Welby: il discutibile legalismo della
chiesa
Del caso Welby si continua
a parlare, come era prevedibile. Fra i principali interlocutori anche l'autorità
ecclesiastica cattolica: anche questo protagonismo era prevedibile, dato che
questa chiesa rivendica una sorta di esclusiva per il terreno fra la vita e la
morte.
Un terreno particolarmente «suo», soggetto alle sue leggi.
Un dominio che poi, come in questo caso, pretende di arrivare anche al di là
della morte.
Ma con difficoltà, come il rifiuto del funerale religioso
di Welby ha evidenziato.
Per la chiesa cattolica , a dir poco, una brutta figura.
La hanno sottolineata le migliaia di persone presente in
piazza al funerale «civile»: quasi tutti cattolici, anche alcune suore.
L'autorità ecclesiastica si è trincerata dietro a una
legge: chi sceglie di morire - eutanasia - rifiuterebbe implicitamente il
funerale in chiesa. Un «legalismo» molto discutibile, e sotto molti punti di
vista.
Discutibili, come in questo caso, i limiti e la realtà
dell'eutanasia.
Discutibili i limiti e la realtà della «vita»: necessarie
le virgolette.
Molto discutibile anche la pretesa della chiesa di
«giudicare» la vita di fronte alla morte. La chiesa non è un Caronte che concede
o rifiuta un passaggio sulla sua barca.
Né può e deve apparire come un'autorità che concede o
rifiuta una preghiera.
Non pochi di fronte al rifiuto del funerale religioso a
Welby hanno pensato a Pinochet, morto in quegli stesi giorni. Lì nessun rifiuto,
tutt'altro: il funerale celebrato in chiesa, con un solenne rito cattolico, con
vescovi e sacerdoti.
Due pesi e due misure, due chiese diverse o la stessa
chiesa, là, a Santiago, nel versante conciliante , qui in quello rigidamente
conservatore?
Il cattolicesimo, d'altronde, non è nuovo alla
moltiplicazione dei volti e degli aspetti, a seconda dei momenti e delle
circostanze.
E il momento di oggi , senza dubbio, è significativo. Il
nuovo papa ha l'impressione che il relativismo sia trionfante e che anche la
chiesa cattolica gli stia dando il suo contributo.
Un contributo che il funerale religioso di Welby avrebbe
contribuito a fomentare.
Meglio il rifiuto, anche se a scapito, come molti hanno
sottolineato, della stessa carità cristiana.
Proprio quella a cui il papa aveva dedicato la sua prima
enciclica.
Ma per fortuna di Welby e di tutti noi la barca di Caronte
non salpa dai palazzi vaticani.
Filippo Gentiloni il manifesto 29/12/2006