzo dei primi metodi per spaventare.
I film horror originali di questo periodo
sfruttarono i teenager come la serie di Final destination,
iniziata nel 2000, e i film più seri di M. Night Shyamalan.
James Gunn, scrittore dei film su Scooby-Doo,
scrisse e diresse Slither. Uscito nel 2006, non ebbe molto
successo al botteghino, ma ricevette migliori recensioni rispetto
a ogni altro horror americano degli ultimi anni.
Un fenomeno particolare, ora molto comune
nei film horror, è quello di essere vietati ai minori
di 13 anni. Film come Stay Alive e Al calare delle tenebre
hanno elementi caratteristici dei film horror e alcuni considerano
il divieto troppo restrittivo. I film horror vietati ai minori
di 14 anni sono solitamente storie di fantasmi (The Ring,
The Exorcism of Emily Rose, White Noise - Non ascoltate),
mentre la maggior parte di film horror continua ad avere il
divieto sotto ai 18 anni non accompagnati (Saw - L'enigmista,
Hostel).
Saw è la serie orrorifica che inaugura
il filone torture movie (o Torture porn i cui elementi ricorrenti
sono violenza, tortura, nudità e sadismo) e diventa
il maggior successo commerciale dell'horror moderno creando
una nuova figura di mostro: L'enigmista.
L'horror britannico torna al successo con
film come 28 giorni dopo (2002), Dog Soldiers (2002), L'alba
dei morti viventi (2004) e The Descent (2005).
Le grandi innovazioni, in ambito horror, del
primo decennio del 2000 sono il già citato torture
porn e le caratteristiche che al momento si possono riscontrare
quasi esclusivamente nel cinema di Rob Zombie. Il torture
porn è un sottogenere solo in parte simile allo splatter.
Da questo mutua la violenza esposta, ma mentre il gore ha
la tendenza a mostrare il sangue, la morte violenta; il torture
movie vuole mostrare la sofferenza,
al di la degli spargimenti di sangue, e la morte è
solo l'ultima tappa di un lungo processo e comunque non è
predominante (ciò è all'opposto dello splatter).
I significati sociologici possono essere molti, al di là
del già citato abu-graib, anche l'esposizione ostentata
di video con uccisioni efferate o torture su internet (in
particolare quelli con protagonisti fondamentalisti islamici),
e dall'altra parte anche il fenomeno dei video su YouTube
che spontaneamente si portano a mostrare le sofferenze o la
violenza inutile. Da sottolineare che il torture movie, come
già aveva fatto lo splatter, non si è limitato
ad essere un sottogenere, ma ha creato un nuovo linguaggio;
molti horror di questo decennio al di là degli stilemi
classici affiancano un gusto per la sofferenza (sia psicologica
che fisica) che manca quasi completamente nei decenni precedenti;
esemplare in questo senso il remake fatto di Non aprite quella
porta. Infine è da citare il già menzionato
Rob Zombie, il quale fa un discorso particolare per quanto
riguarda storia e regia. Le tematiche sono infatti la naturale
progressione del discorso iniziato negli anni sessanta con
l'umanizzazione del mostro; il concetto viene portato alle
estreme conseguenze (per ora), con l'idea di male esteso alla
società prima che al mostro; Rob Zombie infatti mette
in scena il lato umano di figure orribili non senza ironia
nera ed eccessi; personaggi tutti calati in una società
identica a loro per metodi e comportamenti anche se con fini
diversi (nei suoi film i poliziotti non sono molto diversi
dai criminali); è quindi la società ad essere
un mostro è i devianti non sono che una sua propaggine;
il bene sostanzialmente non esiste più. Per quanto
riguarda la regia, Zombie adotta moltissimi primi piani eliminando
invece i movimenti di macchina; opta poi per una sovraesposizione
degli esterni. Il linguaggio creato da Zombie, almeno al momento,
non è però entrato nel genere horror e rimane
limitato al microcosmo del regista...