Cresciuto in una povera famiglia di pescatori greci, Menalca ha dovuto sin dalla più tenera età sacrificarsi per permettere un'esistenza dignitosa alla propria famiglia ed al malaticcio fratello minore Stephanos. Oltre al duro lavoro al porto, Menalca ha dovuto subire il pessimo carattere del padre Costantin, frustrato ed iracondo pescatore che riversava su di lui le proprie insoddisfazioni. In più, in seguito alla morte degli zii, il giovane ha dovuto accogliere nella propria famiglia l'odioso cugino Thanassis, la cui maggiore occupazione è mettere in cattiva luce Menalca agli occhi del padre che, manco a dirlo, stravede invece per il nipote. Come vuole una sorta di leggendaria tradizione di famiglia, creduta fasulla fino ad allora, un giorno si presenta un uomo dall'aspetto imponente a reclamare i primogeniti maschi della famiglia. Il padre non può che lasciarlo fare e sia Menalca, subito seguito dal fratellino Stephanos, che Thanassis seguono l'uomo misterioso fino ad un'isola dove vengono addestrati a diventare cavalieri. Al più meritevole verrà data in dono la Sacra Armatura del Minotauro. Al torneo Menalca batte facilmente il suo primo avversario (Costas, un secondo cugino), mentre Thanassis uccide brutalmente Stephanos. Menalca sconvolto dalla morte dell'amato fratello, giura vendetta; purtroppo Thanassis è molto forte, non perde la concentrazione e riesce così a batterlo. Ma le prove non sono finite: l'armatura è custodita da un Minotauro in carne ed ossa che sconfigge prima Thanassis e poi Menalca stesso. Costas, il più debole, ma l'unico cosciente tra gli allievi, sconfigge il mostro ormai provato dalle battaglie contro gli altri due ed indossa quindi l'armatura. Il maestro dai misteriosi poteri non sembra soddisfatto, ma si inchina al volere delle stelle. Riavutosi, Menalca, dopo aver scoperto che Thanassis è scomparso, decide di abbandonare l'isola per proteggere l'Armatura del Minotauro, caduta purtroppo nelle mani di un inetto: Thanassis sarebbe disposto a tutto pur di averla...