«A Milano nuove
forme di strategia della tensione»
«A quarant’anni di distanza da Piazza Fontana la sfida deve essere di nuovo
raccolta», perché
«volgere lo sguardo al passato» è necessario ma non basta: occorrono «risposte
vere alle 'strategie
della tensione' non solo di ieri ma anche di oggi». La Curia di Milano sceglie
il giorno esatto
dell’anniversario della prima strage di Stato italiana per rilanciare un monito
più preoccupato che
mai. «Se la carica distruttrice del terrorismo di quarant’anni fa può dirsi
sconfitta — si legge infatti
in un editoriale pubblicato ieri sera sul sito della Diocesi ambrosiana —
occorre vigilare su altre
forme certo più sottili ma non meno pervicaci di violenza: da quella verbale e
intimidatoria sino al
dilagare dell’indifferenza che opprime ed esclude, del giudizio privo di
qualsiasi senso della misura,
dell’utilizzo strumentale del pensiero e dell’agire altrui per far sì che non si
tenda invece alla
reciproca comprensione, alla collaborazione, all’edificazione di una città a
misura di uomo e della
sua dignità irrinunciabile». L’articolo cade a una settimana precisa
«dal discorso alla città»
pronunciato dal cardinale Dionigi Tettamanzi (foto sopra) alla vigilia di
Sant’Ambrogio e che aveva
innescato — stante il suo contenuto all’insegna dell’«apertura», della necessità
di «maggiore
attenzione al sociale» e di un forte rilancio della «questione morale» anche in
politica — non solo
una reazione a dir poco gelida dell’amministrazione Moratti ma soprattutto
quella almeno
verbalmente violentissima della Lega. L’editoriale della Curia — firmato dal
vicario episcopale
Eros Monti — non richiama espressamente quelle reazioni ma il discorso del
cardinale lo riprende
più volte. E formulando un parallelismo tra due epoche pur distanti quasi mezzo
secolo parla
tuttavia di «segni» molto simili. Occorre che «Milano — così si legge — come
seppe reagire allora
alla logica del terrorismo con la compostezza del suo tessuto sociale», sappia
«guardare anche il
nostro tempo con occhi rinnovati» per «cogliere la vera volontà di dialogo, di
gratuità, disinteresse»
che pure esistono: e questo «nonostante la creazione di sempre nuove
barricate prosegua di gran
carriera» mentre «individualismo e ricerca del proprio tornaconto personale non
cessino di stringere
tra loro alleanze inedite».
Paolo Foschini Corriere della
Sera 12 dicembre 2009