Scalfari sul caso Englaro e il ministro Sacconi
La clinica convenzionata
Città di Udine ha comunicato venerdì scorso che non potrà effettuare
l´intervento richiesto dalla famiglia Englaro e autorizzato dalla Cassazione,
per porre fine alla vita vegetativa di Eluana a diciotto anni di distanza dal
suo inizio. La suddetta clinica era disposta ad eseguire ciò che la famiglia
voleva e che la magistratura aveva autorizzato, ma ne è stata impedita
dall´intervento del ministro Sacconi il quale ha minacciato di far cessare i
rimborsi dovuti alla clinica per le degenze dei suoi clienti, costringendola
quindi a sospendere la sua attività.
La decisione d´un ministro ha cioè la forza di impedire che una sentenza
abbia corso. Si tratta d´un fatto di estrema gravità politica e costituzionale,
di un precedente che mette a rischio la divisione dei poteri e la natura stessa
della democrazia. Poiché si invoca da molte parti una riforma della
giustizia condivisa con l´opposizione, a nostro giudizio si è ora creata una
questione preliminare: non si può procedere ad alcuna riforma condivisa se non
viene immediatamente sanata una ferita così profonda. Se la volontà
politica di un ministro o anche di un intero governo può impedire l´esecuzione
di una sentenza definitiva vuol dire che lo Stato di diritto non esiste più e
quindi non esiste più un ordine giudiziario indipendente.
Non c´è altro da aggiungere per commentare una sopraffazione così palese e una
violazione così patente dell´ordinamento costituzionale.
Eugenio Scalfari Repubblica 18.1.09