«Una contraddizione
per chi difende la vita»
intervista a Vito Mancuso a cura di M. Antonietta Calabrò
Vito Mancuso, lei è un teologo, insegna presso la facoltà di Filosofia
dell'Università San
Raffaele di Milano, all'Onu, la Santa Sede non appoggerà la mozione per la
depenalizzazione
dell'omosessualità.
E' giusto?
«Non ho capito il ragionamento di monsignor Migliore. Mi sembra contorto e
comunque contiene
un salto logico. Non ci si può nascondere che in 91 Paesi gli omosessuali sono
sottoposti a pene
corporali o addirittura alla pena di morte. Mi sembra che le sue affermazioni
siano
contraddittorie...».
Con che cosa?
«Sono incoerenti con tutta la difesa della sacralità della vita umana in cui si
sta impegnando la
Chiesa. C'è una fortissima discontinuità tra questa presa di posizione e la
difesa degli embrioni,
delle persone in stato vegetativo. Si vuole evitare la condanna penale e la
Chiesa cattolica che fa? Si
oppone! Non si sceglie di essere omosessuali, si nasce omosessuali: si difendono
gli embrioni, ma
non milioni di persone che rischiano anche la vita. Mi sembra un segnale
preoccupante ».
Migliore però spiega che dietro il principio, in concreto, potrebbe passare
la scelta «politica»
di favorire i matrimoni omosessuali...
«Sinceramente le motivazioni mi sembrano pretestuose. Un conto è chiedere che
gli Stati non
reprimano la libertà sessuale, un conto è "aprire" al matrimonio omosessuale.
Ripeto, qui c'è un
salto logico che presuppone una paura profonda, quasi panica».
Paura di cosa?
«La Chiesa cattolica deve prendere atto della rivoluzione sessuale. Gli
omosessuali si definiscono
"gay", cioè felici della loro condizione. Una loro unione stabile è da vedere
meglio di legami che
non lo sono, certamente distinguendo queste unioni dal matrimonio tra un uomo e
una donna, che è
un dato universale. Ma pure l'omosessualità esiste in natura, non si sceglie, si
nasce così. Le parole
di Migliore sono davvero troppo dure, anzi, così la Chiesa rischia di essere
poco cattolica».
Poco cattolica?
«Sì, poco cattolica, poco accogliente, non cattolica, cioè non universale, in
fin dei conti, poco
cristiana».
Corriere della Sera 2 dicembre
2008