Regime, scene di un crollo
Un giorno qualcuno potrà dividere il regime Berlusconi (finora quindici anni
ininterrotti) in tre periodi: quello del finto innocente, della negazione
risoluta davanti ai fatti. Chi, io? ma io mi dimetterei immediatamente se fosse
vero; quello in cui comincia lui e poi si guarda intorno smarrito come nel gioco
“lo schiaffo del soldato”; quello della rivendicazione del fatto (o reato)
compiuto come di un naturale e legittimo diritto. E la violenta denuncia: “Ci
dobbiamo difendere”.
Ho detto “quindicennio ininterrotto” del regime Berlusconi nonostante due
periodi (uno molto breve) di governo del centrosinistra a causa di due trovate
di Berlusconi che spero gli storici non trascureranno. Il primo è di
agire, in democrazia, con la trovata di sospendere la democrazia nel suo
partito. Ciò gli dà uno spazio di libertà (a parte i soldi, a parte il
conflitto di interessi) che i suoi avversari, appesantiti dalla necessità del
consenso, non possono fronteggiare. Il secondo è di non governare mai e di
fare opposizione, anzi campagna elettorale sempre. Per farlo deve arrecare danno
– e lo fa – alla Repubblica. Il danno più grave è portarsi via – forse
solo a causa del suo fascino leaderistico – potenti funzionari dello Stato,
guardiani delle garanzie, verificatori e tutori della legalità, notai della vita
istituzionale e della vita pubblica. Clamoroso è il caso dell’Autorità delle
Comunicazioni. Comincia il crollo del regime. Si vedono ovunque
nel Pdl crepe, lacerazioni, perdite di rispetto. Le barzellette rimbalzano tra
sms ed e-mail, tra l’Italia e il mondo. Quella che trovate oggi sul telefonino
spiega: “E’ vero che non si può accusare Berlusconi di abigerato (furto di
bestiame) come titola Il Giornale. Ma è perché si è già portato via tutte le
pecore”.
Il fatto è che sta facendo crollare la Repubblica e con lui cadono nel
vuoto i lavoratori senza fabbrica, i precari senza contratto, le aziende
svendute senza padrone. Ma con lui cominciano a cadere anche pezzi
importanti delle Istituzioni repubblicane. Per ogni regola è stato legiferato
uno strappo. Per ogni strappo ci vuole un garante a rovescio. Un garante della
illegalità. Sarà una lista lunga e un danno immenso.
Furio Colombo Il Fatto 17.3.10