SCRITTO CRITICO
di Elena Bortolazzi
Sempre più spesso oggi l'industria si avvale dell'arte come mezzo, sostenendola ed al contempo attualizzando la propria immagine dando voce alla contemporaneità dell'espressione artistica.
Conosciamo casi in cui l'industria chiama, negli spazi che le sono propri, protagonisti dell'arte per creazioni in situ, altri in cui l'artista mette a servizio la propria ispirazione per conferire al prodotto
un'allure che lo diversifichi dal semplice oggetto di consumo.
L'evento che vede protagonisti Angelo Monteleone e Gianni Maria Tessari conferisce al rapporto tra arte e industria una valenza che lascia inalterata la specificità di entrambe, e che si va sottilmente delineando su una più ampia scala di significati.
La passione di Monteleone per l'arte e la sua sensibilità per l'estetica contemporanea lo inducono infatti a decidere di portare nella nuova sede della Soft-In le creazioni di Tessari; il piacere della fruizione, di circondarsi di 'cose belle', ma non solo, significative anche, si trasforma da solipsistico esercizio di autocelebrazione in condivisione e sistematico esercizio estetico quotidiano, e dall'ambito squisitamente privato ed elitario in cui spesso è riposto, in piacere pubblico ed accessibile.
Conferire un aspetto accogliente -che al contempo spinga a riflessione- al luogo deputato al lavoro, è indice di un tempo maturo per la consapevolezza della non frammentarietà dell'esistenza.
Dall'unità che concettualmente emerge tra il tempo dedicato al lavoro, e quello privato, esigenza dettata dalla lungimiranza non solo imprenditoriale di Monteleone, nasce l'idea di una connessione sensibile tra l'uno e l'altro. Trait d'union risultano essere non solo le tele esposte in modo permanente, che nel modo di Tessari illustrano la continuità spazio temporale recuperata all'umano, ma anche l'interazione che per questa sede è stata progettata tra opera pittorica, autore e fruitore. Nell'eventuale possibilità di inserimento nel progetto di dispositivi elettronici, interfacce e proiezioni in loop di video d'arte si cela l'intenzione di realizzare e trasformare immagini che andranno a costituire non tanto un'opera, quanto un mondo immaginifico in progress, continuamente visibile e costantemente mutevole. Così come in progressione saranno i lavori pittorici dedicati agli ambienti dell'azienda. Un'operazione che tende a porre in evidenza la più volte citata coincidenza tra arte e vita, qui messa in pratica in modo originale e contemporaneo, adattando, come fa, il contesto della produzione imprenditoriale, a quello liberatorio e connotato dal necessario respiro dell'immaginazione del mondo dell'arte.
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