Spagna, boom di divorzi lampo. La Chiesa contro Zapatero
A due anni dalla nuova legge aumentati del 74%. Separazioni in calo.
La Conferenza episcopale: così si distrugge la famiglia
AUMENTO del 74,3 per cento di divorzi, l’anno scorso in Spagna, dopo la legge
del cosiddetto «divorzio express» varata nel 2005 dal governo socialista. Per
questi dati statistici la chiesa spagnola ha subito alzato le grida al cielo:
«Il governo – ha dichiarato padre Leopoldo Vives, della Conferenza episcopale –
si è proposto di distruggere le basi della società spagnola per impiantare un
nuovo modello a misura dei suoi interessi, per questo bisogna distruggere la
famiglia e in questo si sta impegnando». Ma in realtà il divorzio express sembra
avere soprattutto un risvolto positivo: infatti i coniugi che hanno deciso di
rompere la loro unione lo fanno sempre più in modo consensuale. E un’analisi
meno superficiale mostra che l’aumento è quasi inesistente, perché la nuova
legge rende facile divorziare quanto lo era prima separarsi e infatti le
separazioni sono diminuite del 70%. Altri dati statistici: in media, la rottura
del vincolo avviene dopo circa 15 anni, e i coniugi - il 55% dei quali con figli
- hanno tra 40 e 50 anni. Il divorzio è stato introdotto in Spagna nel 1981,
pochi anni dopo il ritorno alla democrazia, e da allora il numero di casi mostra
una curva ascendente. Fino a due anni or sono, però, esso richiedeva che prima
vi fosse stata una separazione legale, che per questa fosse stata addotta una
causa (come «l’infedeltà coniugale, la condotta ingiuriosa o vessatoria o
qualsiasi altra violazione grave o reiterata dei doveri coniugali»), e che dal
matrimonio fosse trascorso più di un anno. Insomma: le solite clausole
dissuasive per cercar di evitare la rottura definitiva del vincolo. Ma tutto ciò
serviva solo a perpetuare situazioni generatrici di grandi sofferenze e ad
aumentare il costo del divorzio, sicché la legge del 2005 ha eliminato tutte
quelle barriere: il divorzio può essere chiesto senza separazione previa e senza
identificazione della causa, con una richiesta unilaterale e dopo soli tre mesi
dal matrimonio (il che ha portato alla nascita del matrimonio express, tanto che
nel 2006 c’é stato un migliaio di unioni (330%) che è durato meno di un anno).
Come conseguenza, oggi il 70 per cento delle pratiche di divorzio arriva alla
meta in meno di sei mesi, e vi sono compagnie che in internet offrono assistenza
per tutta la procedura per meno di 500 euro Iva inclusa.
La legge fu introdotta assieme a quella che consentiva il matrimonio di coppie
omosessuali, e sollevò la fiera opposizione sia della Conferenza episcopale sia
della destra rappresentata dal Partido popular (quest’ultimo, timoroso di
perdere i voti degli omosessuali, in una vertigine di ipocrisia sosteneva di non
essere contrario a simili unioni ma solo a che si chiamassero matrimonio). I
vertici della chiesa spagnola accusarono il governo socialista di Zapatero di
praticare «misure antifamiliari», e invitarono i cattolici a usare tutti i mezzi
legittimi «in difesa del matrimonio, della famiglia e dei bambini». Si poté così
assistere allo spettacolo di vescovi manifestando nella pubblica via insieme con
i vertici del Pp sebbene si fossero ben guardati dal fare altrettanto nei
quarant’anni della dittatura franchista, non per nulla definita «nazional-cattolicesimo».
Per i vescovi, il cosiddetto divorzio express introduceva «la figura del ripudio
nella nostra legislazione», e il matrimonio gay voleva «annullare il significato
antropologico della differenza sessuale e imporre la «teoria del genere»,
contraria alle vera natura dell’uomo».
Il Vaticano stesso entrò nella polemica, e non ha perso occasione per rinnovare
lo scontro con il governo Zapatero. La protesta ecclesiastica, ormai trasformata
in pretesto per fare campagna politica contro il governo socialista, è andata
dalle leggi di cui si è detto all’insegnamento della religione nelle scuole, che
i vescovi vorrebbero obbligatorio, fino alla recentissima beatificazione di 498
sacerdoti «martiri» della guerra civile spagnola uccisi dai repubblicani.
Dimenticando beatamente i molti sacerdoti e monache uccisi dalle truppe
franchiste con l’aiuto dei nazisti tedeschi e dei fascisti italiani.
Franco Mimmi l’Unità 17.11.07