Tutti uguali? Solo
davanti alla vendetta
Non sono tempi buoni per i disabili. Con una iniezione letale (tre veleni in
uno) e "senza
complicazioni", è stata uccisa in America Teresa Lewis, condannata alla pena
capitale per omicidio.
Non importa che le fosse stato accertato un deficit mentale prossimo
all'irresponsabilità. L'handicap
non è un'esimente, la vendetta deve fare il suo corso, anzi
trattandosi di una persona disabile la
perdita è minore; qui non funziona la pietosa bugia del "diversamente abile",
tutti sono eguali
davanti alla vendetta come, per evitare un'altra pietosa bugia, si deve chiamare
una giustizia che dà
morte per morte.
In Italia, dove grazie a Dio non è questione di dare la morte
ma la vita, un assessore alla Cultura e
alla Pubblica Istruzione ristabilisce la disuguaglianza dei disabili. Accade a
Chieri, comune del
torinese, amministrato dalla destra con un sindaco eletto dal Popolo della
Libertà sotto il simbolo
"Berlusconi per Lancione". L'assessore nominato da questo Sindaco ha dichiarato
in Consiglio
l'intenzione di escludere i bambini con handicap dalle scuole di tutti. Eppure
le "linee
programmatiche" dell'Amministrazione del Comune per il quinquennio 2009/2014
promettevano
"una Chieri più bella e vivibile, più attiva e partecipe, più solidale e
sicura". Ciò evidentemente
doveva intendersi per i dotati: quanto agli handicappati, l'assessore dice che
disturbano, che invece
di studiare passano la mattina a prendere a calci e a pugni il muro, insomma
sono una turbativa
scolastica e bisogna metterli in ghetti specializzati "per il loro bene".
Non importa che in Italia si siano combattute epiche battaglie
per l'integrazione scolastica, le quali hanno criticato e rovesciato
culture secolari, sono riuscite a vincere regione dopo regione e infine si sono
imposte in tutto il
Paese con la legge nazionale del 1977; non importa che ciò abbia messo l'Italia
all'avanguardia del
pensiero pedagogico e delle istituzioni scolastiche rispetto al resto
dell'Europa, e della stessa
Francia nonostante la sua égalité e fraternité; non importa che una
esperienza pluridecennale abbia
dimostrato che l'integrazione scolastica non è solo nell'interesse dei bambini
disabili, ma anche e
soprattutto di quelli "sani", che si fanno essi stessi sostegno e maestri di
quegli altri, e sforzandosi di
comprenderli li fanno crescere crescendo essi stessi; tutto questo viene
ignorato e cancellato da una
cultura regressiva che ha preso il potere e che pensa di promuovere delle
"eccellenze", ognuna in
competizione e in lotta con le altre, e produce invece scolarizzazione senza
scuola, classi senza
maestri e una folla gregaria di alunni in via di analfabetizzazione.
Questa emergenza investe oggi tutta la scuola italiana; ed
ecco che da Chieri, in soprappiù, giunge
l'appello per una scuola dei "sani". Per fortuna il sindaco si è dissociato; ma
bisogna stare attenti,
perché oggi si smentisce, domani si riafferma, e assaggio dopo assaggio le
culture reazionarie di
ritorno risvegliano i vecchi spiriti selvaggi non veramente domati, e rischiano
di diventare cultura
comune. E non solo in "Padania".
Raniero La Valle Liberazione 26 settembre 2010