La nostra storia comincia nel settembre 1946, nell'osteria do Scio Baciccia, in Piazza Bignami angolo Via Sapello, ironicamente chiamata bar Aragno in quanto ritrovo dei notabili locali come un ben più caffè romano riferimento per maggiorenti capitolini.

In quella osteria nacque di fatto il Gruppo Sportivo.

 

Il desiderio insopprimibile di stare insieme, di solidarietà dopo la tragedia della guerra, di ricostruire un tessuto sociale distrutto, può passare anche attraverso l'allestimento di una squadra di calcio. Avvenne cosi nel nostro caso, dando il via, forse inconsapevolmente, ad una stupenda avventura lunga cinquant'anni.

Dopo la partecipazione ai vari tornei rionali si iscrisse la squadra,da subito chiamata

Aragno, al campionato federale.

Nel corso di una Assemblea nel giardino della Girbana in Via Airaghi, fu costituito

ufficialmente il Gruppo Sportivo.

 

Squadra

   di 

Calcio

Aveva caratteristiche da antica società di mutuo soccorso fra gli associati, 

fu eletto primo presidente Lazzaro Pizzimbone. Ma non era facile, i protagonisti 

di allora erano molto giovani, ovviamente senza soldi, i costi pesanti da 

sostenere e non ultimo, la situazione cosi come si andava delineando creava 

qualche imbarazzo alla normale attività dell'osteria.

Alcuni dei giovani promotori avevano nel frattempo preso a frequentare ed 

amare la pallanuoto, seguendo le squadre di Voltri e Sestri e considerato che, 

apparentemente, questa disciplina costava meno del calcio, dopotutto per 

praticarla bastava il mare e poco più, che era, fra l'altro, attività strettamente 

affine a storia, cultura, e tradizioni dei Praesi. Si decise, anche a seguito della

partecipazione, come spettatori, ad una finale di campionato italiano svoltasi

 nelle acque del porticciolo di Camogli, che entusiasmò i più, di iniziare l'attività 

pallanuotistica con l'iscrizione alla Federazione Italiana Nuoto. 

Era il 1948, i G.S. Aragno esordiva sulle scene della pallanuoto nazionale, 

svolgendo da allora attività interrotta sino ad oggi, meritando nel 1992 la croce 

di bronzo del CONI al merito sportivo.

Nel frattempo la sede viene trasferita in Salita Cappelloni, in coabitazione con la banda Musicale C. Colombi, in cambio della gestione del bar. Le attrezzature per l'attività sportiva sono ospitate nei bagni Miramare ed all'insegna della precarietà inizia il lungo viaggio dell'Aragno. Un impresa titanica, i soci di allora , primi nel ponente cittadino, senza soldi, capacità tecniche specifiche e quanto altro era necessario, pensararono la loro nuova sede addirittura in muratura e sufficientemente ampia da creare non pochi ulteriori problemi.

Innanzitutto la burocrazia, già allora ostacolo ostico da superare, i gia citati enormi problemi finanziari, i progetti.

Tant'è nel 1953 si incomincia. Inventarsi, sotto la guida di alcuni esperti operai 

del settore, muratori, ferraioli eccetera, fece registrare anche innumerevoli 

episodi che se rivisitati oggi farebbero magari sorridere.

Ovviamente non c'erano gli attuali mezzi tecnici e se anche vi fossero stati l'Aragno, certamente, non avrebbe potuto avvalersene, tutto picco pala carriole e olio di gomito per quattro lunghi interminabili anni.

Come se ciò non bastasse , oltre a lavorare come muli i Soci sostenevano anche i costi dell'operazione tramite prestiti alla Società.

                                                                     Squadra

"Serie C"

1961

 

                           

                                                            

Un gruppo di uomini di straordinaria volontà, portatori di valori fondamentali, molti 

dei quali sono tutt'ora componente attiva della Società a significare una essenziale 

continuità di comportamenti, a rigorosa tutela del patrimonio morale ed ideale del 

Gruppo Sportivo.

 

                 Operai al lavoro per la costruzione della Nuova Sede

                                                                                                                   

 

 

Naturalmente le tribolazioni per tirare avanti non erano certo finite in quel lontano 1957. Gli intriti del bar sociale pur cospicui, specialmente nel periodo estivo, 

allora la spiaggia di Prà era la più bella del ponente e ben frequentata, pagati i 

debiti contratti, rimborsati via via i prestiti ai Soci, bastavano a malapena a sostenere le spese del campionato di serie C a quel tempo a carattere nazionale. 

E si che più volte la squadra avrebbe meritato il salto di categoria ed in alcuni casi sarebbe stato anche relativamente facile ottenerlo, ma la serie B è sempre stata

fuori portata per le finanze della società. E cosi fra mille difficoltà, ma mantenendo sempre fermo l'obbiettivo posto nel 1946, l'Aragno resiste, continua ad impegnare giovani e ragazzi nell'attività sportiva anche quando le recenti vicende della spiaggia e del mare, non tanto come campo di gara, gia precedentemente le norme federali obbligavano all'uso delle piscine, bensì cancellando letteralmente l'attività del bar, cespite economico fondamentale per le risorse societarie.

Inizia qui , fra minori entrate e crescenti costi la crisi tecnica dell'Aragno, crisi che rallenta  ma non ferma il cammino della Società.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

        

  Ancora Operai al Lavoro

All'inizio degli anni '80 la scettica sufficienza che aveva accolto a Prà l'inizio dei 

riempimenti a ponente e la posa dei primi cassoni per la diga foranea, cede il 

passo ad una più consapevole coscienza di ciò che stava accadendo sul litorale 

prospiciente la circoscrizione.

Nasce, coordinato dal Consiglio di Circoscrizione, il Comitato per la salvaguardia 

del litorale, una larghissima aggregazioni di forze, le più diverse, in primo piano le 

Società sportive, fra esse un ben determinato e consapevole G.S. Aragno.

Si sviluppò una lotta durissima, in alcune fasi persino inusuale, veste le caratteristiche 

dei protagonisti. Primo obiettivo l'approvazione di una variante al Piano Regolatore 

generale della città ed al Piano Regolatore del Porto che consentisse, sottraendo 

aree al costruendo bacino portuale, allora si ipotizzavano venti ettari, la relazione 

di una fascia di territorio da destinare a servizi per la città, separando fisicamente

la stessa dall'impianto in costruzione. La variante fu approvata dal Consiglio Comunale nel 1985 e, definitivamente dalla Regione Liguria nel 1990 e rappresentò oltrechè il primo  successo del movimento, la chiave di svolta della situazione. Da li lo studio urbanistico, i primi progetti esecutivi, la trasformazione del 

Comitato in Consorzio di gestione.

 

 

 

                                                                                     

                                             Squadra allievi 1985

La nuova Sede, nonostante il sacrificio della vecchia, un pezzo di cuore e di storia che se ne 

va, è stata vista fin dall'inizio come una conquista, anche se la nuova sistemazione impone 

necessarie rinunce, magari solo affettive ( per esempio quella relativa ai volumi della biblioteca 

a disposizione dei Soci, risalente ai primi anni '60 caratteristica peculiare, a quei tempi,

della Società ), che pesano e non poco, le aree e le strutture messe a disposizione del 

Consorzio come una sensazionale possibilità di crescita per tutti.

E' in questo spirito, nel contesto delle scelte operate da tempo, che nel corso del 1994 

il Gruppo Sportivo ha rilanciato l'ipotesi della realizzazione di una piscina nelle aree adiacenti 

il campo di calcio indicandone in uno studio più che attendibile persino le caratteristiche costruttive.

Il futuro prossimo per la nostra Società è caratterizzato quindi da affascinanti prospettive che per

altro pongono, in presenza di aspetti non definiti, problematiche nuove ed impegnative da affrontare.

Poter finalmente programmare l'attività nel tempo, su una base di potenziali atleti ben più ampio

dell'attuale e perché no, sognare traguardi fino ad oggi impensabili.

E' una prospettiva che ci compensa davvero dall'aver resistito in condizioni oltremodo precarie per

tanti, troppi, anni.

Non vanno sottaciuti, ovviamente, vari e diversi contributi forniti nel tempo, a livello istituzionale e no,

naturalmente tutti di estrema importanza, purtuttavia rimane l'orgoglio della Società che non si è mai

arresa, nonostante tutto.

 

    Soci Fondatori