LETTERE SCRITTE DA ROSA BROGGI,
LA MADRE DEL TEN. PAOLO BROGGI
Si tratta di due documenti, che potrebbero anche
far parte di un'unica lettera inviata a un capo partigiano della zona. Poichè
ciò, però, non risulta chiaro, li presentiamo come due documenti distinti.
DOCUMENTI 1
1945 A Bertagni - partigiano (scritto a penna)
Io penso che non ci sia in un campo tutto il grano e nell’altro tutto il
loglio, ma che, in ogni campo, ci sia sia grano e loglio.
E penso che due persone oneste, risalgano pure da opposti versanti, finirai
con l’incontrarsi sulla vetta.
Ma prima voglio dirvi quanto male m’abbia fatto la vostra lettera: non
sapevo che il mio Grande Figliolo fosse stato fucilato alla schiena, come un
traditore, Lui che della Patria s’era fatto una religione e scopo, che alla
Patria aveva offerto se stesso come olocausto, perché fosse salva.
"Fa, Signore, che l’Italia si salvi: se per questo occorre sangue,
eccomi: prendi il mio e quello di chi, come me, ama l’Italia : sarà gioia il
sacrificio e le lacrime delle nostre mamme saranno rugiada sui fiori della
libertà, della vera unica libertà.
Purché l’Italia viva, possa la mia penna spezzarsi e con essa il mio
cuore."
Certo nessuno di quelli che l’hanno condannato nutriva nel suo animo tanto
nobili sentimenti.
Per le accuse, sono così infami, che la loro mostruosità stessa dimostra
l’infondatezza.
Gli alpini, per salvarsi, dissero che erano stati forzati ad uscire con lui:
dissero che era uno dei più sfegatati: dissero che aveva abbattuto un
apparecchio inglese, esponendosi, allo scoperto, mentre l’apparecchio, sceso a
bassa quota, mitragliava i civili.
Che ancora oggi si possa essere così poco obbiettivi non posso crederlo.
Voglio ammettere che gli alpini, per salvarsi, abbiano caricato le tinte, ma
come devo giudicare dell’intelligenza dei vostri capi, se vi hanno creduto ?
Perciò penso che sia stato comodo pretesto fingere di credere: Lavagna non è
lontana e le vostre staffette avrebbero potuto sincerarsi sul posto: era di
guardia a un buncher sulla spiaggia, povero figliolo ! e al fronte era arrivato
due giorni prima, e mi scriveva che stava preparando la crema per tutto il
plotone, per il 4 novembre, suo onomastico e mio compleanno ! e Lazzaro Poli mi
ha detto: Io devo essere grato a suo figlio: avevo la moglie ammalata: mi fece
chiamare e mi disse: Non sono ancora arrivate le scorte, ma di quel poco che ho
ecco anche per te. E mi diede zucchero, latte in polvere, pasta, burro, e di
tutto un po’. Poi qualcuno, geloso, chissà che gli avrà detto, mi chiamò in
disparte e mi disse: - Poli, mi hanno detto che siete una spia: che c’è di vero
? –
Questo rivela la sua anima sincera e fiduciosa: se fosse stato quale
vogliono oggi dipingerlo, bastava l’accusa di spia per procedere contro un
uomo.
Le accuse poi cambiano, e si aggravano col tempo: forse la mostruosità del
delitto cerca scusanti per attenuare i rimorsi: ma quelle fatte dal Rosso ha
dovuto rimangiarsele lui stesso davanti al Bruno Menotti e al Sergio Franchi e
ai padroni dell’albergo.
Almeno non sporcarne la memoria: il mio Bambino, ch’io ho educato alla
venerazione della donna, di cui vedeva la consacrazione nella Maternità !
Bisogna che il Suo ricordo sia puro come il Suo sacrificio: e chiedo a degli
ufficiali italiani, anche se dall’altra parte della barricata, e specialmente a
voi, alpino, che cooperiate a questo: il valore merita rispetto, e un ufficiale
italiano non può negarlo, o menomarlo, o sporcarlo senza disonorarsi.
E se le vostre mani non sono sporche di sangue, se voi non siete
responsabile di tanto male, non potete rifiutarvi.
E, comunque, voglio che conosciate il mio Bambino, anche attraverso me che
gli fui mamma e maestra.
Io sono romagnola, di tendenze repubblicane.
Lontana dalla casa, prima in collegio poi maestra in Abruzzo, coincisi la
nostalgia della famiglia e del paese con l’amore ardente per l’Italia acuito
fino al fanatismo negli anni della guerra 15-18: di questo amore sono vissuta,
di questo amore ho nutrito mio Figlio: nessuna politica in noi, ma la volontà
di cooperare alla maggiore grandezza della Patria, di servirla con devozione,
con dedizione assoluta: come deve un figlio che ami e abbia a cuore la sua
famiglia.
Nessuno vuole la guerra: io personalmente penso che nessuna vittoria, nessun
guadagno territoriale possa ripagare le lacrime di una sola mamma; ma penso
anche che quando la partita è impegnata, il soldato ubbidisce così, senza chiedersi
se la guerra sia giusta o meno, se sia voluta o no. Questo se lo devono
chiedere i capi, a cui va la responsabilità: il soldato fa il suo dovere, e
solo il suo dovere.
Il Rosso raccontò le sue gesta: alpini prelevati, il mio figliolo ferito a
tradimento e l’alpino ucciso, l’attacco al comando e l’ufficiale ucciso e
ragazzi feriti: la rappresaglia ci sarà stata, certo: avreste voluto che se ne
stessero a mani in tasca a lasciarsi uccidere ?
In questi giorni io ho girato tutti i paesi per trovarvi, voi e gli altri
capi; i parroci e la gente han confessato che se non ci fossero stati gli
alpini sarebbero morti tutti: gli alpini li avevano nutriti e vestiti; non ho
sentito invece di tutte quelle sevizie che secondo voi avrebbero fatto;
ad ogni modo, tornando al mio Figliolo, quelli che si sono resi responsabili
di tanto delitto hanno fatto ingiuria al loro nome e alla loro divisa: tenere
un ufficiale italiano in un porcile, con poca paglia, nudo senza coperte;
tenerlo senza mangiare: peggio, dar, qualche volta della brodaglia in una
stagna arrugginita; costringerlo a vivere con borghesi, a sporcare nello stesso
porcile, dove erano in tredici nello spazio bastante appena a un maiale, e poi
ucciderlo, ferito, è cosa che copre d’infamia i partigiani, è cosa che sorpassa
la crudeltà dei tedeschi; andò al martirio zoppicando, con un piede senza
scarpa, nell’altro uno zoccolo che gli prestarono: i suoi scarponi avevan fatto
troppo gola e lo fecero svestire; eran presenti tutti i capi della zona ?
e come vi avrà giudicato il maggiore inglese, e come i servi russi ? forse,
forse non valeva la pena, come dite voi, di ostinarsi: io gli avrei certo
perdonato ogni vigliaccheria, purché fosse vivo, purché mi tornasse ma mi dico
che nel disprezzo in cui oggi ci tengono e di cui ci danno tante prove, forse,
forse il capitano oldan e i russi dicono anche che non tutti gli italiani son
vili: che v’è ancora chi sa dare la vita per tener fede a una parola, a un
giuramento; e mi dico anche che forse è giusto che abbiamo pagato noi che
credevamo: dar la vita senza credere è ancor più terribile; e mi dico, questo
sì, oltre tutto il dolore e il terrore, e lo spasimi, che lo preferisco vittima
che carnefice; non ho odio in me, ma so che la giustizia divina raggiungerà
tutti i colpevoli: come Marini, il diavolo nero: in quel ponte una mamma in
ginocchio l’aveva pregato per la vita del figlio: l’avrà sentita nella
spasimante agonia ?
Come vedete, una grossa barricata di idee e di sentimenti ci divide, ma come
dissi, le persone oneste s’incontrano sulla cima: E io fido d’incontrarvi, e
che mi aiuterete, poiché penso che mi possiate capire e capire il mio Figliolo.
Secondo da che lato si guardi la proiezione è differente, ma non è per
questo meno vera: la storia solo potrà giudicare e, meglio, l’amore, l’amore,
l’amore per l’Italia potrà riunirci.
DOCUMENTO 2
(E’ questo, un altro lungo scritto di Rosa Broggi, madre del Tenente Paolo
Broggi, che, forse, faceva parte della lettera inviata al Bertagni)
Anche la morte è una conquista
quando la vita è stata un’offerta
Ho ritrovato gli alpini che erano con lui di pattuglia e che con lui furono
fatti prigionieri:
"" Il nostro plotone era venuto a dare il cambio al plotone del
Vostro Figliolo = era rimasto ancora Lui con due alpini che ultimavano
l’impianto telefonico. Il nostro tenente (noi eravamo di un’altra compagnia)
aveva messo degli uomini a una postazione di mitragliatrice. Dopo qualche
tempo, andato a ispezionare, non aveva trovato più gli alpini: prelevati o
disertori ? tornò tutto sossopra e parlò col vostro Figliolo: lui si voltò
dalla nostra parte e ci disse di prendere le armi per andare per andare con
lui. Bisognava cercarli, che non fosse loro successo qualcosa. E così partimmo:
passando per Capanne chiedemmo se li avevano visti: entrammo anche nelle case
perché appena sentirono che c’erano degli alpini tutti si erano messi a
scappare: quando videro che si voleva solo chiedere notizie tornarono e ci
dissero che un gruppo di alpini era passato da più di un’ora.
Stavamo per tornare, quando vedemmo su di un sentiero il coperchio di una
gavetta: dunque erano passati di lì, e prendemmo la salita.
Di lì a poco scorgemmo sulla cima un gruppo di persone.
- Son loro – dicemmo, che si fa ? Si pensò di sparare un colpo di tapum per vedere
in che modo avrebbero risposto, ma poi decidemmo di non fare niente, di andar
su un altro po fino a portata di voce e di chiamarli per sapere le loro
intenzioni: si pensava di persuaderli a ritornare.
Fu allora che il Tenente rimandò Migliorini, perché avvisasse che li avevamo
avvistati e che fra un’ora, con loro o senza, saremmo tornati. Il tenente si
mise in testa e aveva il tapum perché il mitra l’aveva dato prima al Rigoni.
Dietro il tenente c’era il F…, poi venivo io, il Rigoni era l’ultimo.
Non avevamo fatto un dieci passi che ci arrivò una sventagliata a
tradimento. Il tenente rimase ferito al piede e il Rigoni ucciso: io feci a
tempo a buttarmi a terra; il Rigoni mi passò sopra e come cadde non si mosse
più.
I partigiani scesero e ci fecero alzare le mani; non so come cadde il
tenente: quando mi alzai era seduto e si levava la scarpa: dovette bendarsi il
piede da solo, alla meglio: I partigiani svestirono il Rigoni e lo buttarono in
un pozzo, e noi ci portarono su, al comando.
Aiutammo il tenente a camminare perché lui non poteva.
Non ci dettero nessun alt: in quattro qualcuno lo avrebbe sentito; noi
credevamo che fossero gli alpini, tanto che io pensai: - vigliacchi, ci sparano
addosso ! –
Da noi non fu sparato nessun colpo, lo giuro ! tanto che dopo, quando ci
visitarono le armi, erano ancora con la sicura.
Non facemmo nessuna prepotenza: entrammo nelle case chiedendo tanto di
permesso; non pensavamo ai partigiani; per la strada ci aveva fermato un uomo
per chiederci una cartina e ci aveva detto – Fa freddo ragazzi. Noi gli avevamo
dato una sigaretta; quello era un capo partigiano e lo ritrovammo dopo, e fu
lui che ci aveva fatto sparare addosso
Il Poli Giuseppe, detto il Rosso, ha ammesso di aver dato ordine di sparare
senza preavviso, che il tenente andava avanti, che gli alpini non spararono, ma
che avevano la pallottola in canna.
Il Ragazzo, poi, aveva fatto un corso specializzato di tiri, e non sbagliava
un colpo; invece nessun partigiano fu ferito.
E il ragazzo partì: partì al posto del fratello invalido, perché la Patria
non fosse menomata di un solo braccio. E il comandante mi scriveva: - Il suo
entusiasmo è così puro, buono, ardente, che commuove: non si può non volergli
bene –
E il capitano Sarti, dal Guri-j-Topit: E’ un alpino degno della penna: ha
già avuto il battesimo di fuoco e si è comportato magnificamente. Quando,
tagliato fuori dal grosso, dovette aprirsi la strada e ferire di pugnale due
greci, tornò da solo a raccoglierli, con un metro e più di neve, e si privò per
loro per una decina di giorni del cognac e delle sigarette,, finchè li
portarono all’ospedale; e rubava il cognac al capitano per portarlo alle
sentinelle: ogni notte faceva il giro, per quella neve alta più di lui, e le
faceva riposare e ristorare; quando il capitano, che s’era accorto del cognac e
stava sul chi vive, seppe come andavan le cose, l’abbracciò piangendo.
E tornò, e andò al corso di Bassano; e Zannoni, che sa come fosse due volte
decorato, e come fosse entrato al corso due anni prima per meriti speciali, dica
amnche quante volte ha aiutato i compagni durante l’addestramento, quante volte
s’è caricato degli zaini dei compagni durante le marce, e dei compagni stessi.
Poi venne l’8 settembre: lui era partito da casa il 5 destinato a S.Lucia di
Gorizia; era arrivato al posto il 7, non aveva ancora fatto il giuramento.
Voi approvate il sabotaggio, voi decorate i segnalatori, quelli che tutto
fecero per perdere; ma chi ha compiuto il suo dovere, che ha visto e pianto i
compagni caduti, più che per il piombo, per il freddo e per la fame, in grazia
di quei sabotatori e di quei tradimenti, non può allearsi coi sabotatori e coi
traditori; una guerra non si fa se non si deve fare; e chi sa come vanno le
cose deve denunciare alto e forte al popolo quello che non va; ma quando si è
dichiarata si cerca di vincerla; se si perde tanto peggio, ma almeno si sa di
aver fatto il proprio dovere; nelle guerre non ci sono sentimentalismi ma
interessi: non c’è il =sentita= o il non =sentita=. Io non mi sono mai sentita
schiava, ma per la mia Patria avrei dato tutte le mie libertà
E così, quando per quattro anni si è fatto il proprio dovere, dovere di
soldato che non sa di politica e di partiti, la sconfitta brucia, e se uno
qualunque, il più pazzo, ti dice che tutto non è perduto, che c’è ancora
possibilità di riscossa, chi non raccoglie la fiaccola, costi che costi ? Nel
viaggio d’internamento in Polonia, s’era fermato a bere a una fontana; un
bambino chiese alla mamma chi fosse.
= Un ufficiale italiano =
=Mamma, mi raccontava piangendo, vidi quel bambino staccarsi di corsa,
corrermi vicino, e sputarmi addosso. Sputare sulla mia divisa ! La mia divisa
di soldato ! E dovermi dire che aveva ragione, per i nostri sporchi capi, io
che ho sempre fatto il mio dovere, che mi sento come sacro quando l’indosso !
Oh, mamma, bisogna cancellare l’accusa di tradimento, bisogna che quello sputo
sia lavato, bisogna ridare l’onore al soldato italiano !
E si arruolò: semplicemente per ridare l’orgoglio e la stima alla sua
divisa, alla sua Patria; molte cose non andavano, e si vedeva, ma noi, non
politici, non abbiamo mai fatto questione di personalismi: l’idea era la
giusta. Il re ? Bagaglio ? il popolo li ha giudicati, come allora li
condannammo noi; e i fatti oggi dimostrano quanto un alleato valga l’altro, per
lo meno; e per i capi, le teste di cavolo d’oggi hanno la stessa malinconia di
quelli d’ ieri.
La partita si sapeva perduta; ma lui diceva: = Almeno tener duro, mamma, almeno fermarli ! Vedi come, fra gli uni e gli altri ci riducono questa povera Italia ! almeno fermarli e che la cosa si decida in Francia, in Germania, e che questo po d’Italia ancora in piedi non sia ridotta come il resto ! = E con questa speranza era partito per il fronte, dove si sapeva che c’erano dei negri, ma non si pensava che le spalle fossero insidiate dai fratelli. Voi dite che Mussolini li mandò a combattere contro italiani: sarebbe stato doloroso, ma non c’erano, ma almeno si sarebbero guardati viso a viso: voi non combattevate contro italiani, e alle spalle ? E non portavate divisa, e avevate nomi di battaglia, così che in un domani vi sareste comunque salvati: contro i nostri con divisa, gradi, matricola. Voi dite che non fucilavate nessuno: io posso farvi mille nomi e dirvi che tutti gli ufficiali e i sottufficiali, e spesso anche i soldati, a meno che non dessero prova di vigliacca infamia come quella di accusare per salvarsi, venivano uccisi.