Il vero obiettivo del Papa? La legge 194
Il discorso del pontefice ai farmacisti, affinchè sia data anche a loro la possibilità di praticare l'obiezione di coscienza, testimonia in realtà la volontà di attaccare la legge sull'aborto. La Chiesa infatti sa che una "crociata" diretta alla norma significherebbe perdere consensi.
Invasivo, brutale, violento, oscurantista, come altro definire l'intervento di Benedetto XVI rivolto ai farmacisti cattolici convenuti a Roma per il loro Congresso mondiale? Per il Papa l'obiezione di coscienza é "un diritto che deve essere riconosciuto alla vostra professione, permettendovi di non collaborare direttamente o indirettamente alla fornitura di prodotti che hanno per scopo scelte chiaramente immorali come per esempio l'aborto e l'eutanasia".
Subito gli risponde solerte, raggiante, deliziata, Isabella Bertolini, Vice presidente di Forza Italia, che sferra un violento attacco contro la pillola RU486 perché "contiene in sé un potere di illimitata autodeterminazione (delle donne) che rischia di fare enormi danni dal punto di vista sociale". Ma lo sa che la RU486 viene somministrata in ospedale e non venduta in farmacia?
E il Presidente dell'Ordine dei farmacisti interviene per chiedere una legge che consenta anche ai farmacisti, oltre che ai medici, l'obiezione di coscienza.
Di fronte alla sofferenza provocata da scelte terribili, perché di questo si tratta, il Papa parla di scelte immorali. Ma dove sta la sua moralità? Dove sta la moralità della Chiesa? Sta nel giudicare le persone sulla base delle loro scelte di vita a seconda che siano dentro o fuori i dettami della fede cristiana che, come è noto, la Chiesa vorrebbe invece imporre a tutti.
Sta nel ritenere che la colpa dell'aborto debba essere pesantemente pagata, oltre che con il dolore psicologico, con la sofferenza del corpo. Sta nell'idea che le donne non abbiano moralità e che le leggi servano apposta per tenerle costantemente sotto controllo.
Sta nell'idea che i diritti dell'embrione e del feto sono prevalenti su quelli della donna che per questo è privata della possibilità di scelta su ciò che è giusto fare in una determinata situazione.
La Chiesa sa di certo che nella farmacie si vende la pillola cosiddetta del giorno dopo, che altro non è che un anticoncezionale d'emergenza, e non una pillola abortiva, visto che nessuno ha mai dimostrato che tale essa sia. Piuttosto serve ad evitare gravidanze in quel momento non desiderate o non possibili.
Altra cosa è la RSU486 che viene somministrata in ospedale e sotto strettissimo controllo medico.
Come si fa a mandar giù questa storia della pillola RU486 che renderebbe l'aborto una specie di capriccio, di scelta lieve e di ordinaria quotidianità?
Già da tempo le tecniche adottate per l'interruzione di gravidanza tendono ad essere meno dolorose e invasive: la pillola RU486 è un altro passo avanti in questa direzione. Non risulta che il ricorso all'aborto sia più facile o meno drammatico. Insomma, non ci può essere un diverso valore morale riferito ai diversi metodi abortivi.
Il problema vero è che la Chiesa vorrebbe sollevare il
problema della 194 per cambiarla, ma sa che vorrebbe dire rischiare di perdere
milioni di consensi e di questo la Chiesa è ben avvertita.
E' diventata consapevolezza diffusa che la legge 194 non è una legge come tutte
le altre e che se ha retto nel corso del tempo agli attacchi ripetuti e mai
sopiti cui è stata sottoposta, è perché nella pratica essa non ha incentivato
l'aborto, al contrario ne ha diminuito in modo assai significativo il numero
affidandosi al senso di responsabilità delle donne che hanno saputo far valere
la loro autonomia.
E allora ci si rivolge ai farmacisti che svolgono un servizio pubblico, sono
presenze significative nelle piccole realtà territoriali, costruiscono relazioni
spesso di supporto ai loro clienti, e si chiede loro di praticare l'obiezione di
coscienza sui prodotti farmaceutici che hanno per scopo scelte immorali.
Si aggira l'ostacolo grande, la legge 194 in questo caso, perché di questo ho
scelto di parlare e non anche dell'eutanasia, per attaccare ai fianchi i
principi in essa sanciti e fare violenza ancora una volta alle donne e al loro
corpo.
Si rischia che il prossimo invito ai farmacisti sia di praticare l'obiezione di
coscienza nella vendita degli anticoncezionali.
Forse, dentro questo precipizio oscurantista, ci siamo più vicini di quel che
pensiamo.
Katia Zanotti Deputata Sinistra democratica Aprile Online29 ottobre 2007