“La
grande assente: la ricerca del perché”
Cari
fratelli, non c'é proprio niente da fare: in primo piano c'é, c'é stato, ci sarà
e ci resterà per l'eternità il terrorismo!
Da una parte noi, i buoni, coloro che mai penserebbero di porre in atto delle
guerre di aggressione, coloro che mai si macchierebbero di massacri e torture,
coloro che ben si guarderebbero dal violare ogni regola nel trattamento dei
prigionieri di guerra (a Guantanamo il licantropo é Fidel!), e dall'altra parte
i cattivi, i terroristi, l'ipostatizzazione del Maligno nel giorno in cui é più
incavolato, i kamikaze tali per caso, o per hobby, o perché minorati mentali,
succubi del fondamentalismo islamico che li plagia per favorire un loro precoce
incontro con Allah !
E, d'altra parte, quali frutti aspettarsi da una informazione che traduce la
realtà nel modo indegno che cerca di farci ingollare?
Prima regola: tacere sistematicamente sulle motivazioni che spingono i
resistenti-terroristi a suicidarsi.
Seconda: visualizzare unicamente le immagini delle vittime occidentali degli
attentati.
Terza: allontanare i giornalisti dai luoghi che vedranno, le proprie porcherie a
danno di tutti coloro che si troveranno nel posto sbagliato, al momento
sbagliato (decine di migliaia le vittime civili delle operazioni militari in
Iraq).
Quarta: non porre assolutamente relazione fra la politica imperiale dell'
Occidente ricco e “cristiano”, ed il fenomeno del terrorismo stesso.
E quali saranno le conseguenze strutturali di una informazione-evaquazione di
questo tipo?
La politica aggressiva degli Usa e della galoppina Inghilterra, da causa del
casino diventa effetto; i carnefici si trasformano in vittime che reagiscono; la
violenza del terrorismo devia l'attenzione dalla violenza strutturale del
sistema; essa diventa la pezza d'appoggio per giustificare, a posteriori, la
politica imperiale che la genera.
Esiste il terribile fenomeno del terrorismo, (se non ci fosse bisognerebbe
crearlo, dato che la lotta al terrorismo riesce ad Unificare governo e
opposizione, e quindi a nascondere le responsabilità di coloro che ci hanno
'impegolata nel casino), ma il termine invisibile, il grande assente, é la
parola “perché”, domanda fondamentale per arrivare alle cause, e quindi ai
responsabili delle cause stesse.
Nessuno o quasi che si ponga questa domanda, nessuno o quasi che provi a porsi
dalla parte dei cattivi, dalla parte dei terroristi, nella loro ottica
resistenti ed anche martiri.
Via gli USA dai luoghi santi, uno stato per i Palestinesi, un prezzo del
petrolio più favorevole ai Paesi produttori: queste le richieste di Al Quaeda.
Siamo proprio sicuri che queste tre istanze siano abominevoli, il parto di
Belzebove in vena di carognate?
Anche al sottoscritto il fondamentalismo islamico fa paura (ho sempre davanti
agli occhi i frutti di quello cristiano, dalle crociate ai guerriglieri di
Cristo-Re, a Bush che giura sulla Bibbia...) come fanno orrore e indignazione le
vittime innocenti da una parte e dall'altra, quelle del terrorismo dell'Impero e
quelle degli attentati dei terroristi-resistenti, ma quello che più mi incavola
é il fatto che sono loro, gli islamici, ad avere più ragione di noi in quanto
non aggressori, ma aggrediti.
E questo perché il loro fondamentalismo é vittima di un altro fondamentalismo,
molto più armato, più aggressivo, più violento e più subdolo di lui, quello,
americano, idolatra di Mammona, che sta rapinando il Sud del pianeta, che porta
a differenze abissali fra i ricchi e i poveri, che pone la persona ed il creato
a servizio del profitto, e che si autoqualifica, purtroppo, per appropriazione
indebita, come cristiano.
E allora le prospettive sono veramente grigie!
Con i cristiani che sono determinanti nel sostegno politico a Bush, con la
nostra gerarchia che non prende le distanze da chi usa il cristianesimo per i
propri scopi imperiali, con una classe politica di governo e di opposizione che
é rimasta, nel rapporto con gli Americani, al tempo dei film western degli anni
50, film in cui i buoni erano i “soldati blu”, e i cattivi i Pellerossa (come
non fossero, gli USA, i responsabili di enormi porcherie, vedi Vietnam, Cile,
Argentina, Indonesia, Guatemala, Salvador e via di seguito...); con una Sinistra
che invece di distinguersi dai responsabili di un'avventura indecente, si unisce
a loro per la lotta ad un terrorismo che ci colpirà come e quando vorrà (come
contrastare, se non culturalmente, i kamikaze?), quali speranze rimangono di
spezzare il cerchio maledetto che trasforma gli effetti in cause, e viceversa, e
che assicura al terrorismo un futuro per l’eternità?
Possibile che per cercare di capire, di ragionare, sia necessario spegnere il
televisore, oppure prenderlo come riferimento negativo, nella consapevolezza che
esso dà la lettura della realtà solo dalla parte del potere, dei ricchi, di una
religione a servizio di loro e di sé stessa?
Possibile che non ci rendiamo conto che stiamo usando la sofferenza delle
vittime per mantenere in funzione la macchina che le genera?
Quando arriveremo a capire che quello che noi continuiamo a chiamare terrorismo
è una di quelle forme che le guerre assumono oggi quando c’è enorme disparità
fra le forze dei contendenti?
Quando arriveremo a capire che oggi siamo in guerra, che ad iniziarla non sono
stati gli Islamici, che non possiamo inorridire per le nostre vittime innocenti
e starcene zitti e pensare ad altro mentre nel mattatoio iracheno le vittime
innocenti sono ormai molte decine di migliaia, donne e bambini inclusi?
E perché esprimere amicizia e consenso politico a chi pensa, su mandato delle
lobby del petrolio e degli armamenti, che la guerra infinita serva a vincere il
terrorismo, quando si sa benissimo che, se sotto i piedi degli iracheni non ci
fosse il petrolio; della democrazia e della libertà in Iraq ai cittadini
americani non interesserebbe proprio niente?
E quando prenderemo coscienza del fatto che gli islamici si sentono aggrediti da
una crociata imperialista cristiana, dato che il Papa continua a digerire e a
non vomitare Bush?
E quando indagheremo sulle cause, troveremo i responsabili, sostituiremo questi
ultimi democraticamente, col voto, e risolveremo i problemi col dialogo, con la
crescita culturale, con la pratica della giustizia, che porti finalmente un pò
di equalizzazione nel nostro attuale casino, casino che é il vero, strutturale,
micidiale terrorista, dato che lascia crepare di fame, di sfruttamento, di
miseria migliaia di innocenti ogni giorno? Quante croci ancora, per arrivare a
sputanare Impero e Tempio, e ridare la vista e la parola alla sterminata
moltitudine degli oppressi?
Quando apriremo gli occhi sulla violenza della nostra “normalità”, che, per
omissione di solidarietà, é più micidiale di ogni terrorismo?
Mario Mariotti (fino a poco tempo fa presidente dell'associazione "Amici di Raul Follerau".)
Vignola (MO)
Tel. 059.771944
tratto da: Amici di Padre Bergamaschi : http://www.padrebergamaschi.com