«Vaticano Spa come truffare in nome di Dio»
intervista a Gianluigi Nuzzi a cura di Valerio Venturi
Il Codice da Vinci ? Nulla a confronto di Vaticano S.p.a (Chiarelettere,
pp. 304, euro 15,00). Se
Brawn narra di poco credibili pazzi che si autoflagellano, di investigatori
pseudo-antropologi, di
Gesù innamorato, il giornalista Gianluigi Nuzzi scrive, da cronista documentato,
di fatti realmente
accaduti che potrebbero ledere l'immagine di Santa Romana Chiesa: di tangenti,
conti correnti
protetti, di Mafia... Del mare di denari che lo Ior- Istituto per le opere
religiose, la banca del
Vaticano - ha gestito in questi ultimi decenni in modo disinvolto. Vaticano
Spa non è però
ideologico: espone senza pregiudizi, mostrando le diverse posizioni assunte
dalle autorità vaticane
negli ultimi decenni.
«Il testo è anzitutto una testimonianza, non è un libro
contro la fede, ma riguardante persone su cui
la fiducia era mal riposta», spiega Nuzzi. «Per la prima volta nella storia
filtrano dalle mura leonine
migliaia di documenti sull'attività dello Ior; tutto questo grazie a monsignor
Renato Dardozzi, figura
centrale che entra in gioco alla fine degli anni '80 per chiudere la vicenda del
Banco Ambrosiano.
Ha voluto che il suo archivio - consultabile gratuitamente sul sito di "chiarelettere"
- fosse reso
pubblico dopo la sua morte."
Per quale motivo la testimonianza di Dardozzi è di peso?
Per provocazione. Posso dire che è stato un po' il "signor Wolf" di Pulp
Fiction, quello che si
occupava di investigare, approfondire, raddrizzare le vicende tormentate delle
finanze vaticane. Era
uno dei pochi che il giovedì vedeva a pranzo Giovanni Paolo II. Quando emerse lo
Ior occulto fu
avviata attività di bonifica; nella primavera del '92 venne istituita una
commissione segreta
composta da dipendenti dell'Istituto di provata fiducia - che si riferiva al
presidente Angelo Caloia -
con lo scopo di scandagliare lo Ior parallelo.
Quali le anomalie?
...Su 17, 20 conti c'erano centinaia di miliardi di lire, con contanti che
entravano e uscivano. La
commissione segreta fa le pulci a finte "fondazioni" che di fatto erano
inesistenti; fa una prima
disanima che è allarmante, quindi invia un report ai vertici. Siamo nel '92.
Caloia scrive una lettera -
fotoriprodotta nel libro - a Stanislaw Dziwisz, Segretario di Giovanni Paolo II,
nella quale presenta
il problema.
Che effetti sortisce?
Per mesi non viene fatto nulla; solo un anno dopo De Bonis - erede di
Marcinkus - viene
rimosso/promosso, nominato cappellano dell'Ordine di Malta. Ma non vengono presi
provvedimenti
radicali; non è nell'uso della Santa Sede, ma colpisce che di fronte ad una
ragnatela talmente
intricata di fatti e di canali extracontabili fuori controllo, si sia agito in
modo "soffice". E' da
ricordare che nel Vaticano c'è un tribunale che dovrebbe vagliare questi casi,
il cui capo unico è il
Santo Padre.
Nel '93 i giornali dicono che il Vaticano è pronto ad affrontare le questioni
spinose...
In quel momento, proprio a questo tribunale si rivolgono i magistrati di Milano
che stanno
ricostruendo il processo Enimont - simbolo di Tangentopoli: i magistrati trovano
tangenti che
passano in cct allo Ior e vanno a Roma a chiedere ragioni. Di fronte a questa
campanella di allarme,
all'interno della Santa Sede accelerano i processi di pulizia ma di fatto
limitano la collaborazione
con le autorità italiane - a differenza di quello che il Vaticano riesce a
comunicare tramite i giornali.
I porporati hanno precisi obiettivi: il primo è di limitare lo spettro
investigativo "esterno" - e per
questo si ammette il passaggio di denari sospetti, tagliando su misura una cifra
che non insospettisca
e che dia però ai magistrati italiani l'idea di collaborazione, una verità
parziale e ridotta. Poi tra i
conti sospetti, c'era anche quello di "Omissis", e cioè di Giulio Andreotti: un
personaggio
fondamentale da preservare.
Tra i "notabili": Cusani, Geronzi e altri big dello storia
"parallela" d'Italia. I problemi dello
Ior derivano dalla sua discrezione assoluta?
Il vero protagonista di questo libro è il silenzio: che fa il gioco di chi se
ne vuole approfittare e che è
nemico di chi cerca di fare pulizia. Racconto proprio dello scontro tra opposte
fazioni; una delle
quali ha operato in modo truffaldino in nome di Dio.
Qualche esempio?
Venivano usati in modo improprio i soldi raccolti per le messe dei defunti;
poi c'è la vicenda delle
Suore della Divina Provvidenza, che avevano un saldo di 55 miliardi - una cifra
a cui la Diocesi di
Milano non arriva - e che gestivano il discusso nosocomio psichiatrico di Don
Uva; e la questione
dell'appropriazione indebita su lasciti, devastante. ...Anche la figura di
Castillo Lara è importante:
portava cardinali dei Paesi dell'est agli sportelli dello Ior per avere soldi
per fare trasferimenti a
nome del Papa.
La sua inchiesta copre bene gli anni '80-'90. Oggi come opera lo Ior? E
Ratzinger?
Il mio non è un testo su Papa Benedetto XVI o sulla Segreteria attuale. Posso
dire che ora c'è un
indirizzo di pulizia che nei documenti anni '90 non si ritrova; d'altronde,
quelli erano anni di
cambiamento, convulsi anche per l'Italia. Penso ci sia più attenzione, anche
perché le vicende del
passato sono state devastanti.
Che altro si potrebbe fare?
Un segno di grande trasparenza da parte del Vaticano sarebbe quello di
aderire alle norme
internazionali antiriciclaggio. Non c'è assistenza su questo. Lo Ior - chiamata
impropriamente banca
- con il suo unico sportello a Roma poteva essere riferimento per tutti:
mafiosi, ricattatori... Poi, nel
bilancio che viene pubblicizzato ogni anno, manca sempre la parte sull'Istituto,
che conserva soldi
che sono di diretta possibilità del Pontefice - circa 100 miliardi di lire,
all'epoca di Woytila. Ci sono
anni in cui i bilanci sono in rosso; ma è ovvio, visto che nel computo non
appaiono gli utili della
banca.
Negli anni '90 parte della Chiesa volle favorire la creazione di una nuova Dc.
Ora?
Il progetto c'era, in effetti. C'era incertezza politica e la volontà, in
settori minoritari, di far risorgere
la grande Balena Bianca. Ora è passata un'altra linea. Quella di favorire la
presenza di cattolici in
tutti i partiti; questo per la fortuna del Paese.
...E per la sfortuna del Partito Democratico, sospeso - nel
bipolarismo imperfetto - tra ciliciati e
nostalgici.
Liberazione 10 giugno 2009