SESSUALITA' E BIOETICA

 MADRID-ADISTA “Ammettere che tanto la realtà quanto la fede Siano in evoluzione presuppone l’essere in sintonia con il Concilio Vaticano II”: lo afferma, nel suo ultimo libro,

“Terulias de bioetica’’ (Conversazioni di bioetica, edizioni Sal Terrae), il gesuita Juan Masià Clavel, direttore della cattedra di bioetica della Pontificia Università Comillas di Madrid. Nei Con­cilio, spiega il gesuita, viene riconosciuto che “l’umanità sta passando da una concezione più statica della realtà ad una più dinamica ed evolutiva”, e dunque bisogna accettate le conseguen­ze bioetiche per la vita e per la sessualità che da questo assunto derivano. E’ stato il Concilio a notare l’emergere di “un nuovo insieme di problemi che esige nuove analisi e nuove sintesi”.

Fra questi problemi ci sono appunto i temi cruciali della bioetica quali la definizione dello Sta­tuto dell’embrione, le regole della fecondazione, l’uso del preservativo, la clonazione…

Masià Clavel ha vissuto 25 anni in Giappone dove è stato di rettore del dipartimento di Bioetica presso l’istituto di Scienza della Vita dell’Università Sophia e professore di Bioetica ed Antropologia nella Facoltà di teologia della Università della Compagnia di Gesù a Tokyo. Tornato in Spagna, il gesuita non ha potuto fare a meno di notare il modo diverso (“extraño’’ è il termine che usa, cioè bizzarro, inconsueto), con cui la Chiesa cattolica affronta questioni complesse e delicate come quelle di bioetica. “Richiama la mia attenzione anche l’intromissione inopportuna di istanze ecclesiastiche per dettare regole di moralità alla società civile”.

E Certo le sue asserzioni devono risuonare in modo davvero “extraño” alla Chiesa cattolica.

Scrive Masà Clavel sull’embrione: “Il concepimento non è un istante, ma un processo, il processo del concepire, vale a dire di finire di accogliere nel seno materno, al termine del processo evolutivo di circa due settimane, questa struttura che chiamiamo embrione, la quale nel suo complesso scambio embrio-materno, durante le settimane successive giungerà a costituire, a partite dall’ottava settimana, quello che gli embriologi chiamano feto”.

Quanto alle regole su fecondazione e contraccezione, il gesuita si appella al principio della maternità e paternità responsabili. “Tanto il preservativo o la pillola, o un dispositivo intrauterino, quanto il ricorso ai cosiddetti metodi naturali possono essere ammissibili o rifiutabili a seconda che si usino responsabilmente e rispettando le persone”.

Nessun tabù dunque sull’uso del preservativo e “non solo come strumento di prevenzione del contagio”, puntualizza Masià Clavel, “ma anche come anticoncezionale corrente”. Il condom “può essere usato per non incorrere in una gravidanza indesiderata ed evitate l’aborto”.

“È da lungo tempo che la teologia morale seria – aggiunge - ha superato questo falso problema. Anche se un dicastero romano o i consiglieri di una Conferenza episcopale o coloro che preparano il discorso per il papa dicono il contrario”.

Una posizione che potrebbe sollevare qualche polemica e che il gesuita si appresta a chiarire: “Si può dissentire nella Chiesa per fedeltà verso la Chiesa stessa. Soprattutto sapendo che non è questione di fede, né di morale, né di peccato. E’ questione di senso comune e di responsabilità”. “Per fedeltà alla Chiesa, per sentirci Chiesa e sentirci parte di essa, ci vediamo costretti non solo a consentire con la Chiesa, ma alcune volte anche a dissentire nella Chiesa, a dissentire ragionevolmente e responsabilmente restando dentro la Chiesa”. “Si noti – sottolinea - che non ho detto sentire dalla Chiesa. Chi sta fuori dissente dalla Chiesa, noi che stiamo dentro dissentiamo nella Chiesa, perché avvertiamo la responsabilità di farlo e la responsabilità di parlare”

“Di fronte alle sfide delle scienze biologiche e delle biotecnologie, è urgente la cooperazione tra ricerca scientifica e pensiero etico”, sostiene il gesuita, il quale, per esempio, in materia di clonazione rifiuta quella con finalità riproduttive ma ammette l’uso controllato e regolamentato di tecniche di clonazione indirizzate alla medicina rigenerativa. E non è contrario all’utilizzo degli embrioni criocanservati in eccesso a fini scientifici. “Le Religioni, - conclude Masià Clavel - senza imporre né monopolizzare, possono sostenere questo compito aprendo orizzonti di speranza”.

Da ADISTA n. 83 del 3 Dicembre