Quelle parole di
Olmert
Nei giorni scorsi sulla Stampa di Torino è apparso un articolo a firma di
Barbara Spinelli (Il
fardello dell'uomo israeliano, nella nostra rassegna stampa (N.d.R) ) che
dovrebbe essere letto da tutti coloro che vivono con dolore ed angoscia il
conflitto che ha come
teatro Gaza e i territori israeliani al suo confine. Lo scritto della
Spinelli appassionato e
lungimirante riporta le parole sconcertanti di un Ehud Olmert insolito riprese
da un intervista
rilasciata dall'ex primo ministro israeliano il 29 settembre 2008 a Yedioth
Aharonot, il principale
quotidiano in Israele. In sintesi Olmert invitava la politica israeliana a
concentrarsi sul proprio
fardello di colpe, non per negare le colpe degli altri attori del conflitto, ma
per abbandonare la
logica ottusa e ossessiva della forza militare, per ritrovare l'unico vero
valore: la pace, perseguibile
solo al prezzo di smantellare le colonie e di restituire quasi tutti se non
tutti i territori, compresa una
parte di Gerusalemme ai palestinesi. Olmert riconosceva anche una certa cecità
israeliana con questi
accenti: "Per quarant'anni abbiamo rifiutato di guardare la realtà con gli occhi
aperti…". Noi, amici
dei due popoli e per questo solidali con i palestinesi non contro Israele, ma
perché Israele abbia un
futuro di pace e non di gendarme di un popolo in una gabbia e di signore della
distruzione, da lustri
cerchiamo di spezzare le cecità di una visione ottusamente nazionalista e
succube dei coloni più
estremisti per sollecitare a trovare la via del dialogo anche con Hamas invece
che pretendere di
cancellare con la forza una formazione politica democraticamente eletta. Molto
più efficace sarebbe
per contrastare democraticamente Hamas liberare dalle carceri israeliane Morwan
Barghouti, forse
l'unica figura di palestinese laico attualmente in grado di restituire
credibilità a Fatah e firmare una
pace definitiva con Israele.
Moni Ovadia l'Unità
17 gennaio 2009