Nel luglio del 1890, aveva trentasette anni come Raffaello, van Gogh metteva fine ai suoi giorni. La sua carriera di pittore era durata appena un decennio; i quadri su cui si fonda la sua fama vennero dipinti in tre anni pieni di crisi e disperazioni. Quasi tutti oggi conoscono qualche suo lavoro: i girasoli, la sedia vuota, i cipressi e alcuni ritratti che sono diventati popolari nelle riproduzioni a colori e si possono vedere anche in molte stanze modeste. E' proprio ciò che van Gogh voleva. Voleva che i suoi quadri avessero l'effetto immediato e violento delle stampe colorate giapponesi da lui così ammirate. Bramava un'arte scevra di cerebralismi, che non richiamasse soltento l'attenzione dei ricchi intenditori, ma desse gioia e consolazione a ogni creatura umana.

da La storia dell'arte raccontata da E. H. Gobrich, Leonardo (mondadori), 1995

Sorrow, 1882, Walsall, Walsall Museum & Art Gallery. Il più celebre dei disegni di Van Gogh rappresenta il corpo dolente di Sien.

"Capisco che Michelet abbia scritto: 'La donna è una religione'", scrive Van Gogh in una lettera al fratello Theo nel 1882. Respinto da alcune donne, tra cui sua cugina, nella vita di Vincent e nella sua solitudine un ruolo importante hanno le piccole prostitute, da Sien a rachel, cui invierà il proprio orecchio tagliatodopo la lite con Paul Gauguin.Nella tristezza dell'abbruttimento vede dibattersi anime che sente affettuose e vicine alla sua sofferenza. Scrive a proposito di Sien, butterata dal vaiolo e probabilmente afflitta da malattie veneree: "Io e lei siamo due infelici che si tengono compagnia e che portano insieme un fardello".

Jean-Francois Millet, L'Angelus, 1857-1859, Parigi Musèe d'Orsay.

"L'Angelus della sera, è magnifico, è poesia", scrive vincent in una lettera per comunicare al fratello Theo il suo entusiasmo per Jean-Francois Millet.

"Io vedo le glorie del tramonto, ma vedo anche nella pianura fumante i cavalli che lavorano, poi a parte, un uomo piegato su se stesso, di cui abbiamo udito il grido dei cavalli per tutto il giorno e che cerca di alzarsi un momento per respirare. Il dramma è avvolto nello splendore. Non è una mia scoperta, è dal passato che ci giunge questa espressione 'Il grido della terra'. Così scrive Jean-Francois Millet, il pittore che Van Gogh ama maggiormente nei suoi primi anni di pittura.

Nelle scene ddi vita dei campi Millet dà immagine alle idee mistiche espresse dal letterato Michelet: "I contadini non sono soltanto la parte più numerosa ma anche la parte più forte e sana e - se si valutano attentamente tutti i fattori sia fisici che morali - la parte migliore, nel loro complesso, della nazione".

Il seminatore, giugno 1888

Nel luglio 1888 vincent scrive: "Ho una lucidità o un accecamento da innamorato per il lavoro di questo momento. questo mondo di colori è per me tutto nuovo e mi esalta straordinariamente". Le sue tele si infiammano di luce. "Ciò che l'arte oggi vuole è che l'opera sia violentemente viva, di voce alte nei colori, di un'esecuzione smagliante". "Tutti i colori che l'impressionismo ha messo di moda sono cangianti, ragione di più per impiegarli arditamente più crudi, il tempo non farà che addolcirli troppo." Attraverso i suoi colori Van Gogh sfida dunque il tempo: vuole che continuino a cantare a voce spiegata la loro gloria. Da queste ebbrezze cromatiche di Vincent traggono origine le più esaltanti avventureee del colore del nostro secolo, dai fauves agli espressionisti, e il colore verrà inteso come il solo linguaggio universale, come l'unico vero mezzo per arrivare all'assoluto.

Notte stellata sul Rodano, 1888

Fin dall'aprile 1888, van Gogh era affascinato dall'idea di dipingere cieli notturni: ad Arles esce di notte, con in testa un cappello su cui ha fissato delle candele, per studiare tutte le luci della notte, delle stelle e dell'illuminazione a gas. Nasce così Notte stellata sul Rodano, dove il giallo delle stelle si staglia sugli azzurrri del cielo, stesi come fossero piccole tessere di mosaico; gli aranci delle luci della città si riflettono sul blu dell'acqua.

Notte stellata, 1889

Notte stellata nasce invece dal desiderio di un maggiore distacco dalla veduta reale: sia il paesaggio che il cielo raggiungono un alto livello di astrazione. Nella sfolgorante cromia del cielo, la luna diventa un piccolo sole e le stelle sono gomitoli di luce.

Campo di grano con corvi, luglio 1890

"io sento le ali dei corvi battere colpi di cimbalo sopra una terra di cui sembra che Van Gogh non potè contenere la marea montante". Così scrive Antonin Artaud a proposito di questo dipinto.

Un mese prima del suicidio, ormai avvolto dalla sua profonda depressione, Van Gogh scrive al fratello Theo del suo tentativo di esprimere la "mancanza di Allegria ed etrema solitudine" dipingendo i "vasti campi di grano sotto cieli tormentati".

 

Da un brano di Paul Gauguin preso da "Scritti di un selvaggio".

Un giorno nella miniera cupa di giallo cromo esplose nella luce violenta del grisù, l'arma infallibile del padrone. alcuni uomini che stavano risalendo, agitandosi nel carbone, salutarono quel giorno la vita senza neppure bestemmiare.

Uno di loro, orribilmente mutilato, con la faccia utionata, fu raccolto da Vincent. "Niente da fare", diceva il medico della Compagnia, "è andato, salvo un miracolo o assidue cure materne. inutile occuparsene."

Vincent credeva nei miracoli, credeva nell'amore materno. Quel pazzo(perchè lo era davvero)rimase quaranta giorni al capezzale del moribondo; infaticabile, curò le sue ferite e pagò le medicine. Come un prete con conforta con la parola. Decisamente era pazzo. Quest'assurda fatica salvò un uomo già morto, un cristiano.

Quando il ferito ormai salvo scese nella miniera per riprendere il lavoro, avreste potuto vedere, diceva vincent, nelle cicatricvi insanguinate, sulla fronte gialla di terra di un minatore, i segni della corona di spine sul capo di gesù martire.

Decisamente quest'uomo era pazzo.

 

Dalla prima predica tenuta alla fine di ottobre 1876 a Isleworth, vicino a Londra da Vincent

"Una volta ho visto un bel quadro; era un paesaggio serale. In lontananza, sulla destra, una fila di colline, azzurre nel cielo della sera. In queste colline lo splendore del tramonto, le nubi grigie costellate d'argento e d'oro e porpora. Il paesaggio è una pianura o una brughiera, coperta d'erba e di steli gialli, era infatti autunno" (Giardino della canonica di Nuenen).

"Il paesaggio è tagliato da una strada che porta a un alto monte, lontano, molto lontano; sulla sua cima una città che il sole al tramonto fa risplendere. Sulla strada cammina un pellegrino col suo bastone".

"E questi incontra una donna - o una figura in nero - che richiama un'espressione di san Paolo: mesto ma sempre felice. Quest'angelo di Dio è stato posto qui per consolare il pellegrino e per rispondere alle sue parole" (Viale dei pioppi in autunno).

"E il pellegrino le chiede: "Questa strada è sempre in salita?". E la risposta è: "Certo, fino alla fine, sii attento". E di nuovo egli chiede: "E il mio viaggio dovrà durare tutta la giornata?". E la risposta è: "Dal mattino, amico mio, fino a notte". E il pellegrino allora prosegue, mesto, ma sempre felice".

"E quando ognuno di noi torna alla vita quotidiana e ai doveri quotidiani, non dimentichiamo che le cose non sono come appaiono, che Dio ci insegna, attraverso le cose della vita quotidiana, cose più alte, che la nostra vita è un pellegrinaggio e che noi siamo stranieri sulla terra, ma che abbiamo un Dio e un Padre che protegge e custodisce gli stranieri" .