PERCHE’, MALGRADO TUTTO, IL BERLUSCONISMO TRIONFA
Se il libero voto premiasse il buon governo, Silvio Berlusconi sarebbe sconfitto. Ma lui conosce il popolo sovrano e le sue debolezze. Nella sua fulminante ascesa, Silvio ha eccelso in tutto ciò che il buon governo teme o condanna, a cominciare dal carrierismo piu sfrenato e dalla concorrenza senza esclusione di colpi e senza freni. Nella sua esperienza d'ímprenditore ha perseguito con successo tutto ciò che ha danneggiato la modernita capitalistica fino all'attuale crisi: un aziendalismo implacabile pronto a servire la politica più avventurista pur di ricavare vantaggi, l'uso mistificatorio della pubblicità volto a moltiplicare i consumi inutili e magari dannosi, la diffusione di una cultura di massa basata sui gusti peggiori delle masse, un uso continuo dello spettacolo e del sesso nello spettacolo per addormentare le coscienze e aprire la strada all'autoritarismo morbido, alla sera tutti davanti alla tv a guardare le belle gnocche con la bottiglietta di birra a portata di mano.
Non che Silvio abbia inventato questo tipo di modernità, diciamo la societa attuale o prossima ventura dei poveri sempre più poveri di conoscenze e di potere e dei ricchi sempre più ricchi di denaro e di privilegi, non diamogli colpe o responsabilità che sono un portato dei tempi, della storia; ma, insomma, lui non si e tirato indietro, il suo contributo allo sfascio lo ha dato. E allora perché la sua popolarità cresce, perché lo si vede già capo dello Stato, perché il berlusconismo è o sembra trionfante?
Il sociologo francese Pierre Musso ha scritto un saggio intitolato Il Sarkoberlusconismo in cui spiega il successo dei due come il prodotto estremo della telesocietà, della tv e di Internet. I due hanno capito fra i primi che bisognava potenziare in politica i fondamenti brutali della way of life darwiniana: i piu forti e spregiudicati vincono, i perdenti vengono accomunati nel disprezzo, sono tutti comunisti, tutti sessantottini. La vittoria dei primi è nell'ordine naturale delle cose come lo è la sconfitta dei secondi, gli oppositori sono contro natura. «Questi sabotatori sono normali, secondo voi?» domandano i capi vincenti ai loro seguaci. «No», rispondono gli altri a comando. Il mondo della politica per il buon governo, della dialettica, cede il campo a quello delle antitesi radicali, dei salvatori e dei demoni, dei ricchi e dei poveri. Come uscirne? Silvio ha dato una risposta, perfetta perché irreale, da sogno: «Sposatevi un milionario».
Giorgio Bocca Venerdì di Repubblica 31/10/2008