Pisanu,
scuola d'ipocrisia
Chiusura della scuola araba di via Quaranta a Milano: un
grave errore che il ministro Pisanu commette in nome di una falsa e ipocrita
integrazione. Sognata, resa molto più difficile e lontana. Centinaia di bambini
respinti nella marginalità se non addirittura nella clandestinità. E' evidente
che l'ideale sarebbe una società - e quindi una scuola - di tutti eguali, alla
pari: ma come arrivare al raggiungimento di quel sogno? Certamente in maniera
graduale e dando a ciascuno la possibilità di essere se stesso, di affermare la
propria identità. Essere se stessi per dialogare con tutti. Un compito difficile
soprattutto per chi è minoranza e rischia sempre di essere schiacciato da una
maggioranza invadente se non prepotente.
D'altronde lo stato accetta senza
batter ciglio scuole che affermano e formano identità particolari, come quelle
cattoliche. Lo stato non può e non deve farsi arbitro del valore delle identità.
Si limiti a controllare che le regole di convivenza siano osservate (senza
addurre scuse, come quelle sul funzionamento dei gabinetti).
La scuola è essenziale. Inutile
parlare di dialogo e di eguaglianza se il dialogo e l'eguaglianza non si
sperimentano al livello più importante e delicato, proprio quello della scuola.
Lo ha detto con
forza lo stesso cardinale di Milano Tettamanzi. E' vano e ipocrita parlare di
dialogo e di integrazione con i genitori se, di fatto, si è impedito ai loro
bambini di crescere come i genitori vorrebbero.
L'integrazione è
un processo, che non si costruisce con un provvedimento bacchetta magica. Si
costruisce giorno dopo giorno e anno dopo anno, faticosamente. I provvedimenti
bacchetta magica costruiscono, invece, una società che si sorregge sulla
ipocrisia e che così legittima e sancisce disuguaglianze e emarginazioni.
FILIPPO GENTILONI il manifesto 10/09/05