Le donne nella Chiesa medioevale: storia di una repressione.

L'impatto della teologia di Tommaso d'Aquino sulla condizione femminile

Le conseguenze negative della teologia di Tommaso d'Aquino si abbattono soprattutto sulla donna. La sua dottrina della creazione di Eva come “productio” da Adamo (prendendo lo spunto dall'immagine della costola nel racconto yahvista di Genesi 2,22) dà il via all'androcentrismo nella Chiesa. La donna così è completamente sottovalutata, non ha neanche diritto di parola.

È importante, però analizzare i termini della questione. Tommaso, a dire il vero, non cade in certi eccessi di Tertulliano e del mondo medievale e giudaico; per lui non c'è dubbio che anche la donna sia stata creata ad immagine e somiglianza di Dio, come l'uomo, con stessa dignità e stessa destinazione eterna; e creata, non solo per la procreazione, ma anche per la vita in comune. Però nel 1° Tomo della Summa Teologica, alla Questio 92, sostiene che l'uomo è principio e fine della donna la quale è qualcosa di carente e di non riuscito. Riportando le parole esatte di Tommaso: “Alquid deficiens et occasionatur” che è come dire che la donna è un uomo per caso. Altrove dice “mas occasionatum”, molto occasionale. Queste tesi arriveranno fino al Settecento.

Tommaso affronta anche il problema del sacerdozio femminile. Pur non potendo negare che la donna potesse avere il dono della profezia, tesi che trova fondamento nelle preziose annotazioni di Luca sulla chiesa primitiva (Atti 21,8-10), esclude categoricamente l'ordinazione presbiteriale femminile, sostenendo che non solo sarebbe illecita, ma anche invalida. Non riuscirà a sviluppare completamente il suo discorso su questo tema, perché la morte, come abbiamo visto nella lezione sulla scolastica, lo coglierà a Fossanova, durante il viaggio che doveva condurlo al concilio di Lione. Abbiamo visto, parlando dei movimenti pauperistici, come la predicazione laicale fosse fortemente osteggiata dalla Chiesa. Figuriamoci la predicazione da parte di donne! Infatti nel Tomo 2°, alla Questio 167, la Summa Teologica sostiene che la donna non può possedere la grazia del discorso di sapienza e di scienza, a motivo della dipendenza del sesso femminile dall'uomo cui la donna è sottomessa. In particolare, le ragioni per cui non può predicare sono:

1. In virtù del suo sesso, la donna è elemento fisiologico passivo, quindi sottomesso. Anche un prete può, a dire il vero, essere sottomesso, ma solo accidentalmente.
2. I sensi dei maschi potrebbero essere eccitati libidosamente da una donna che parla in chiesa, e questo non deve avvenire.
3. Le donne non sono competenti in questioni di sapienza.

Perfino sull'accoglienza della fede si fa un distinguo tra i due sessi: corrompendo il latino classico foemina, il medioevo ha il sostantivo femina che si presta ad una singolare, quanto stravagante interpretazione. Dividendolo in due parti, femina diventa “fe”, che sta per fidem, e “mina” che sta per minus, quindi la femmina è portatrice di minor fede, nel senso che non può avere mai una fede vera.

Ripercussioni sulla sessualità

Come Agostino, Tommaso trae le sue teorie da una lettura del libro della Genesi fatta non dal punto di vista del dialogo, ma da quello del maschio. Non c'è reciproca complementarietà fra i due sessi, ma ordinamento gerarchico. Tuttavia bisogna riconoscere che Tommaso ha meno paura della concupiscenza di quanta ne abbia il “padre” africano cui s'ispira. Mentre Agostino parte da precise teorie fisiologiche, Tommaso parte da Aristotele. Il risultato si riflette in alcune sfumature:

Agostino: qualsiasi atto sessuale è generato e alimentato dalla concupiscenza.
Tommaso: non sempre gli atti sessuali sono generati ed alimentati dalla concupiscenza.
Agostino: la sessualità (o concupiscenza) nel matrimonio è subordinata al fecondamento.
Tommaso: l'uso del matrimonio rende la sessualità esente dal peccato (sempre naturalmente che sia per procreare).

La prevenzione del concepimento è messa sullo stesso piano dell'aborto e dell'abbandono dei bambini.

A parte le sfumature, le ripercussioni di queste vedute sul modo di vivere la sessualità nel medioevo ha portato a pesanti conseguenze: donne che non hanno mai goduto, uomini che, non essendo lecito godere con la moglie, arrivavano al paradosso di cercarsi una donna di facili costumi. Si arriva a concepire il matrimonio come “remedium concupiscentiae”, rimedio alla concupiscenza. Nella Summa Teologica 1a e 2a, alla Questio 42/41, si sostiene che “Non solamente l'intenzione della fecondità, ma anche l'uso del matrimonio come rimedio rende già l'attività sessuale esente dal peccato”. Malgrado i guasti di certe affermazioni, bisogna riconoscere che rappresentano un passo in avanti rispetto alla visione agostiniana.

Tommaso d'Aquino, del resto, esprimeva ciò che si pensava comunemente, oltre a fondare le sue teorie sull'Antico Testamento e su certe affermazioni di Paolo. Eppure, sotto certi aspetti, è un teologo progressista; si pensi all'apertura verso Aristotele, un pagano! Proprio, però, questa apertura lo porterà alle sue teorie sulla donna. Aristotele, difatti, nel trattato sulla riproduzione degli animali aveva fornito la base teologica a quella che Tommaso chiamerà la teologia dei sessi, affermando che la donna è un uomo non riuscito. Nella generazione, il maschio, in virtù del suo sperma, è la parte attiva generatrice; la donna è la parte recettiva e passiva, la materia accogliente. Si parla di virtus attiva e virtus passiva. Così Tommaso aggiunge: se un uomo genera un bambino, vuol dire che tutto va bene. Se genera una bambina, un tale risultato può dipendere da una debolezza della sua potenza generatrice o da un influsso esterno malefico. Si arriva addirittura a teorizzare che il vento del nord porta a generare un uomo completo, cioè un maschio, mentre il vento umido del sud porta alla generazione di una bambina.

D'altra parte solo nel 1827 si dimostra l'esistenza dell'ovulo, smentendo l'idea che nello spermatozoo ci sia già l'individuo completo, quindi solo in quell'anno si stabilisce scientificamente che la donna non ha un ruolo passivo. Addirittura bisognerà arrivare al 1891 per scoprire che l'ovulo collabora con lo spermatozoo. A dire il vero, però, non è solo questione di scoperte scientifiche, c'è anche una diversa disposizione ad accogliere le grandi leggi della natura: Galeno, ancora prima di Aristotele, aveva intuito che la donna partecipasse attivamente alla generazione! Perché Aristotele non seguiva Galeno, che, tra l'altro, era anche famoso come padre della medicina? Inoltre presso Greci e Romani c'era il culto del corpo (il gimnasium era il luogo dei giochi nudi) ed anche questo nel medioevo era stato abbandonato e chi risultava sconfitto era soprattutto il corpo della donna.

La sconfitta del corpo porta con sé che il sesso è, quantomeno, poco importante se non, come abbiamo visto, qualcosa da evitare il più possibile. Da un esame di 57 penitenziali dei secoli dal sesto all'undicesimo, risulta che i periodi in cui gli sposi dovevano osservare la castità erano lunghissimi.

È un mondo determinato da monaci, preti e suore i quali occupano il posto più alto nella scala gerarchica; la ragione, per così dire teologica, è che non sposandosi sono già nel regno dei cieli. La sessuofobia passerà anche nella Riforma (ad eccezione dei valdesi), sarà presente nell'Islam fino ai nostri giorni e, in forme più o meno nascoste, rimarrà sempre nella chiesa cattolica.

Il disastro di questa mentalità si ripercuote anche sull'uomo occidentale: la caccia alle streghe comincerà in Germania!

Buchardo vescovo di Worms nel 1025 scrive testi per confessori, dove suggerisce le domande che essi devono porre alle penitenti:

“Hai fatto quello che sono solite fare le donne lascive? Se esse si accorgono che il loro amante vuole contrarre un matrimonio regolare uccidono con arte magica il suo desiderio, così egli non può avere alcun rapporto con la moglie. Se hai fatto ciò, devi fare questa penitenza: per 40 giorni a pane e acqua.”
Due anni prima di morire, nel 1272, Bonaventura da Bagnoregio scrive:
“Perché l'atto sessuale, attraverso il peccato originale, si è corrotto e, in certo qual modo, è diventato fetido, e poiché in tali circostanze gli uomini sono troppo voluttuosi, … per questo il demonio ha tanto ascendente e via libera. Ciò può essere provato con un esempio dalla Scrittura: Asmodeo [un demonio] ha ucciso sette uomini a letto…”
Qui Bonaventura cita il libro di Tobia, usando però la Volgata di san Girolamo che, nel tradurre la Bibbia in latino, ha introdotto dei cambiamenti. Riportiamo qui di seguito le due versioni a confronto. Una è quella della Bibbia CEI (Conferenza Episcopale Italiana), che è la versione usata normalmente in Italia anche per la liturgia, la quale si rifà a due fonti: il codice Sinaitico, scoperto alla metà del secolo scorso nel monastero di S. Caterina sul Sinai, che risale al IV secolo e la Vetus latina che è una traduzione latina, più antica di quella di san Girolamo, che riunisce delle versioni fatte fin dal primo secolo per il popolo che non capiva il greco. L'altra è appunto la Volgata, la famosa traduzione di san Girolamo, che risale alla fine del IV secolo.

Come si vede dal confronto, nell'originale non si fa alcun cenno alla continenza; l'angelo inviato a Tobia per proteggerlo si limita a suggerirgli un rimedio contro il demone che uccideva gli aspiranti alla mano di Sara, ma per il resto invita, sì, la coppia a pregare il Signore prima di unirsi, ma poi che si amino pure e siano felici. Nella Volgata invece, oltre al rito un po' magico del fumo del pesce che c'è anche nell'altra versione, ci sono tre giorni di continenza da rispettare; e poi l'uccisione dei sette uomini viene attribuita alla concupiscenza, secondo una visione estranea al mondo ebraico.

bibbia cei (codice sinaitico e vetus latina) volgata (san girolamo)

Allora Tobia rispose a Raffaele:Fratello Azaria, ho sentito dire che essa è già stata data in moglie a sette uomini ed essi sono morti nella stanza nuziale la notte stessa in cui dovevano unirsi a lei. Ho sentito inoltre dire che un demonio le uccide i mariti. 15Per questo ho paura: il demonio è geloso di lei, a lei non fa del male, ma se qualcuno le si vuole accostare, egli lo uccide. Io sono l'unico figlio di mio padre. Ho paura di morire e di condurre così alla tomba la vita di mio padre e di mia madre per l'angoscia della mia perdita. Non hanno un altro figlio che li possa seppellire.
Qui non differisce

bibbia cei (codice sinaitico e vetus latina) volgata (san girolamo)

16Ma quello gli disse: Hai forse dimenticato i moniti di tuo padre, che ti ha raccomandato di prendere in moglie una donna del tuo casato? Ascoltami, dunque, o fratello: non preoccuparti di questo demonio e sposala. Sono certo che questa sera ti verrà data in moglie. 17Quando però entri nella camera nuziale, prendi il cuore e il fegato del pesce e mettine un poco sulla brace degli incensi. L'odore si spanderà, il demonio lo dovrà annusare e fuggirà e non comparirà più intorno a lei. 18Poi, prima di unirti con essa, alzatevi tutti e due a pregare. Supplicate il Signore del cielo perché venga su di voi la sua grazia e la sua salvezza. Non temere: essa ti è stata destinata fin dall'eternità. Sarai tu a salvarla. Ti seguirà e penso che da lei avrai figli che saranno per te come fratelli. Non stare in pensiero. 19Quando Tobia sentì le parole di Raffaele e seppe che Sara era sua consanguinea della stirpe della famiglia di suo padre, l'amò al punto da non saper più distogliere il cuore da lei. (Tobia 6,14-19, nella Bibbia CEI che segue il codice sinaitico del IV secolo e la vetus latina) 16Allora l'angelo gli disse: Ascolta, voglio mostrarti chi sono quelli che possono vincere il demonio. 17Quelli che, al loro matrimonio, escludono Dio dal loro sentire e si abbandonano agli istinti, fino ad essere come un cavallo o un mulo privi di ragione [Sal 32(31),9; cf Rm 1,21-26], sono vinti dal diavolo. 18Ma tu, quando ti sposerai con lei, passa tre giorni nella continenza, tutto intento a pregare insieme a lei. 19La prima notte, il demonio verrà messo in fuga dal fumo del fegato di pesce. 20La seconda notte, verrai ammesso all'adunanza dei santi patriarchi. 21La terza notte, otterrai la benedizione, perché vi nascano figli sani. 22Dopo la terza notte, nel timore del Signore, tu prenderai la vergine, non tanto mosso dall'istinto quanto dall'amore della discendenza, per ottenere sui tuoi figli la benedizione della stirpe di Abramo. (Tobia 6,16-22, nella Volgata)

Segue, difatti, il matrimonio. Il padre di Sara acconsente alle nozze, secondo la legge di Mosè; insieme con la madre stende il documento, poi si festeggia con la cena e infine i due sposi vanno a letto. Tobia si ricorda dell'angelo, così provoca il fumo per scacciare il demonio, infine, insieme con Sara, fa una bella preghiera in cui ricorda come l'unione dell'uomo con la donna sia voluta da Dio fin dal principio. Dalla conclusione si può immaginare che abbiano già rapporti coniugali fin dalla prima notte:
“E dissero insieme: Amen, Amen!. Poi dormirono per tutta la notte.” (Tobia 8,8-9)
la Volgata, invece, in conformità al capitolo precedente, precisa che queste preghiere durarono tre notti.

La donna nella società

Lo schema tripartito della società medievale, che prende forma dall'undicesimo secolo, è il seguente:

 

1° posto Oratores Monaci (uomini veri)
2° posto Bellatores Guerrieri
3° posto Laboratores Lavoratori

 

A parte l'ordine d'importanza che dovrebbe (purtroppo bisogna usare il condizionale…) ripugnare a noi moderni, bisogna notare che le donne non stanno all'ultimo posto: mancano proprio, come se non esistessero!

Da qui si capisce l'idea che la donna sia ombra, senza luce. Nasce allora il connubio donna-demonio e donna-peccato che ha portato alla caccia alle streghe.

Le origini lontane si trovano in Tertulliano che non usa parole molto gentili per l'altra metà del cielo, e più tardi nel monachesimo orientale (nato con sant'Antonio Abate) e nel tardo giudaismo.

Nei secoli XI, XII e XIII, nasce una triade femminile che, in certo qual modo, mitiga l'assurdo maschilismo dello schema tripartito illustrato sopra:

 

1° posto Virgo Vergine
2° posto Vidua Vedova
3° posto Mater Madre

 

Come si vede, le prime in ordine d'importanza sono le vergini, cioè le monache. Succederà allora che le uniche donne emancipate si troveranno nei monasteri. Questi luoghi diventeranno, singolarmente, gli unici luoghi di emancipazione femminile, anche se, purtroppo, riservati a donne d'alto lignaggio.

A parte queste conseguenze, nella triade femminile ritroviamo la sessuofobia derivata dalle teorie di Agostino e di Aristotele. Se la donna non è vergine, è meglio se rimane vedova; e se proprio è sposata, meglio se è madre!

La situazione della donna è cominciata a precipitare dal tempo di Gregorio VII. Ormai anche le regine non hanno più la dignità delle regine del settimo o dell'ottavo secolo (si pensi per esempio ai Longobardi). Dal XII secolo le regine saranno rappresentate dietro i re, mentre prima erano collocate accanto, segno evidente di pari dignità. Una contessa come Matilde di Canossa poteva ancora avere potere dopo la morte del marito; un secolo dopo ciò non poteva più accadere. Anche le badesse, che nell'ottavo e nono secolo comandavano perfino sui vescovi, cominceranno a perdere importanza.

Ci sono tuttavia donne che hanno attività commerciali, culturali, artistiche, però sono escluse dalla politica, dalle università, dall'esercizio della medicina; dal XIII secolo sarà permesso alla donna diventare levatrice, mentre l'università le sarà preclusa per secoli. Nello sviluppo della rete urbana del XII secolo la donna, al più, condivide i rischi dell'uomo. Nascono in questo periodo le stereotipazioni dei lavori.

Nei secoli decimo e undicesimo si ha una crescita della popolazione. Nascono la borghesia e l'economia di mercato; si tratta di fenomeni importanti, come la nascita delle banche, che preparano lo sviluppo del capitalismo moderno. Tutto questo fermento, però, è voluto e gestito solo da uomini. Alla donna resta il governo della casa.

Chiamare il papa come padre e la Chiesa come madre della cristianità darà un carattere patriarcale alla Chiesa ed emarginerà la donna.

Il diritto ereditario sarà definitivamente riservato ai maschi. Anche il diritto ecclesiastico conferma lo status di sottomissione della donna all'uomo. La donna sarà esclusa definitivamente da tutti gli uffici ecclesiastici.

Ciò che invece, stranamente, rivaluta la donna, superando in questo la società romana, sarà il riconoscere il matrimonio come sacramento. Per esempio se non c'è il consenso della donna il matrimonio non è valido. La Chiesa si pronuncerà contro i matrimoni clandestini e nascerà l'usanza delle “pubblicazioni” che serviranno per evitare i rapimenti. Pietro Lombardo e Tommaso d'Aquino daranno status al matrimonio e confermeranno la sua indissolubilità. Si dirà “Non puoi buttare via la donna come una pecora!”. Bisogna riconoscere che in questa difesa della donna la Chiesa ha avuto un ruolo fondamentale.