Ricordando la Milano
di Bettino
NELLA Milano craxiana «dei nani e delle ballerine» come la chiamava il
socialista di Bari Rino Formica chiesi a un dirigente socialista: «Ma perché i
capi del partito credono che i principi, le idee contino zero e il denaro
tutto?». Mi rispose: «Perché il partito craxiano è nato come un clan di
giovani rampanti, convinti che la politica è questo, che la politica si fa così,
con i soldi necessari al commercio delle tessere, con gli assessorati con cui si
fanno gli affari. C´è anche il desiderio di autonomia, il forte anticomunismo,
ma come modo per aver mano libera nel fare la politica degli affari.
Ogni fine settimana Craxi lascia a Roma le cure di governo e viene a Milano per
la riunione in un ristorante dove si parla unicamente di affari».
Nella Milano degli anni ´80 Craxi è il capo, ma il padrino del gruppo è Antonio
Natali, il vero maestro del nuovo corso, della politica come affare per mezzo
degli affari. La sua lezione ai giovani dirigenti è: «Fan tutti così.
Cerchiamo di farlo meglio degli altri».
Gli
affari trasformati in ideologia, come via naturale al potere, che prima
rispondono ai desideri dei funzionari di partito poveri che hanno fatto sin lì
una vita di stenti e poi diventano assuefazione. Il craxismo milanese è
una combinazione paradossale ma realista e aggressiva dei nuovi ceti borghesi
emergenti nella Milano del miracolo economico, la nuova borghesia del terziario,
della moda, dei pubblicitari, degli imprenditori edili che troverà in Silvio
Berlusconi il gemello naturale di Bettino, che vorrà Bettino come testimone di
nozze, che si consulterà con Bettino nel camper durante i congressi del partito.
Un gemellaggio che continuerà dopo la fine di Craxi, anche con il passaggio nel
partito berlusconiano dei più influenti quadri socialisti. L´aspetto
paradossale del socialismo milanese è che si dice figlio di Pietro Nenni e
sempre più lontano dal suo idealismo romantico e sempre più simile alla
borghesia mercadora di Milano, che continua a dire di avere «il cuore in
mano» ma come il giovane Berlusconi è pronta a lanciarsi nei nuovi promettenti
pascoli della pubblicità e dell´edilizia. E questo spiega come un sindaco della
borghesia miliardaria come la Moratti pensa oggi di intestare a Craxi una via o
un giardino milanesi perché sa che buona parte dei craxiani hanno trovato
rifugio nel partito di Silvio.
Un´altra affinità elettiva fra il socialismo craxiano e il liberismo
berlusconiano, entrambi con il cuore in mano, è di procedere subito alla
eliminazione di quanti si oppongono al nuovo corso. Il compagno Giulio
Polotti, un sindacalista vecchio stampo dice: «Mi hanno tolto le preferenze
perché come assessore facevo fare le scuole e non le discoteche, perché dicevo
che la retorica socialdemocratica era superata ma sempre meglio della spocchia e
dei lussi, sempre meglio dei milioni spesi in fiori e in banchetti ai
congressi». Viene silurato anche Emanuele Tortoreto, già assessore al
decentramento: «Vada a fare il professore a Bari che è meglio per tutti». E
all´architetto Costantino che è alla direzione delle Case Popolari: «Bravo
Costantino, in una intervista al "Corriere", hai detto che il tuo istituto non
ha mai truccato un appalto. Sei un compagno simpatico, ma sei anche un gran
pirla». E quando l´assessore all´Urbanistica Armanini viene denunciato per aver
preso delle tangenti per i posti al cimitero lo festeggiano: finalmente anche tu
hai capito come si fa politica.
L´assuefazione al furto è tale che non ci si accontentava di rubare in grande
con le grandi dazioni, le grandi tangenti, ma si arriva fino all´argent de
poche, alle spese correnti. Craxi occupa un ufficio in piazza Duomo, il sito
più caro di Milano, 300 metri quadrati, senza contare gli uffici sottostanti
della moglie e del cognato, pagando in affitto al Comune, che non è proprietà
del partito, 40 milioni l´anno, quanto a dire che ritiene normale uno sconto di
decine di milioni.
Per anni la fedele segretaria Vincenza Tomaselli viene pagata dall´ufficio di
presidenza del Comune. La casa editrice Sugarco, sovvenzionata dal partito,
pubblica i saggi politici e ideologici del segretario che vendono poche
centinaia di copie. La benzina della sua auto è pagata dal Comune. Gli abiti dei
grandi stilisti sono regalati. In questo clima l´amministrazione della città
spende e spande: a Milano i sacchetti per le immondizie sono i più cari del
mondo, per una celebrazione del primo volo dalla Malpensa si spende una follia,
i dirigenti del partito se arrivano a Ginevra alloggiano all´Hotel Richmond, e a
Zurigo al Suisse, alberghi di lusso. Hanno trovato la famosa terza via dei
naviganti, il passaggio a Nord Ovest.
I procacciatori di tangenti hanno case di lusso, hanno scoperto che la
lotta contro il perfido comunismo può rendere fortune. Un assessore di
Brescia, vittima del giustizialismo, per tornare a casa da Roma, affitta un
aereo privato. «Non si rendevano più conto di rubare», ha osservato il
repubblicano De Angelis: «Vivevano in un loro mondo fatato dove le tangenti
funzionavano come un orologio di precisione, la direzione fingeva di non vedere
i piccoli furti della base per non guastare il consenso generale. Nessuno si
interrogava sul futuro, tutti si rassicuravano a vicenda». «È dal congresso di
Palermo nel 1981 - ricorda un socialista - che si è passati all´acquisto
massiccio delle tessere e che la selezione dei dirigenti è cambiata
radicalmente».
In questa
selezione alla rovescia brilla il caso dell´ingegnere Mario Chiesa, direttore
socialista del Pio Albergo Trivulzio, arrestato mentre cerca di gettare nel
water dell´ufficio fasci di banconote dell´ultima dazione incassata. «Io ero
esitante a accettare la direzione del Trivulzio - dirà - ma il segretario
regionale Loris Zaffra mi disse: "Mario, mai dimettersi e mai rinunciare a un
posto, prendi il Trivulzio e poi ce lo vendiamo bene magari lo barattiamo con
qualcosa di meglio"». Chiesa capisce di aver trovato la fortuna la sera in cui i
Craxi lo invitano a cena al Saint Andrew´s a Milano. C´è Bettino e c´è Mike
Bongiorno, c´è la signora Craxi che ha bisogno di una sede per una sua
associazione benefica.
Mario Chiesa è pronto: «Chiamo il contadino che ha un regolare contratto di
affitto con una delle cascine del Trivulzio e lo convinco a cederne la metà».
Per Chiesa la politica vuol dire arricchirsi, che cosa sia il socialismo non
lo sa, ma cosa sia essere un assessore potente, questo lo sa benissimo.
Ricorda uno dei fornitori del Trivulzio: «I vecchi dell´ospizio venivano
trattati bene perché la direzione doveva rubare sulle forniture. Noi fornitori
venivamo trattati come dei servi, insultati e ricattati». Il socialismo craxiano,
la «Milano da bere», sono stati anche questo. Ma in politica si dimentica
presto.
Giorgio Bocca Repubblica 5.1.10