Sicurezza sociale: la realtà e la rappresentazione

La sicurezza dei cittadini è una parola chiave per le destre, determinante per la vittoria nelle elezioni. Ancora ieri al Senato un lungo dibattito sulla sicurezza e poi la fiducia al decreto del Governo sull'immigrazione ... si, perché in Italia le destre e la lega hanno ridotto il tema della sicurezza solo a questo, e nessuna Sinistra, nessun Pd o Idv hanno finora cercato di contrastare quell'interpretazione a senso unico e di trarre fuori realtà da questa rappresentazione falsa e xenofoba


La paura viene indirizzata dove si vuole che vada ( verso gli immigrati) e le soluzioni per la nostra sicurezza paiono essere l'esercito nelle città, le ronde, l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, la negazione dell'assistenza sanitaria ai cittadini extracomunitari.

Nessun aiuto concreto ai paesi poveri ( che invece si riduce all'0,1 del pil quando dovremmo da venti anni dare lo 0,7), nessuna politica demografica e nessun controllo delle nascite a tutela di donne e bambini, pochi accordi tra governi per controllare i flussi, nessuna regola nuova per il commercio e per prezzi equi per le materie prime che rapiniamo ai paesi poveri, non microcredito ma le politiche strangolanti della Banca mondiale e del fondo monetario internazionale. Sarebbero temi per il G8 che si riunisce all'Aquila, in gran parte uguali a quelli posti a Seattle, ma sono certa che il nostro Governo non ne mettere sul tavolo neppure mezzo. E quando mai ci è stato detto di temere le banche, i grandi speculatori finanziari e immobiliari, le grandi multinazionali e i mercati senza regole che sono la causa principale dell'attuale crisi economica? Anzi se chiedete in giro molti risparmiatori vi diranno che i loro risparmi sono al sicuro perché sono in banca!

L'informazione manipolata e la rappresentazione falsificata delle cose può far perdere di vista la realtà e infatti nel nostro paese non si teme ciò che ci danneggia e ci toglie la vita e i diritti in modo pervicace e continuo. Il numero di vittime causate dall' insicurezza di case, scuole e ospedali nelle aree sismiche o dissestate da eventi alluvionali e franosi, dall'obsolescenza e dalla mancata manutenzione dei mezzi di trasporto pubblici di passeggeri e di merci, dalla insicurezza nei luoghi di lavoro è altissimo. E nell'ultimo anno, a causa del terremoto abruzzese, del tragico incidente di Viareggio e dell'aumento di morti sul lavoro il numero è inquietante. Eppure undici milioni di persone entrano, da decenni, in ospedali o mandano i figli in scuole che non hanno l'agibilità statica, salgono su treni ai quali non viene fatta la dovuta manutenzione, si recano al lavoro in luoghi che sempre meno tutelano il diritto ad un lavoro sicuro. Così come non ci sentiamo minacciati quotidianamente dalle emissioni inquinanti, che pure invece fanno aumentare le nostre patologie respiratorie e lievitare la spesa sanitaria.

Al nord tanti cittadini si mobilitano contro gli immigrati ma tengono badanti e operai in nero nelle loro case e nelle loro imprese. E con l'approvazione del decreto "sicurezza" ieri al Senato sono diventate clandestine le nostre badanti ( lavoratrici a tempo pieno) ma anche noi che siamo i loro datori di lavoro, gli operai in nero del nord est ma anche gli imprenditori che li fanno lavorare, diversi milioni di italiani, da ieri,favoreggiano l'immigrazione clandestina e dunque sono perseguibili. Solo una classe dirigente ipocrita può concepire una legge di tal fatta. E io credo sia venuto il tempo di mettere i piedi nei territori della Lega per raccontare e discutere con i cittadini queste e altre palesi contraddizioni.

La sicurezza sociale è costituita dunque da molte voci ed è compito nostro non abbassare il livello di attenzione su nessuna di esse. Ma soprattutto impedire che passi l'idea che l'unico pericolo sono i cittadini immigrati , perché non è vero e perché in questo modo l'opinione dei più non si fermerà neppure un minuto su tutte le altre insicurezze che attraversano la nostra vita quotidiana. Credo che la sinistra dovrebbe concentrarsi stabilmente su ciò nei fatti ci colpisce di più, portando la realtà dentro politica, fuori da ogni fatalismo e da grossolane semplificazione.
Mettere in sicurezza 5000 scuole e 500 ospedali in zone sismiche è difficile, costoso ma se si prendono i soldi destinati al Ponte sullo Stretto e all'acquisto di nuovi aerei da guerra si può fare e si può ricostruire in tempi certi e con risorse vere anche l'Abruzzo e le sue città, così come si possono e si debbono controllare di più e meglio i treni merci e passeggeri e cambiare il materiale quando è obsoleto o sanzionare pesantemente i datori di lavoro per gli incidenti sul lavoro dovuti alla mancanza di condizioni accettabili di sicurezza.

Fulvia Bandoli,    Aprile Online 1 luglio 2009

 

 

 

Commento della Sezione Italiana di Amnesty International sull'approvazione del "pacchetto sicurezza"

 

Il Senato ha approvato oggi l'ultima consistente parte delle riforme legislative del "pacchetto sicurezza", pianificate dal governo nel maggio 2008, durante il primo consiglio dei Ministri tenutosi dopo l'insediamento.
Sin da quel momento, la Sezione Italiana di Amnesty International ha dichiarato la propria preoccupazione per l'impatto di tali proposte e dell'approccio che le ha accompagnate sui diritti umani di migranti e richiedenti asilo.

Prevedere la natura penale dell'ingresso e della residenza irregolare in Italia rende obbligatoria la denuncia del migrante che si trovi in tale situazione da parte di ogni pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che ne venga a conoscenza.
 
L'organizzazione per i diritti umani torna oggi a sottolineare che i migranti, per timore di essere denunciati con conseguenze di rilievo penale, saranno perciò indotti a sottrarsi al contatto con tutti gli uffici pubblici, in qualunque ambito, piombando così in un'allarmante situazione di mancato accesso ai servizi e di compromissione dei loro diritti umani
Questo stato di cose potrà colpire i migranti irregolari e i loro familiari - siano essi migranti regolari o irregolari, o cittadini italiani - in diversi campi, tra cui l'accesso alle cure mediche e all'istruzione, la possibilità di registrare i bambini e le bambine alla nascita, di contrarre matrimonio, di denunciare alla polizia i reati subiti.
A queste norme, osserva con preoccupazione la Sezione Italiana di Amnesty International, si affiancano quelle che prolungano sino a sei mesi i tempi massimi di detenzione dei migranti nei Centri di identificazione ed espulsione, le quali confermano l'utilizzo della detenzione dei migranti come unica risposta e non come ultima risorsa, senza alcuna previsione di misure alternative, come invece richiesto dagli standard internazionali sui diritti umani.
 

CS091: 02/07/2009                Roma, 2 luglio 2009