Una targa a Montecitorio

 La targa in memoria della visita di Giovanni Paolo II al Parlamento italiano scoperta in gran pompa nell’aula di Montecitorio e, soprattutto, l’enfasi con la quale è stata pubblicizzata assumono in questa temperie politica un significato preoccupante.

A chi si interroga su chi scrive l’agenda della politica italiana, si può rispondere che non c’è prevaricazione della Chiesa e arrendevolezza dello Stato, ma piuttosto la connivenza tra due ceti dirigenti concordi nell’imporre, “ciascuno nel proprio ordine” come dice il Concordato, su fedeli e cittadini scelte se non dannose, certo estranee alle reali esigenze della società e della chiesa.

Forse il regime concordatario non è così innocente come si vorrebbe far credere. Metterlo in discussione non può essere sbagliato solo perché chi lo ripropone oggi lo fa per ricrearsi un’identità dopo essere stato corresponsabile dell’approvazione dei Patti di Palazzo Madama o acquiescente al trionfalismo del pontificato woytiljano.

Di diverso parere la deputata diessina Livia Turco che, dopo avere premesso “a scanso di equivoci: mi auguro che la Chiesa italiana recuperi sempre più la dimensionepastorale, profetica e di formazione delle coscienze rispettandola laicità dello Stato”, dichiara al Corriere della Sera di essere “preoccupata per le sortite del socialista Boselli edel radicale Capezzone sul cardinal Ruini”. Così torniamo allo scontro tra Guelfi e Ghibellini... ma siamo matti?”

Sul “che fare” c’è grande confusione. Una reale opposizione può nascere dai cristiani disposti a battersi su due fronti per un’altra chiesa e un altro mondo possibili.

 

 

 Eterni minorenni i cattolici italiani affidati alle cure del cardinale Ruini e del Presidente Pera

 Il ministro Rocco Buttiglione, giovedì 10 novembre, in una lezione svolta al master in bioetica che si tiene presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, ha voluto definire il compito del cattolico impegnato in politica: “Respingere l’ondata di secolarizzazione e impegnarsi per la verità”.

A suo avviso “con i referendum sull’aborto e sul divorzio è passata in Italia la prima ondata della secolarizzazione fondata da un ideologia che partiva dall’affermazione della liberazione sessuale”.

“Era l’età della pillola, sembrava che concepire senza averlo voluto era una ingiustizia per cui anche l’aborto è stato considerato legittimo. L’attività sessuale è stata slegata dalla procreazione e affermata come un diritto che non implica una responsabilità morale”

“In questa visione ci si è dimenticati che dall’attività sessuale nascono i bambini, che impongono una responsabilità alle loro madri ed ai loro padri – ha sottolineato –. Il fatto che ci sia questa responsabilità fa del sesso non un semplice gioco ma introduce alla maternità ed alla paternità, introduce il rapporto tra persone in una sfera di elevata responsabilità”.

Per avvalorare la sua tesi ha richiamato la più discussa e criticata delle encicliche di Paolo VI l’Humanae vitae, “la quale sosteneva che non si può separare la sessualità dalla procreazione, quando questo avviene la sessualità non è più un atto impegnativo che coinvolge tutta la persona, diventa banale, e non riesce più a legare le persone”.

E’ noto che con essa Papa Montini, esautorando il Concilio, era intervenuto a negare la responsabilità dei laici cattolici nella scelta impegnativa della trasmissione della vita, misconoscendo quella libertà coscienza che i Padri conciliari avevano sancito nella Dichiarazione sulla libertà di coscienza.

Riflettendo poi sulle cause dell’esito referendario ha dichiarato che in quell’occasione: “Il Cardinale Camillo Ruini è riuscito a fare un capolavoro, un miracolo. E’ riuscito a tenere insieme tutti i cattolici con un enorme e paziente lavoro di dialogo. E’ riuscito a creare l’unità dei cattolici”, e a raggiungere “una vittoria straordinaria e per molti versi impensata che sarebbe stata impossibile senza questo faticoso e difficile lavoro”.

L’altro elemento che ha favorito la vittoria, ha precisato il Ministro, è che il fronte laico si è spaccato: “Di fronte ai laici nichilisti, quelli che non credono in nessun valore, quelli che affermano che non esiste nessuna verità, anzi l’unica verità che esiste è che non c’è nessuna verità […] un gruppo di laici guidati dal filosofo e Presidente del Senato Marcello Pera ha sostenuto di sentirsi più vicino alla Chiesa cattolica che difende la vita che non ai nichilisti che dicono che va bene manipolare i bambini”.

( i testi sono tratti da un resoconto dell’agenzia Zenit org del 11 novembre 2005)

 

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