Sacro carrierismo vaticano
L'avvicendamento alla Segreteria di Stato vaticana tra il cardinale Angelo
Sodano e il cardinale Tarcisio Bertone, arcivescovo di Genova
Gesù
dice: ‘Io sono la porta’. È attraverso di Lui che si deve entrare nel servizio
di pastore. Gesù mette in risalto molto chiaramente questa condizione di fondo
affermando: ‘Chi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante’. Questa
parola “sale” evoca l'immagine di qualcuno che si arrampica sul recinto per
giungere, scavalcando, là dove legittimamente non potrebbe arrivare. Salire – si
può qui vedere anche l'immagine del carrierismo, del tentativo di arrivare ‘in
alto’, di procurarsi una posizione mediante la Chiesa: servirsi, non servire. È
l'immagine dell'uomo che, attraverso il sacerdozio, vuole farsi importante,
diventare un personaggio; l'immagine di colui che ha di mira la propria
esaltazione e non l'umile servizio di Gesù Cristo".
Non sono parole di qualche ribelle teologo della liberazione, ma del papa,
pronunciate domenica 7 maggio, nell'omelia per l'ordinazione di quindici nuovi
preti, commentando le parole del Vangelo di Giovanni sul “buon pastore”. E anche
quando Benedetto XVI si chiamava Joseph Ratzinger, sosteneva la necessità di
stroncare il vizio del "carrierismo ecclesiastico", e che dovessero essere "eccezionalissimi"
i trasferimenti di un vescovo da una sede ad un'altra, a discapito delle
comunità locali.
Il primo giugno 1999 alla rivista di Comunione e Liberazione “30 Giorni”
Ratzinger dichiarava: "Nella Chiesa non dovrebbe esistere alcun senso di
carrierismo. Essere vescovo non deve essere considerato una carriera con diversi
gradini, da una sede all'altra, ma un servizio molto umile… Certo, ci possono
essere casi eccezionali: una grandissima sede in cui è necessario avere
esperienza del ministero episcopale, in questo caso può darsi... Ma non dovrebbe
essere una prassi normale; solo in casi eccezionalissimi. Rimane valida questa
visione del rapporto vescovo-diocesi come un matrimonio che implica una
fedeltà".
Ma papa Wojtyla continuò a promuovere e spostare vescovi da una sede ad
un'altra. Oggi è cambiato il pontefice, ma la situazione è la stessa. Papa
Ratzinger non ha affatto attuato i buoni propositi espressi da cardinale solo
alcuni anni fa. Infatti, se si esamina l'aprile 2006 (analoga è la situazione
nei mesi precedenti), il pontefice ha nominato 17 "nuovi" vescovi, mentre ne ha
trasferiti 11 da una sede ad un'altra. Dopo tanti proclami, insomma, continua il
sistema che in radice, secondo la parola di Joseph Ratzinger, favorisce il
"carrierismo": anche per il pontefice “tra il dire e il fare c'è di mezzo il
mare”, e papa Benedetto mantiene un sistema che prima criticava e che tuttora,
almeno a parole, avversa.
È stata questa la prima riflessione che ho fatto appena ho saputo
dell’avvicendamento alla Segreteria di Stato vaticana tra il cardinale Angelo
Sodano e il cardinale Tarcisio Bertone, arcivescovo di Genova. Il cardinale
Angelo Sodano esce di scena dopo aver ricoperto per ben 15 anni la carica di
Segretario di Stato. E tuttavia il Papa ha voluto sottolineare, una volta di più
e con un gesto straordinario, il grande riconoscimento per l'opera compiuta dal
porporato di origine piemontese, rimandando fino al prossimo 15 settembre la
conclusione del suo lavoro. In ogni caso, la stagione di Sodano si chiude, ed è
stata un'epoca particolarmente densa di crisi e di cambiamenti sulla scena
ecclesiale e in quella internazionale. La formazione del cardinale era maturata
all'interno della diplomazia vaticana: una carriera divisa fra le nunziature
apostoliche e la Curia vaticana dove ha servito fedelmente Karol Wojtyla che lo
chiamò al vertice del governo della Chiesa universale quale successore del
cardinale Agostino Casaroli. La nomina di Sodano era avvenuta dopo il viaggio di
Giovanni Paolo II in Cile, dove il futuro Segretario di Stato era “discusso”
Nunzio Apostolico mentre dominava il Paese andino il generalissimo Augusto
Pinocet. Il futuro collaboratore di Woitila, si era adoperato per far incontrare
il papa anticomunista con il dittatore cileno. Simbolo dell’incontro fu il
saluto dei due dal balcone del palazzo presidenziale ad una folla che contestava
e criticava la presenza del papa accanto al generale-macellaio. Anche Sodano fu
molto criticato per la sua amicizia con il dittatore cileno e per non aver mai
speso una parola in difesa dei diritti umani, calpestati in modo eclatante da
Pinocet. Ma le critiche non servirono a bloccargli la carriera.
Il tramonto di Sodano è costellato di alcuni errori, uno in particolare,
imperdonabile per un diplomatico della sua statura. Pochi mesi fa, il porporato
ha giocato, azzardando non poco, l’ultima carta contro il “nemico” cardinale
Ruini, facendo lanciare un sondaggio segreto tra i vescovi italiani per la
successione al Presidente della Cei, anch’egli in età di pensione; il sondaggio
era promosso dal nunzio pontificio presso lo Stato italiano, mons. Paolo Romeo,
certamente su input della Segreteria di Stato e, quel che è peggio, all'insaputa
del papa che non ha perdonato al vecchio Segretario di Sato di aver fatto di
testa sua. Ora si chiude l’era Sodano, il quale, dopo la "gratitudine" al Papa,
in un comunicato diffuso dalla Sala Stampa vaticana dice: "Fin d'ora anticipo i
più fraterni auguri al mio futuro successore, il card. Tarcisio Bertone, al
quale mi legano, da molto tempo, vincoli di stima e amicizia".
Non sono un esperto di “cose” vaticane che appaiono lontane anni luce dal
semplice lavoro di un prete, ma qualcosa mi dice che Sodano e Bertone non
appartengono alla stessa “cordata”, e le dichiarazioni rese da entrambi, che
appaiono solo di circostanza, lo dimostrano.
Bertone, che ha 71 anni, e quindi, secondo il codice di Diritto Canonico, tra
quattro anni dovrà andare, a sua volta in pensione, ripercorrendo la propria
vita nella conferenza stampa tenuta a Genova, conferma i tanti spostamenti
avvenuti nella sua carriera ecclesiastica; colpisce soprattutto pensare che in
pochissimi anni Genova cambia ben quattro arcivescovi, un vero record, alla
faccia delle dichiarazioni del papa, del lavoro pastorale continuamente
interrotto e riprogrammato e del rispetto nei confronti del clero e dei fedeli
laici della diocesi ligure: "C'è stata comunicata - ha dichiarato il Cardinale
Bertone - la precisa volontà del Santo Padre di riavermi accanto a sé a Roma
come segretario di Stato, per 'coadiuvare da vicino il Sommo Pontefice
nell'esercizio della sua suprema missione’. Dagli studi e dalla vita
universitaria che mi appassionava e che ricordo con nostalgia, sono stato
mandato all'arcidiocesi di Vercelli. Dopo appena quattro anni, sono stato
richiamato a Roma, proprio dal cardinale Angelo Sodano, il 23 maggio 1995, per
servire Papa Giovanni Paolo II nella Congregazione per la Dottrina della Fede.
Improvvisamente sono stato dirottato a Genova: ho amato questa Chiesa e vi ho
dedicato cuore e fatiche per oltre tre anni. Ora sono richiamato a Roma. Come
sempre obbedisco e ringrazio Papa Benedetto per la fiducia che ripone nel suo
collaboratore. Chiedo al Signore di essere fedele e di accompagnare il papa in
questa promettente stagione di nuova evangelizzazione".
La nomina di Bertone era stata già annunciata dai mezzi d'informazione a più
riprese nelle settimane scorse, tanto da costringere il porporato ad intervenire
per smentirla. Invece avevano ragione i giornali! In effetti la nomina di
Bertone era pronta da settimane. E per chi mastica un poco di beghe
ecclesiastiche, tutto questo dimostra quante difficoltà che ci siano state nel
nominarlo, i veti “sparati contro” per bloccarla e i tentativi di bruciare la
nomina pubblicizzandola in anticipo: vecchi trucchi curiali, non riusciti questa
volta, che però hanno scoperchiato l'alto livello del conflitto tra le fazioni
interne al Sacro Palazzo Apostolico.
Ho “incrociato” le ire del cardinal Bertone alcuni anni fa, quando con don
Andrea Gallo presentavamo il libro di Corrado Zumino “Preti contro” alla
Feltrinelli di Genova. Su suggerimento di Bertone, che da poco era passato dalla
Congregazione retta da Ratzinger all’arcidiocesi ligure, la Curia genovese emise
una dura nota pastorale con cui il cardinale colpiva don Andrea Gallo e il
sottoscritto, accusati di avere presentato il citato libro; la nota, che faceva
ripiombare la Chiesa indietro di secoli, recitava: "In relazione alle notizie
apparse su alcuni giornali concernenti la presentazione del volume "Preti
contro", introdotto come "in opposizione alla Chiesa di Papa Wojtyla" si rileva
l'anacronismo e l'antistoricità dell'evento nel momento in cui il Papa Giovanni
Paolo II manifesta una lungimiranza ed una leadership morale unica da tutti
riconosciuta. I sacerdoti, i cui profili vengono messi in evidenza nella
pubblicazione, sono delegittimati da tempo per i loro atteggiamenti
antievangelici, antiecclesiali e alieni dalla loro condizione di appartenenza
alla Chiesa come pastori d'anime, in contrasto con uno specifico mandato
apostolico conferito dalla competente Autorità Ecclesiastica. Molte delle
dichiarazioni fatte nel corso della presentazione, così come riportate dalla
stampa, appaiono contraddittorie e, almeno in alcune parti, inaccettabili. La
Chiesa Genovese che riconosce nel Papa Giovanni Paolo II un grande maestro di
dottrina e di vita, intende continuare a svolgere i suoi interventi a favore dei
poveri, dei senza dimora, degli emarginati, degli anziani, dei giovani e delle
giovani a rischio, ma nella autenticità dello spirito evangelico”. Amen!
Dopo questi spostamenti e quello che ha “retrocesso” il cardinale Crescenzio
Sepe dalla prestigiosissima Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli alla
diocesi di Napoli, altri trasferimenti e spostamenti importanti si prevedono
sullo scacchiere vaticano nei prossimi mesi, che lo modificheranno in modo
sensibile: il nuovo vescovo di Genova potrebbe essere il cardinale Giovan
Battista Re, attuale prefetto della Congregazione per i Vescovi, che però
sarebbe contrario a questa soluzione; altra sede cardinalizia vacante è quella
di Palermo dove l'attuale arcivescovo, il cardinale Salvatore De Giorgi, ha già
da qualche mese compiuto i 75 anni e per sostituirlo è pronto mons. Paolo Romeo,
nunzio apostolico in Italia, che aspira all'arcidiocesi di Palermo da molti
anni; altro "movimento" è previsto nella Congregazione dei religiosi, il cui
prefetto, lo slavo cardinale Franc Rodé, non gode di apprezzamento e stima da
parte di molte congregazioni religiose perché considerato poco attento ai
problemi dei religiosi e "debole" nei confronti della potente organizzazione dei
Legionari di Cristo; ma il cambiamento che appare più sicuro riguarda il
Segretario del dicastero, il passionista mons. Piergiorgio Silvano Nesti, già
dimissionario per raggiunti limiti d'età.
La sacra roulette vaticana continua! Ci sarebbe onestamente da chiedersi cosa
c’entri tutto questo “sacro carrierismo” con il Vangelo che, invece, raccomanda
altro: “Avvicinatisi Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, dicono a Gesù:
'Maestro, concedici di sedere uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nella
tua gloria'. Gesù disse loro: 'Non sapete ciò che chiedete!'. Udito ciò, i
Dodici incominciarono a indignarsi contro Giacomo e Giovanni. Ma Gesù,
chiamatili a sé, disse loro: 'Voi sapete come coloro i quali sono ritenuti capi
delle nazioni le tiranneggiano, e come i loro prìncipi le opprimono. Non così
dev'essere tra voi; ma piuttosto, se uno tra voi vuole essere grande, sia vostro
servo, e chi tra voi vuole essere primo, sia schiavo di tutti. Infatti il Figlio
dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la propria
vita in riscatto per molti' ”. (Marco 10, 35 – 45).
don Vitaliano Della Sala AprileOnLine n.189 del 23/06/2006