Il vento nuovo che soffia dagli Usa aiuterà l'Italia a fare definitivamente i conti col berlusconismo?
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Ho vissuto a lungo in un Paese, gli Stati
Uniti, profondamente permeato dalla cultura democratica: il Paese che veniva da
Roosevelt, dalla lotta all’anti-fascismo, dalla enorme importanza che avevano i
sindacati, la cultura del solidarismo, la militanza di preti e suore sui temi
della pace e del disarmo. Nell’arco di questi ultimi anni ho visto come è nata
la nuova destra americana. Una destra che, benché a livello profondo avesse
sempre avuto le sue punte di diamante dentro i grandi interessi economici, in
superficie ha iniziato a presentarsi nelle forme “popolari” della destra
cristiana fondamentalista. Ad un certo punto le grandi Chiese protestanti,
principalmente quella battista, hanno dato segni di fondamentalismo, iniziando a
proclamare l’importanza della fede a scapito delle opere; anzi, quasi il
disprezzo per le opere. Nel mio libro del 1982, “Il Dio d’America”, affermavo
che l’America sarebbe stata segnata dai grandi movimenti religiosi e confrontavo
i tre grandi movimenti allora presenti: quello evangelico-pentecostale-battista,
con forti venature fondamentaliste e grande spinta verso la destra popolare di
massa; quello cattolico, ancora vastamente solidarista e basato sui grandi
valori del lavoro, dei poveri, del mito di Madre Teresa di Calcutta; quello del
militantismo ebraico che era principalmente democratico e solidaristico, tanto è
vero che, nonostante Israele, tuttora una piccola maggioranza dei 5 milioni di
ebrei americani vota democratico, piuttosto che repubblicano.
Il cambiamento della destra americana è avvenuto all’improvviso, con un
meccanismo molto simile a quello che in seguito sarà il meccanismo berlusconiano.
In questo processo, Reagan ha agito in un modo piuttosto sommario e
improvvisato. Qualcosa di molto più solido è accaduto con Bush padre, dove
l’aggancio con alcune centrali di attività internazionale di destra e di estrema
destra era forte, tuttavia Bush padre si sentiva ancora legato alle forme della
politica, a certi aspetti costituzionali, per cui il suo spostamento a destra è
stato, dal punto di vista degli effetti, meno visibile di quello operato da
Reagan.
Invece, con George W. Bush la destra ha perso qualsiasi pudore, rompendo ogni
barriera politico-istituzionale. E qui c’è la saldatura con la situazione
italiana, che ha con gli States un rapporto molto particolare.
George W. Bush ha saldato con Silvio Berlusconi un rapporto assolutamente
omogeneo e corrispondente tra destre decise a non avere alcun pudore.
Bush figlio è corso verso il voto della prateria cristiana rimuovendo ogni
ostacolo, ha messo il piano inclinato e ha permesso che tutta la politica del
partito repubblicano andasse verso quella parte: “Cosa volete? la preghiera
nelle scuole, anche se offende le altre religioni? Non importa, noi siamo per la
preghiera nelle scuole. Limitazioni all’aborto anche quando è in pericolo la
salute della donna? Non c’è problema”. Quella di Bush è stata una corsa
indifferenziata per ingraziarsi i favori della destra cristiana e in questa sua
corsa è stato seguito dai media, che riflettevano gli interessi di quella
finanza (......)
Questa manovra è stata ripresa in pieno da
Berlusconi che ha capito da subito che bisognava mettere il piano inclinato, e
lasciar scorrere tutto ciò che favoriva atteggiamenti tradizionalisti,
conformisti, opportunisti, cercando di risvegliare tutto il vecchio e tutto il
peggio della società italiana. L’incoraggiamento non esplicito ma molto
diffuso nel mondo berlusconiano recita: “Tu devi fingere di essere credente, non
devi essere credente”. Un grande incoraggiamento alla finzione; e nella finzione
di essere credente non c’è limite, non c’è obiezione. L’Italia ha alle spalle
secoli di opportunismo per poter sopravvivere: risvegliare l’opportunismo della
finzione di essere credenti è stata una mossa vincente.
Stessa dinamica per un fatto accaduto recentemente: il caso della Guardia di
Finanza. Il giorno che Padoa Schioppa riferiva in Senato sulla questione del
generale Speciale, abbiamo saputo che a destra avevano previsto l’arrivo delle
fiamme gialle nei loggioni del Senato, che avrebbero dovuto popolarsi di
finanzieri. Un fatto gravissimo, che Marini ha impedito con un pretesto, facendo
dire agli uscieri che mancava la richiesta. Ora, non è che a destra siano stati
presi da una vampata di patriottismo, è che una volta messo il piano inclinato,
non c’è più limite, non c’è più modo di fermarlo. Per questa ragione, in quattro
anni di direzione dell’Unità io ho sostenuto il pericolo grave, mortale
rappresentato da Silvio Berlusconi. Sono rimasto l’unico; non sono stato
sostenuto e ad un certo punto sono stato pregato di andarmene. Zanda
(Margherita) ha recentemente fatto appello a Berlusconi “a lavorare assieme per
il bene della patria”. Gli ho detto: “Guarda, avrai la risposta di Berlusconi
entro questa sera”. Sono passati 5 minuti e la destra ha occupato l’aula con i
cartelli con il volto di Visco come quello del padrino, con le scritte “ridateci
la democrazia”, bloccando i lavori e assumendo un comportamento indegno. E
questo dopo l’appello di Zanda a “lavorare assieme”…
Allora io continuo a vedere il pericolo non in Ruini, ma in Berlusconi.
Perché una calca di miscredenti è entrata con forza nelle chiese con il nuovo
comandamento “tu crederai senza credere”. Alle spalle dei cattolici è arrivata
la calca di miscredenti e ha cominciato a fare a gomitate e a pugni nello spazio
nei pressi del papa. Per cui il papa non fa in tempo ad aprire la bocca che
ottiene lo spazio in tutti i telegiornali: è un bollettino quotidiano,
moltiplicato per tutti i telegiornali che l’Italia possiede, con delle sequenze
che finiscono per influenzare la gente. Quindi in questo momento tutto ciò che
chiamiamo Chiesa è in mano a miscredenti! In mano ad uomini come Giuliano
Ferrara, in mano ai cosiddetti atei devoti; sono loro che condizionano e
spingono la folla, creando dei mostri come il Family Day,
che è stata una delle cose più umilianti che abbia mai visto, da italiano:
l’esibizione di famiglie con sette figli io le ho viste da bambino solo al tempo
del fascismo. Il Family Day, così come ci è stato illustrato
dalle televisioni, dai miscredenti, ci ha mostrato che la famiglia vera è quella
che ha almeno sette figli. Invece era un’oscena operazione “anti”: contro i
diritti di altre persone, attraverso un passaggio di una nefandezza logica e
inesistenza logica assoluta, quella per cui se due persone si vogliono bene,
vivono insieme e vogliono una legge che gli consenta di passarsi
l’apparta-mento, per non farsi sfrattare in caso di morte di uno dei due, questo
minaccia me, mia moglie, i miei figli e i miei nipotini! Ma come si può
affermare una illogicità così profonda? Soltanto tra miscredenti. Soltanto tra
gente senza fede, senza amore, senza solidarietà, senza rapporti tra esseri
umani. Soltanto tra cinici si possono dire cose di questo genere, e per imporre
questa logica perversa c’è bisogno che la piazza sia occupata da una folla di
miscredenti e di finti credenti, di signore divorziate che stanno con il nuovo
amico, scollate e con il crocefisso, nel loro quarto matrimonio benedetto da
qualche vescovo.
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Penso .... che il cambiamento che viene dall’America porterà dei cambiamenti anche in Italia. Purtroppo, anche nel Senato italiano, ancora si continuano a lanciare appelli a Berlusconi, il peggiore personaggio che sia apparso alla ribalta della vita politica del mondo negli ultimi tredici anni. Al punto che, nella stampa francese, i detrattori o gli scettici di Sarkozy si domandano: sarà un Kennedy o un Berlusconi? Ma è nel vento nuovo che soffia in America che vedo l’aggancio con la speranza che si possa superare questa impasse, anche all’interno del nascente Partito Democratico, che però è afflitto al momento da un’anemia paurosa, in particolare nella parte che è numericamente più ampia, ovvero nella sinistra che ci sta entrando in condizioni di debolezza. Dalla posizione mite e prudente di Hillary Clinton a quella infinitamente più esposta e generosa di Barack Obama, c’è un’America solidaristica, un’America dei poveri, un’America dell’anti-guerra, dei grandi sentimenti popolari, come quella della signora Cindy Sheehan che ha perduto il figlio in Iraq, l’America che ha portato la cattolica Nancy Pelosi a divenire la speaker della Camera (con un Senato robustamente rappresentato da cattolici come Kennedy e Kerry) nel Congresso più anti-guerra che ci sia mai stato dopo il Vietnam. E se vedo dei cedimenti strani, terribili e poco promettenti, spero comunque che la scossa americana dia il frutto che potrebbe dare. Ma può darsi che abbia un eccesso di ottimismo.
Furio Colombo n.50 di Adista