Unioni civili, plauso dei valdesi no dei cattolici

«Torino vara le unioni civili» è un solenne titolo in prima pagina di «Riforma» settimanale delle
Chiese evangeliche battiste, metodiste, valdesi. E commenta: «Un passo locale e simbolico che
potrebbe avere un impatto nazionale».
E ancora: «La curia arcivescovile condanna la delibera, mentre per il pastore Paolo Ricca il
Consiglio comunale ha agito bene accogliendo un'istanza della società civile».
Torino, dunque, apre: «È un passo soprattutto simbolico, ma, come tutti sanno, i simboli sono
importanti». Il Consiglio comunale di Torino ha fatto da apripista, ben sapendo che il certificato
sarà valido soltanto per ciò che dipende dal Comune.

La reazione della autorità cattolica non si è fatta attendere. In una nota diffusa due giorni dopo, sono
state rese note le perplessità e le amarezze dei vertici cattolici: «Anche perché qualcuno ha salutato
la decisione come un traguardo di civiltà da accogliere con orgoglio quasi che la città di Torino
debba presentarsi come campione che fa da apripista per emarginare la famiglia fondata sul
matrimonio».
Un rimprovero rivolto soprattutto a quei cattolici che, nella maggioranza guidata dal sindaco
Chiamparino, avevano sostenuto la novità.

Diverso e opposto l'atteggiamento della chiesa valdese. «Il Consiglio comunale ha agito bene,
accogliendo una istanza che arriva dalla società civile. Una iniziativa che va nel senso della non
discriminazione delle scelte dei cittadini».
In realtà, al di là delle dichiarazioni, il matrimonio è ormai in discussione.
Occorre chiarezza sul fronte della laicità delle istituzioni pubbliche e sul rapporto fra queste e le
varie confessioni religiose.
Qualche cosa, comunque, si sta movendo: occorre ripensare alla famiglia di oggi e alle sue forme
legali e non solo.


Filippo Gentiloni      il manifesto  25 luglio 2010