Il Vaticano e i
media
Il Vaticano in crisi come non mai. Crisi, confusione, affermazioni
e ritrattazioni. Tutto è partito dal
caso Boffo ed è arrivato dove non si prevedeva, coinvolgendo in maniera
inconsueta e
imprevedibile lo stesso pontefice. Ma il caso Boffo è il più clamoroso di una
crisi che lo oltrepassa
ampiamente e i cui confini sono difficili da definire.
Qualche titolo più eloquente la può illustrare. Basti pensare al contestato
abbraccio agli anglicani
desiderosi di prendere le distanze dalla loro chiesa e di entrare nello spazio
tradizionale di Roma.
Proprio mentre Roma si dimostrava disposta ad accogliere quei vescovi
negazionisti che, invece,
fino a ieri, aveva rifiutato.
Si pensi anche alla condanna romana del clero irlandese accusato di pedofilia.
Casi, questi, fra i più clamorosi di una confusione che le vicende di questi
giorni hanno confermato.
Se ne potrebbero aggiungere anche altri; senza dimenticare, d'altronde, che il
discusso attacco a
Boffo - e con lui al Vaticano - è venuto proprio da un giornale dipendente da
Berlusconi: una fonte
significativa.
Che dire, allora, di questa situazione in Vaticano? Di questa confusione? I mass
media stanno
cercando di individuarne le responsabilità, fra i «palazzi» vaticani e i vertici
delle Conferenze
Episcopali (Ruini e i suoi eredi). Una galassia di palazzi e di nomi. I
risultati di questa ricerca
appaiono confusi ed incerti.
Forse è meglio darne la colpa - se di colpa si tratta - non a qualche
singolo palazzo o persona ma
proprio al sistema dei media che ormai domina anche dove fino a ieri non
dominava, cioè nei
corridoi ecclesiastici.
I media - si sa - condizionano tutto il modo di essere e di pensare: impediscono
sicurezze e
unanimismi, favoriscono dubbi e incertezze, ma anche discussioni e correzioni.
Non possiamo farne
a meno e dobbiamo restare sudditi - vittime? - delle loro leggi, con i vantaggi
e gli svantaggi.
Anche in Vaticano, nonostante le tradizionali sicurezze e compattezze che ormai
non valgono più, o
valgono molto di meno. I mass media ridimensionano tutto, anche le discusse
vicende vaticane di
questi giorni.
Filippo Gentiloni il
manifesto 14 febbraio 2010