QUELLA COERENZA DI FINI
" L'atteggiamento antiebraico esistente anche negli ambienti della Chiesa, ha contribuito al fatto che, durante gli anni del Terzo Reich, i cristiani non hanno opposto all'antisemitismo la resistenza necessaria. Vi sono stati tra i cattolici molte défaillances e colpe. Numerosi si sono lasciati sedurre dall'ideologia del nazionalsocialismo e sono restati indifferenti davanti ai crimini perpetrati contro gli ebrei. (...) Altri hanno prestato man forte ai criminali e sono divenuti essi stessi dei criminali. (...) La Chiesa che noi confessiamo come santa (...) e anche una Chiesa peccatrice che ha bisogno di conversione". Queste frasi vengono dalla dichiarazione del sinodo dei vescovi cattolici tedeschi, in occasione del "giubileo" dell'apertura dei cancelli dei lager nazisti nel 1995. Bastano queste parole a confermare l'opportunità di quelle pronunciate da Gianfranco Fini in occasione del 70' anniversario delle leggi razziali fasciste. I circoli vaticani più miopi possono aggredire il Presidente della Camera quanto vogliono, ma non riusciranno a coprire una verità che neppure il più appassionato avvocato della causa di Pio XII potrà smentire: la soverchia maggioranza dei carnefici nazisti furono educati come cattolici e cristiani. Ma il vero merito della questione e un altro: riconoscere le proprie colpe, non cercare di occultarle o barattarle con buone azioni compiute in ambiti analoghi, non sminuisce né umilia, al contrario, migliora e rende più degni individui ed istituzioni. Questa visione della responsabilità morale, non si applica solo alla Chiesa ma ad ogni essere umano e ad ogni organismo ed istituto. Persino coloro che sono stati vittime, non possono per ciò stesso, pretendere assoluzioni d'ufficio se fanno oggetto di oppressione, violenza, vessazioni o indifferenza altri innocenti indifesi.
MONI OVADIA L’Unità 20/12/08