OCCIDENTE IPOCRITA
Oggi si apre la XXIX edizione delle olimpiadi moderne che
ha introdotto una nuova, prestigiosa disciplina sportiva. La nuova competizione
disputata quest'anno a Pechino è il concorso d'ipocrisia (semplice, doppia, a
ostacoli), che già dà luogo a emozionanti eliminatorie, con tantissimi
pretendenti alla vittoria finale. In forma smagliante si sono presentati la
ministra Giorgia Meloni e il senatore Maurizio Gasparri che solo l'altro ieri si
sono accorti che la Cina non rispetta i diritti umani. C'è da chiedersi dove
fossero vissuti fino a 72 ore fa. Se è per questo, Nicholas Sarkozy, pur da
decenni sulla scena politica, è stato illuminato solo qualche mese fa sulla via
di Pechino, minacciando la propria assenza alla cerimonia inaugurale, solo per
poi rimangiarsi la minaccia e volare allo stadio.
Bella partenza degli europei, però magnifica reazione del concorrente Usa:
George Bush parteciperà sì alla cerimonia, restando ben quattro giorni in Cina,
ma si salva la faccia bacchettando i cinesi (e non con le bacchette da tavola)
sui diritti umani.
Sia chiaro: che la Cina non rispetta i diritti umani è segreto di Pulcinella. Ed
è vero che la Cina post-denghista unisce in sé i più tragici esiti delle due
grandi utopie del moderno: iniquità, crimini, sfruttamenti del capitalismo, e
cupezze, censure, deportazioni del socialismo reale. Forse è questa mirabile
sintesi di stalinismo e liberismo selvaggio che manda in estasi i commentatori
di fronte al «miracolo cinese». Ma non bisognava aspettare certo le Olimpiadi
per vederla. Chi voleva, poteva parlare quando fu presentata (e accettata) la
candidatura di Pechino. Ma allora tutti tacquero, pur mugugnando sui diritti
umani. Proprio allora prese il via la gara di (duplice) ipocrisia. La prima
riguarda la potenza di chi offende la democrazia. Al contrario che in Cina, in
Iran siedono in parlamento anche deputati dell'opposizione; giornali dissidenti
sopravvivono persino per anni; la censura su Internet è più lasca, la tv
satellitare meno controllata. Ma della Cina l'Iran non ha né forza militare, né
strapotere economico: ecco perché non vedremo mai Bush andare in uno stadio a
Tehran. «Non si può irritare la potenza nascente», «Mica vuoi perdere affari col
nuovo gigante economico»: i diritti umani sono a profilo variabile: dipendono
da...
Ma vi è una seconda, più profonda ipocrisia. Solo dopo la fine della guerra
fredda, a molti (a troppi) è apparso chiaro che quando l'occidente si ergeva a
«paladino del mondo libero», con «libero» intendeva «libero mercato». Solo
con le pagliacciate autocratiche di Eltsin e con la sanguinosa repressione di
Tienanmen, si è visto che libertà di stampa, di pensiero, di associazione, di
difesa del lavoro, sono «optionals» e che l'unica libertà che per l'occidente
conta è quella di proprietà privata. Putin e Hu Jintao non saranno sinceri
democratici, ma finché garantiscono il diritto di proprietà privata e libertà ai
mercati, sono comunque dalla nostra parte. Que la fête commence!
Marco d'Eramo Il manifesto 08/08/08