Prete scomodo, aveva accusato la questura «Vessa gli immigrati»

Padre Carlo D'Antoni è punto di riferimento nell'accoglienza agli immigrati che arrivano in
provincia di Siracusa». La diocesi è sconcertata e si attiene a comunicati ponderati sull’arresto del
sacerdote. «Siamo consapevoli del ruolo svolto in questi anni da padre Carlo - prosegue la nota - e
si confida nell'operato della magistratura perchè possa essere accertata la verità».
Qualcosa non torna. Il parroco degli ultimi è scomodo. Ha difeso la sua parrocchia e la sua missione
perfino dal crac economico, a dispetto delle perplessità della curia ufficiale. Per tutelare gli
immigrati ha perso molti fedeli, «ma non li rimpiango»
, disse all’Unità: «Non puoi dire di credere
in Cristo e poi non accettare questi poveri, che sono il Cristo in terra
». Da anni aiuta gli immigrati
che tutto l’anno vivono nelle regioni del sud, e lavorano a nero nelle campagne. La parrocchia di
Bosco Minniti li sostiene nell’accoglienza, li supporta nelle difficoltà, ha anche accolto qualcuno di
ritorno dai linciaggi di Rosarno. E don Carlo non ha mai smesso di sollevare questi problemi e
d’interessarne la questura e la procura. E c’è un carteggio imbarazzante, che getta una luce strana
sulla vicenda deflagrata, puntualmente, ieri mattina con gli arresti: è l’esposto che il parroco ha spedito alla procura di Siracusa, e per conoscenza anche al questore.

È una contestazione all’ufficio stranieri della questura, «nella persona del Dirigente Dott. Calafiore... che mi manda delle
comunicazioni che si configurano come un atteggiamento vessatorio e persecutorio nei confronti
delle persone di provenienza extracomunitaria che nella nostra parrocchia trovano un punto di
riferimento per essere accolte e accompagnate dal punto di vista civico, morale, sanitario, giuridico
e legale».
Il parroco ritrasmette l’ultima comunicazione (del 3 febbraio) avuta dall’ufficio: «In riferimento alla
comunicazione di codesta parrocchia del 13 gennaio 2010 con cui si evidenziano le posizioni
giuridiche degli stranieri lì elettivamente domiciliati, tenuto conto del rilevante numero delle istanze
ancora pendenti di rilascio di permesso di soggiorno, si è ritenuto opportuno varare un calendario
riservato di convocazioni, che verrà aggiornato con cadenza mensile...». (Segue un elenco di
persone straniere convocate il 9, il 16 e il 23 di febbraio).
E ancora: «Si specifica che la mancata presentazione senza giustificato impedimento dei convocati,
comporterà l’avvio del procedimento di rigetto del permesso di soggiorno... ». Hai detto niente:
«Gli stranieri a cui ho dato e do ospitalità - fa presente don Carlo - dei quali ovviamente ho sempre
informato l’Ufficio immigrazione della nostra Questura, sono persone che si spostano a seconda di
dove trovano un qualche lavoro e quindi non godono ancora del bene della stabilità abitativa e del
lavoro continuativo. Hanno eletto domicilio presso la parrocchia e vi fanno costante riferimento per
i problemi soggiornandovi inoltre, ogni volta che è opportuno».

Don Carlo chiedeva di essere lui convocato, «se Calafiore “sospetta” che qualcuno dichiara
falsamente che ha il legale domicilio presso di me, perché non mi riceve? ».Insomma, il parroco
adesso dice che «sì, me lo sentivo che stava per succedere qualcosa». E qualcosa è successo, subito.
Come non ha cercato i parrocchiani fuggiti, non ha cercato il favore dei poliziotti: secondo
l’esposto, l’Ufficio Immigrazione «non accetta nei fatti che c’è differenza tra “residenza” e
“domicilio”. 15/18 mila ne sono passati dalla parrocchia in questi anni. E solo cento hanno ancora il
proprio domicilio presso i locali della parrocchia».
Al sacerdote siracusano è arrivata la solidarietà di 12 associazioni. che hanno manifestato «forte
sconcerto e incredulità per la gravità delle accuse formulate» esprimendo «sincera e massima
solidarietà a padre Carlo, da anni un punto di riferimento per il volontariato. Siamo fiduciosi che
l’inchiesta possa chiarire la sua posizione». Lo sostengono: Agire Solidale, Amnesty International,
Arci, Centro Sociale Culturale Pio La Torre, Comitato 100 donne, Emergency, Arcisolidarietà,
Libera Siracusa, Arciragazzi, Jamii onlus, www.caritasitaliana.it Stonewall Glbt, Legambiente.


Felice Diotallevi     l'Unità 10 febbraio 2010