Padre Pio e i
miracoli di san Remo
In attesa di appiattirci sul digitale terrestre, la Rai tv ci sublima con
l'analogico celeste. Accendi il
primo canale venerdì sera e ti trovi catapultato nella piazza di Pietrelcina,
patria di san Pio, dove
stamane atterra l'elicottero del Papa: sul palcoscenico, Massimo Giletti e Tosca
d'Aquino
intervistano una serie di devoti e miracolati eccellenti, tra i quali la figlia
di Carlo Campanini
(l'indimenticabile spalla di Walter Chiari negli sketch dei fratelli De Rege)
che rievoca il primo
incontro del padre col santo («Gli disse: promettimi che sposi quella donna»), e
il giorno che gli
apparve come un ologramma nel salotto della loro casa romana, senza muoversi dal
suo convento.
Giletti non fa obiezioni, al contrario di Totò, che più volte era stato invitato
da Campanini a seguirlo
nelle sue visite al frate con le stimmate, e lui all'ultimo momento si sfilava:
«Scusami, Carletto, ma
mi piacciono troppo le donne, non sono pronto a cambiare vita». Intermezzo
musicale con Gigi
d'Alessio, che alla domanda di Tosca sul significato della fede scatta come una
guardia svizzera:
«Bisogna credere nella Chiesa e in chi la rappresenta». Pazienza non credere in
Dio, ma almeno nel
Papa e nei vescovi! Anche se danno della rubamariti alla sua compagna Anna
Tatangelo, e si
infuriano se chiede trentamila euro per cantare alla festa della Madonna?
Tranquilli, vulnus ricucito.
Da San Remo a San Pio, la Rai è tutta un miracolo.
Santi superstar anche in Francia, dove perfino una scrittrice poco timorata di
Dio come Alina Reyes
(che vent'anni fa scandalizzò con Il macellaio) si appassiona al mistero di
Lourdes (La ragazza e la
Vergine. Storia di Bernadette, appena tradotto da Guanda). Convertita pure lei?
Assolutamente no.
Atea devota? Manco per sogno. Alina è soltanto una «libera pensatrice senza
catechismo» che
compie un cammino interiore per capire quale forza attragga milioni di
pellegrini in quella grotta, a
quella fonte. Probabilmente, più ancora che le malattie del corpo (col
progredire della scienza, le
guarigioni miracolose si fanno sempre più rare) molti vanno a curare le
infermità dell'anima e le
ferite di un'epoca senza fede che venera gli idoli del consumismo. Alina è
innamorata di Bernadette
e delle sue campagne e sogna che per molto tempo ancora «uomini e donne del
mondo intero
possano venire qui a ritrovare il gusto della vita, ovvero della lotta
spirituale, insieme alla pace
nell'unione rinnovata del visibile e dell'invisibile». A differenza di
certe primedonne nostrane,
folgorate da inopinate conversioni sulla via di Montecitorio o di Saxa Rubra, la
pomo-scrittrice
francese non indulge alla porno-religione. Non sfoggia misticismi da siparietto
televisivo. E forse
per questo non la vedremo mai seduta sulle poltroncine di Giletti.
Riccardo Chiaberge Il Sole-24 Ore 21 giugno 2009