“Solo cristiani
all’asilo comunale”
Una scuola per l’infanzia, sì, ma solo per l’infanzia ispirata da una visione
cristiana della vita. Il
regolamento approvato l’altra sera dal consiglio comunale di Goito, paese del
Mantovano guidato
da una giunta di centrodestra, è di quelli destinati a far discutere fin dalla
premessa, che recita
testualmente: «La scuola Angeli Custodi accoglie i bambini regolarmente iscritti
dalle famiglie e
persegue finalità educative e di sviluppo della loro personalità in una visione
cristiana della vita».
L’articolo 1 del testo, che prevede le modalità di accesso alla struttura, butta
altra benzina sul fuoco:
«L’iscrizione avviene previa accettazione del regolamento ed è richiesta dai
genitori al Comune di
Goito».
Se la si vede come una condizione per poter iscrivere i figli all’asilo,
interpretazione che ha fatto
saltare sulle sedie i consiglieri dell’opposizione, ne deriva logicamente
che per mettere i bambini in
quella scuola materna bisogna far propri i principi di un’educazione cattolica.
Il capogruppo
dell’Unione civica per Goito Franco Casali, del Pd, dice: «La nostra deduzione è
che chi non ha una
visione cristiana della vita è tagliato fuori, il che è incostituzionale perché
quella è una scuola
pubblica pagata con soldi del Comune, non una struttura privata. In
Consiglio abbiamo cercato di
far presente che un’impostazione del genere contrasta con la Carta europea dei
valori della
cittadinanza e dell’integrazione ma da parte della maggioranza c’è stata una
chiusura totale».
Per il sindaco Anita Marchetti, invece, si sta facendo «tanto
rumore per nulla: da trent’anni c’è una
sezione della scuola comunale che ha per insegnanti delle suore. L’anno scorso
abbiamo fatto una
convenzione con la curia di Mantova e abbiamo adottato il regolamento della Fism
(la Federazione
italiana scuole materne riconosciuta dalla Cei che raggruppa le scuole
cattoliche). E’ da 30 anni che
la struttura funziona con personale religioso, questo regolamento disciplina una
situazione di fatto».
E se qualcuno non condivide l’impostazione cristiana che fa? Manda i figli
altrove?
Secondo il sindaco, sostenuta da una maggioranza Pdl-Lega Nord, è un falso
problema: «Non è
vero che non sono accettati quanti non si riconoscono in una visione cristiana,
è una scuola pubblica
e chiunque può essere iscritto. E comunque a Goito ci sono anche nove sezioni di
scuola statale. La
sezione comunale ha semplicemente un altro retaggio: io a scuola dicevo le
preghiere e non ci
trovavo niente di strano». Qualcosa di strano invece lo trova Rita Scapinelli,
consigliere
d’opposizione, di sinistra e cattolica: «Avevo chiesto di ritirare questo
regolamento, mi è stato
risposto che, siccome la scuola materna è gestita da sempre dalle suore, andava
sancita formalmente
tale situazione. Del resto anche nella delibera della convenzione con l’opera
diocesana, relativa alla
conduzione della struttura, si è scritto che l’insegnante è di chiara
ispirazione cristiana».
Franco Giubilei La Stampa 24 febbraio 2010
«Sbagliato, la
Chiesa non può separare»
intervista a Piergiorgio Debernardi a cura di Giacomo Galeazzi
Piergiorgio Debernardi, vescovo di Pinerolo e commissario Cei per
l'Ecumenismo e il Dialogo,
è giusto ammettere in classe solo i cristiani?
«Assolutamente no. Da anni le scuole cattoliche sono frequentate da studenti di
ogni fede
(musulmani, buddisti, indù) e non ci sono mai stati problemi, anzi il risultato
è un proficuo
arricchimento culturale. A maggior ragione, gli istituti scolastici statali e
comunali devono
ammettere tutti i ragazzi indipendentemente dalla loro religione d'appartenenza.
Discriminare in
base al credo è quanto di più lontano possa esserci dall'insegnamento della
Chiesa».
Perché?
«Il messaggio evangelico è rivolto a tutti. La totalità dei nostri
interventi va nella direzione
dell'accoglienza e dell'integrazione. Il Papa, il dicastero vaticano
dell'Immigrazione e il presidente
della Cei, Bagnasco, si sono espressi in maniera inequivocabile contro
qualunque
strumentalizzazione ideologica ed elettorale della questione-immigrati.
Creando assurdi sbarramenti
e introducendo controproducenti soglie confessionali si compromette la pacifica
convivenza
interreligiosa perché si usa per dividere ciò che invece deve unire. Inoltre,
un'iniziativa del genere è
tanto più grave perché tocca le fasce più giovani della popolazione».
Teme tensioni sociali?
«La Chiesa considera inappropriate, false e dannose tutte le discriminazioni
religiose e la
criminalizzazione pregiudiziale degli immigrati. A guidare l'azione degli
amministratori pubblici e
le autorità civili deve essere la giustizia e l'integrazione e non l'uso
pregiudiziale ed ideologico per
fini di bottega politico-elettorale di questioni che toccano la vita quotidiana
delle famiglie e la
formazione dei bambini»
La Stampa 24 febbraio 2010