Quel patto segreto tra
la destra e la chiesa
I
retroscena dei rapporti tra Berlusconi e Ratzinger nel nuovo libro di Pinotti e
Gümpel
Si chiama "L´unto del Signore" E rivela i legami tra il Governo e il Vaticano.
Sanciti alla presenza di Letta e Bertone in un incontro del 5 giugno 2008
L'unto del Signore, come si autodefinì una volta, non è mai stato l´idealtipo
del buon cattolico praticante. Ma quel 5 giugno 2008, con la regia del
gentiluomo di Sua Santità Gianni Letta e del segretario di Stato Tarcisio
Bertone, Silvio Berlusconi e Joseph Alois Ratzinger siglarono un patto
d´acciaio tra il governo italiano in carica da un mese e il papato.
Passato un anno, quel patto difensivo-offensivo ha già dato risultati
straordinari per i contraenti, tanto da indurre il presidente della Camera
Gianfranco Fini a tentare di smarcarsi dal berlusconismo anche in nome della
laicità dello Stato.
Non c´è divorzio che possa incrinare quella sorta di nuovo Concordato de
facto, nonostante le critiche della Chiesa del Vangelo alla
«partnership» delle alte gerarchie con il politico amorale per eccellenza.
Quella partnership consolidata recentemente con il Papa, in realtà viene da
lontano, come documenta con dovizia di prove un libro-inchiesta di
Ferruccio Pinotti e Udo Gümpel, intitolato per l´appunto L´unto del Signore in
uscita per la Bur il 3 di giugno (pagg. 299 , euro 12,50) . Viene
talmente da lontano da essere ormai indissolubile. Ne è convinto, anche il
presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga: «Alla Chiesa cattolica -
ha detto intervistato dagli autori - che uno vada in chiesa o meno non importa
molto: se devo fare un contratto, una società, come amico mi scelgo uno che
abbia le mie stesse idee religiose, ma se questo cristiano non capisce nulla di
finanza e dall´altra parte c´è un massone che capisce di finanza, con chi crede
che faccia la società? La Chiesa guarda al concreto». Berlusconi è cristiano e
pure massone (tessera 1816 della P2).
Il giovane Silvio, studi al liceo Sant´Ambrogio dei Salesiani e frequentazione
di Torrescalla, residenza universitaria milanese dell´Opus Dei, dove conobbe
Marcello dell´Utri, fa i primi passi di imprenditore edile con l´aiuto della
Banca Rasini. Investendo una parte dei primi guadagni, fonda la squadra di
calcio Torrescalla-Edilnord targata Opus Dei: lui presidente, l´amico
palermitano allenatore e il fratello Paolo centravanti.
Alla Rasini il padre Luigi da semplice impiegato è diventato direttore.
Questa banca, con un solo sportello a Milano in piazza dei Mercanti, era
alternativamente definita «Vatican bank», «Sportello della mafia» o « Banca di
Andreotti». E´ stata in realtà tutte queste cose prima di finire nel 1992 dentro
la Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani, l´uomo che sussurrava ad Antonio
Fazio, pio governatore della Banca d´Italia e legionario di Cristo.
Dagli anni
Sessanta e fino al blitz antimafia del 14 febbraio 1983 che portò all´arresto
del direttore Antonio Vecchione, succeduto a Berlusconi senior, e di un gruppo
di imprenditori legati ai clan Fidanzati, Bono e Gaeta, era in quello sportello
a due passi dal Duomo il crocevia degli interessi di Cosa Nostra e del Vaticano.
La maggioranza azionaria era passata dai Rasini a Giuseppe Azzaretto, nato e
Misilmeri nei pressi di Palermo, cavaliere di Malta e commendatore del Santo
Sepolcro, che aveva nominato presidente Carlo Nasalli Rocca, anche lui cavaliere
di Malta e fratello del cardinale Mario Nasalli Rocca.
Ma si diceva che l´effettivo controllo fosse di Giulio Andreotti, come conferma
Ezio Cartotto, ex dirigente democristiano che con Dell´Utri partecipò alla
fondazione di Forza Italia. Interpellato da Pinotti e Gümpel, Dario Azzaretto
racconta: «Andreotti è stato per la mia famiglia un grande amico e lo è
tuttora», tanto che per anni ha trascorso le vacanze nella loro villa in Costa
Azzurra.
Ma i misteri della Rasini, passata negli anni Ottanta anche per le mani
dell´imprenditore andreottiano Nino Rovelli, non sono finiti qui. Dietro c´erano
tre fiduciarie basate in Liechtenstein e amministrate dal gentiluomo di Sua
Santità e gran croce dell´Ordine papale di San Gregorio Herbert Batliner, re
dell´offshore, gnomo degli gnomi plurinquisito, che nel 2006 regalò un organo
del valore di 730 mila euro a papa Ratzinger.
C´era anche Berlusconi in quelle tre fiduciarie? «Non mi pare - risponde Dario
Azzaretto - che Berlusconi o parenti di Berlusconi o persone vicine a Berlusconi
avessero partecipazioni in società che si potevano riferire alla banca». Le sue
operazioni con la Rasini - aggiunge - avvenivano tramite Armando Minna, membro
del collegio dei sindaci e amministratore di alcune holding berlusconiane
registrate come saloni di bellezza e parrucchieri.
Ufficialmente è nel 1975, quando i primi inquilini già abitano a Milano 2, che
nasce la Fininvest. Ma la ricerca certosina degli autori dell´Unto del signore
la retrodata di almeno un anno, quando una Fininvest Ltd-Grand Cayman compare
tra le società partecipate da Capitalfin, controllata a sua volta dal Banco
Ambrosiano di Roberto Calvi e dall´Istituto per le Opere di Religione.
Ciò che coincide con quanto dichiarato dal figlio del banchiere piduista trovato
morto a Londra nel 1982 sui soldi misteriosi con cui venne costituita la
Fininvest. Carlo Calvi racconta tra l´altro che il padre, in una riunione
del dicembre 1976 alle Bahamas cui era presente anche il cardinal Marcinkus, lo
prese sottobraccio e gli sussurrò: «Finanzieremo le attività televisive di
Silvio Berlusconi».
Storia antica, ma significativa del vero miracolo compiuto da Berlusconi:
quello di avere sempre con sé il Vaticano, nonostante la sua storia personale.
Al punto, diventato presidente del Consiglio, da dividere l´Italia tra due
sovranità che si contendono il paese: quella della Chiesa e quella del
declinante Stato laico.
Racconta ancora Cartotto: «Dell´Utri mi invitò a una convention di Publitalia a
Montecarlo. Arrivammo nel principato con l´aereo aziendale. Su quell´aereo
c´eravamo io, il professor Torno e monsignor Gianfranco Ravasi. Sono convinto
che Berlusconi abbia cominciato a pensare all´ipotesi di scendere in campo
nell´autunno del 1992, proprio in occasione di quella convention. Silvio fece un
discorso nel quale rilevava che il clima politico si stava facendo pesante.
Disse che gli amici perdevano potere, che i nemici ne conquistavano e l´azienda
doveva attendersi momenti difficili».
Decisa infine la «discesa in campo», i rapporti col Vaticano divennero quasi
un´ossessione: «Posso dire di aver avuto un piccolo ruolo anche io», vanta
Cartotto: «Organizzai un incontro tra Bertone e Aldo Brancher, un ex sacerdote
che ora è uno degli uomini più importanti di Forza Italia, quando il cardinale
non conosceva ancora il gruppo berlusconiano. Poi Brancher lasciò il passo a
Letta soprattutto nel momento in cui Bertone divenne segretario di Stato». Il
cardinale Silvio Oddi, per trent´anni prefetto della Congregazione per il clero,
assolse prontamente il Berlusconi politico dal peccato del primo divorzio. Il
cardinale Camillo Ruini avallò.
Il 30 giugno 2008, tre settimane dopo l´incontro Ratzinger - Berlusconi, il
governo confeziona il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche che
prevede una disciplina ad hoc per gli ecclesiastici. Se si intercetta un prete
bisognerà avvertire il suo vescovo, se si intercetta il vescovo il segretario di
Stato vaticano. E se si intercetta il papa? Opzione non prevista.
Alberto Statera Repubblica 2.6.09