Soffocante abbraccio vaticano


In Vaticano, in questi giorni, con l'inusuale duplice bacio all'anello pontificio da parte di Berlusconi
e, fatte le debite proporzioni, con l'altrettanto inedita passeggiata di due amiconi, Ratzinger e Bush,
nei Giardini vaticani con preghiera finale, privilegio mai concesso finora ad un capo di stato, si è
consumata in maniera sfacciatamente provocatoria, l'alleanza strategica mondiale fra il dominio
imperiale imperniato sugli Usa e il dominio del sacro etico-spirituale-religioso incarnato dal vertice
della Chiesa cattolica.
Si è trattato dell'atto finale di un processo che viene da lontano, dal dopoguerra, quando il vertice
vaticano ha dovuto sostituire l'alleanza con le dittature fascista e nazista, rovinosamente sconfitte,
aprendosi al sistema di dominio occidentale liberale o democratico gloriosamente trionfante e carico
di futuro. La parentesi conciliare sembrava aver interrotto quel processo di compattamento del
sistema di dominio per aprire la Chiesa a un orizzonte profetico di liberazione da ogni alienazione.
La politica vaticana del dopo-concilio ha richiuso la fessura della speranza. E ora siamo alla tela del
ragno che con robustissimi fili avvolge il mondo e ogni esistenza umana senza apparenti vie
d'uscita. Soffochiamo senza riuscire a vedere spiragli. La laicità è al minimo storico.
«Non abbiamo bisogno di una nuova laicità» sentenzia Aldo Schiavone alzando lo straccio bianco
della resa. E non servono a molto le sofferenze e i piagnistei di un certo mondo cattolico per così
dire aperto, che qualche volta divengono anche critiche aperte se non perfino gridate ma solo verso
singoli fatti. Non servono perché rincorrono perennemente gli epifenomeni senza intaccare la
radice. La simbiosi col dominio imperiale è radicata nell'intimo del cattolicesimo.
E' una
connotazione genetica fin dalle sue origini nel quarto secolo. Cattolico infatti significa letteralmente
universale nel senso preciso dell'universalismo imperiale. Non era cattolico il cristianesimo dei
primi due secoli. All'inizio non era neppure propriamente una religione. La scelta dell'universalismo
imperiale al tempo di Costantino e Teodosio non fu indolore. Creò una profonda spaccatura interna
al cristianesimo. E fu una spaccatura verticale. Gli strati del cristianesimo più lontani dal centro
imperiale ed ecclesiale e socialmente più umili, in particolare i contadini poveri della Chiesa
africana, insieme ad alcuni loro episcopi, percepirono una tale alleanza fra la Chiesa e l'Impero
come un tradimento radicale del profetismo evangelico. Il loro cristianesimo ribelle fu brutalmente
represso. Esso però divenne quella folata di vento dello Spirito o se si vuole quel fermento che
ispirò molte delle spinte di ribellione creativa e di liberazione dal dominio del sacro nella storia del
cristianesimo. A ben vedere soffia anche oggi. Più che piangere bisogna saper rischiare affidandosi
a quel soffio.
 

Enzo Mazzi        il manifesto 14 giugno 2008