......attraversando il Tirso,si va a Cabras,
in riva al cosiddetto " Mare Pontis " (lago salato e pescoso), con le rovine d'una rocca nella quale Eleonora d'Arborea diede ai suoi sudditi la Carta de Logu. Due gruppi di nuraghi nelle vicinanze. Da Cabras si va in un paio d'ore al capo di San Marco, dove la chiesa di San Giovanni di Sinis
indica il luogo un tempo occupato dalla città di Tharros, distrutta dai Saraceni nel 1050. Vi si vedono frammenti di statue di cornici,di mosaici tratti di strade lastricate, ecc; più al sud in riva al mare, una vecchia metropoli; altri nuraghi sulla sommità del capo.
Le
donne sono in genere belle, e nel grosso paese di Cabras vicino ad Oristano,
chiamato il paese della bellezza, si trovano dei visi stupendi d'una beltà
meravigliosa e stupefacente. Però le donne a causa dei lavori a cui sono
costrette e del cattivo nutrimento, invecchiano presto, in ciò dissimili dagli
uomini che la durano arzilli fino alla più avanzata vecchiaia.
Una
delle caratteristiche dei campidanesi, che
va scomparendo sotto l'influsso del lento ma costante sviluppo civile, è
l'andar scalzi. Gli uomini hanno calzoni larghi, bianchi
corti al ginocchio non li legano che nei giorni di festa lasciando scoperte per
tutta la settimana le gambe fino al disotto del ginocchio. Cosi vanno ai
campi, ai mercati, entrano nelle
paludi, camminano, fanno tutto insomma, e corrono su e giù per i sassi e per le
rocce quando nella loro vasta e argillosa pianura ne trovano come indossassero
scarpe ferrate.