PAPALE CONDANNA
Ma perché il Vaticano ha deciso di mettersi
nel novero dei paesi che concepiscono il reato di omosessualità? Quale
ispirazione divina, ha consigliato al rappresentante osservatore all'Onu della
chiesa cattolica di scagliarsi contro la richiesta presentata dal governo
francese, e sottoscritta anche da quello italiano, di depenalizzare
l'omosessualità?
Circa novanta paesi nel mondo prevedono il reato di omosessualità, una
cinquantina di questi lo puniscono con il carcere, le sevizie, la tortura, i
lavori forzati, di questi una decina prevedono la pena capitale. Non c'è ragione
ideale, religiosa, culturale che possa giustificare una simile presa di
posizione vaticana.
I volti terrorizzati dei ragazzi iraniani che continuano a essere impiccati a
causa della loro omosessualità, non muovono a sentimenti di pietà i gerarchi
cattolici? Le donne lapidate, i giovani legati contro un muro e poi uccisi per
schiacciamento dalle auto, sono variabili indifferenti rispetto alla necessità
di proclamare una condanna definitiva non solo contro l'omosessualità, ma sulle
persone gay e lesbiche?
Siamo davvero raggelati da un papato che ci attendevamo arcigno,
antiquato, fedele alla peggiore tradizione pre Conciliare. Ma ora si è andati
oltre, si è percorsa una strada senza ritorno. Lo Stato teocratico vaticano si è
messo, pubblicamente allo stesso livello dell'Iran, degli altri regimi islamici,
delle peggiori dittature di tutti i colori, passate e purtroppo presenti.
Da sempre l'osservatore vaticano all'Onu intriga, preme, blandisce
decine di diplomazie del mondo affinché i diritti umani siano negati, quando non
confacenti ai gusti della religione cattolica. Sull'ormai tristemente famoso
Lexicon, edito alcuni anni fa, summa dottrinale del pensiero della Curia sulle
libertà e i diritti, proprio alcune organizzazioni internazionali, le agenzie
dell'Onu, venivano ferocemente attaccate perché lassiste sull'aborto, sulla
contraccezione e così via.
Da sempre in alleanza appunto con i peggiori regimi, a volte stringendo
pubblicamente la mano a dittatori sanguinari, il papa e i suoi emissari, hanno
promosso campagne internazionali di inaudita violenza. Nulla a che vedere con il
messaggio cristiano e con il Vangelo. Solo pura pratica di potere, conservazione
di una eretica storia di dominio sulle terre, invece che di guida spirituale
delle anime.
La storia drammaticamente si ripete e se possibile riesce a stupire a
rilanciare una visione cattolica proprietaria del mondo, di oppressione delle
libertà, di giustificazione dell'assassinio di massa, quando questo è coerente
con l'impostazione tradizionale della chiesa. Non c'è sentimento di
vergogna che sia sufficiente e, ora attendiamo cosa sapranno dire vescovi,
preti, popolo di dio, da molti anni silenti. Vediamo cosa sapranno inventarsi i
nostri politici, soprattutto quelli del variegato centro-sinistra.
Quello che è accaduto non ha giustificazione alcuna , non è assolutamente
ammissibile nella comunità internazionale che si vuol dire democratica. Ma il
nostro è il paese del tutto è possibile, quindi, attendiamo, sperando che vi sia
finalmente una reazione degna di questo nome, dentro e fuori la chiesa, nella
società civile, per amore della vita, di quella esistenza, etero, gay, lesbica,
trans, che non può essere violata da nessuno. Oggi i secoli oscuri del delitto
legalizzato in nome di un povero Cristo, sono riemersi come in un incubo senza
fine.
Aurelio Mancuso Il manifesto 2/12/08