Solo uniti non saremo stupidi
Sant’Agostino scriveva che «un uomo solo è in compagnia dei suoi peggiori
nemici». Noi uomini di oggi dobbiamo essere davvero molto, molto soli per
giustificare l’imbarbarimento quotidiano a cui stiamo assistendo. Spegniamo
la televisione e diamo un’occhiata alla realtà. Un solo episodio.
Un ragazzo senegalese di ventisei anni si ferma ad un chiosco, ed ordina un
panino. Siamo a Milano. Il panino non gli piace, lo dice al proprietario del
chiosco. Quello che fa? Tira fuori un coltello e lo conficca nel petto del
giovane. Diallo Germe Usmane, per fortuna, si è salvato.
Non è un’esagerazione, un modo melodrammatico di estremizzare un fatto singolo.
Questi non sono casi singoli. Ho una lunga lista da raccontarvi, se volete:
ragazzi picchiati, accoltellati, uccisi, insultati, umiliati, posso persino
parlarvi della famiglia brianzola che ha preso a bastonate mio padre per un
parcheggio urlandogli «Tornatene al tuo paese». Dell’intera famiglia. Padre,
madre, figlio, nonno e nonna.
Però sarebbero racconti dalla viva voce delle vittime, e non dai giornali o
dalla televisione. Ve lo dimostro: i mezzi di comunicazione ci hanno raccontato
in ogni dettaglio l’assassinio della povera Sanaa ad opera del padre che non
voleva che lei fosse come era. Ma nel 2007 a Monza un uomo ha ucciso il figlio
omosessuale con dodici colpi di revolver. Anche quel padre non voleva che il
figlio fosse quel che era. Quanti di voi hanno saputo di quella notizia?
Un detto buddista dice che se discuti con uno stupido, dopo la discussione ti
sentirai stupido. Stiamo tutti diventando stupidi. Siamo anestetizzati, immuni
al dolore e all’indignazione. Ma io mi rifiuto di rimanere sola con i miei
peggiori nemici. Uniamoci, incontriamoci, conosciamoci. Recuperiamo il senso
profondo della nostra umanità, manifestando a Roma il 17 ottobre, ma anche
rieducando noi stessi, ed opponendoci al silenzio complice che aggredisce le
vittime del razzismo.
Randa Ghazy l’Unità 11.10.09