Approfondimenti: come funziona il sistema di telefonia cellulare

La maggior parte delle preoccupazioni inerenti i problemi di inquinamento elettromagnetico riguardano la telefonia cellulare. Il successivo approfondimento presenta le principali caratteristiche tecniche di questo servizio (6).


La telefonia cellulare

Il sistema di telefonia cellulare, una versione ridotta delle più estese reti di stazioni radio, prende il nome dalle cosiddette "cellule" esagonali, ovvero dalle unità in cui è suddiviso il territorio, all'interno delle quali il radiotelefono risulta collegato a una particolare stazione radiotrasmettitrice. Ognuna di queste stazioni controlla un'area di raggio pari a circa 1,5-2,5 km e impiega una specifica gamma di radiofrequenze. La stessa gamma può essere usata da più trasmettitori in una grande città, a condizione che le cellule che le impiegano non siano confinanti. Quando un telefono cellulare attraversa la rete di cellule, le telefonate effettuate dall'utente vengono automaticamente trasferite da una cellula all'altra (handoff) grazie a un sistema di controllo computerizzato. Esistono diversi sistemi di telefonia mobile; tra quelli con radiotrasmissione di tipo analogico, che sfruttano la banda UHF a modulazione di frequenza, si cita il TACS (Total Access Communication System), adottato in Italia. Oggi tuttavia è sempre più diffuso il sistema GSM (Sistema Globale per le Comunicazione Mobili), fondato su un sistema di radiocollegamento digitale, meno soggetto a interferenze e in grado di gestire un più intenso traffico, a parità di condizioni della rete cellulare. Originariamente studiato come sistema europeo, si è poi esteso a diversi altri paesi del mondo.

Il telefonino, come tale, ha una ridotta emissione elettromagnetica (inferiore a 0.5 mW/cm2), ma può diventare pericoloso se utilizzato in modo assai prolungato.

Tipologia delle reti esistenti in Italia (6)

Le antenne radio-base servono per ricevere e trasmettere il segnale che giunge (o parte) dai telefoni cellulari ed il territorio deve essere coperto (suddiviso in "celle") affinché essi possano funzionare. La potenza dell'antenna è, attualmente, bassa (20-25 W) e l'emissione è direzionale: questo fa sì che i campi siano i solito di valore basso, ma per averne la certezza è bene richiedere l'effettuazione di misure dirette.

Esistono al 1° gennaio 1999 tre tipi di reti di telefonia cellulare, nel nostro paese: E-Tacs, la più vecchia; Gsm, più recente e digitale; Dcs1800, digitale, nuova e in via di espansione.
La Rete E-Tacs e la rete Gsm operano ad una frequenza di 900 MHz (megaHertz), la rete Dcs1800, o Gsm1800, opera a 1.800 MHz. I megaHertz indicano la frequenza di trasmissione (la potenza è indicata in Watt, mentre il valore del campo elettromagnetico generato, misurato in un determinato punto, è indicato in Volt/metro).

Il sistema a celle adiacenti

I sistemi radiotelefonici cellulari (E-Tacs, Gsm, Dect, Dcs e simili) sono detti "cellulari" perchè composti da celle di ricezione e trasmissione adiacenti tra loro. Ogni "cella" è una zona servita da una stazione radio base. Il passaggio di una unità mobile da una cella all'altra è gestito dal sistema centrale computerizzato, in maniera tale che non si possa avvertire durante una conversazione in movimento.

Limite fisico delle frequenze

La chiave per comprendere il sistema sta nel limite fisico delle frequenze di trasmissione e ricezione. Il sistema Gsm, per esempio, utilizza al massimo 40 frequenze (è stata richiesta in Italia l'estensione a 50) per ciascuna cella. Ogni frequenza, attraverso la digitalizzazione del segnale, consente fino ad 8 conversazioni contemporaneamente. Tutto questo significa che ogni cella ha un limite attuale di un massimo di 320 conversazioni simultanee.

Frazionamento delle celle

Per un traffico telefonico più elevato, o quando il traffico cresce e occorre un numero maggiore di conversazioni, il sistema prevede un frazionamento della cella satura in un numero adeguato di celle più piccole. Solo in tale modo il numero di conversazioni contemporaneamente possibili in una determinata area territoriale può salire, virtualmente sino all'infinito. E' quindi evidente come sia tecnicamente possibile, e anzi esattamente nella filosofia progettuale del sistema, realizzare celle molto piccole a basso impatto ambientale.

Gestori e tipologia delle stazioni radio base (6)

Alla data del 1° gennaio 1999, vi sono in Italia tre gestori di telefonia cellulare. Un quarto è in arrivo. Ciascuno di essi ha le proprie "stazioni radio base", cioè impianti composti da trasmettitori e antenne. Sono migliaia, perchè il sistema cellulare prevede una suddivisione del territorio in aree di un massimo di 30 km di raggio.

  • Tim, Telecom Italia Mobile: Gestisce una rete E-Tacs (ormai vecchia) e una rete Gsm. Si prepara a gestire anche una rete Gsm 1800. Le stazioni radio base di Tim sono, salvo casi particolari, doppie. Sono cioè antenne che funzionano per entrambe le reti. Sono di norma riconoscibili perchè composte da quattro pannelli verticali (v. figura).

  • Omnitel, Omnitel Pronto Italia: Gestisce una rete Gsm e si prepara a gestire anche una rete Gsm 1800. Le antenne di Omnitel sono attualmente per una sola rete, riconoscibili perchè composte da tre pannelli verticali.

  • Wind, Wind Italia: Gestisce una rete Gsm 1800 in sviluppo. Utilizza normalmente antenne composte da due pannelli contrapposti.

Gli impianti possono anche avere caratteristiche differenti per esigenze tecniche o di rete.

Impianti urbani e impianti rurali

La suddivisione-tipo standard è tra impianti urbani e impianti rurali, i primi di piccola potenza, i secondi di potenza maggiore. In realtà, esiste attualmente nel nostro paese una grande diffusione degli impianti più grossi. Inoltre, specie per Tim e Omnitel, appare preferita la scelta di impianti posti su strutture di supporto (tralicci) imponenti e di forte impatto visivo.
Gli impianti urbani sono indicativamente da 20-50 Watt di potenza. Quelli rurali da 80-150 Watt (ma possono essere anche più potenti). I calcoli teorici dicono sempre che il campo elettromagnetico generato, alle distanze normalmente lasciate rispetto ad edifici abitati, è nei limiti. Tuttavia, rilevazioni compiute da parte del Dipia dell'Ispesl (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza) in loco su numerosi impianti in esercizio, hanno dato risultati ogni volta diversi e, in alcuni casi, contrastanti con le tolleranze indicate dalle normative vigenti.

Campo elettromagnetico prodotto da un'antenna tipo high gain da 1000 Watt a differenti distanze ed altezze. Le distanze sono espresse in piedi. 1 piede = 30 cm

 

Webmaster: Marco Riva (Ultimo Aggiornamento: 26/08/00)