«Senza rom non c'è più sicurezza, solo fascismo»

intervista a Alex Zanotelli a cura di Andrea Tornago


«Il governo ha una grande responsabilità per ciò che sta accadendo a Napoli: con il suo pacchetto
sicurezza sta incitando al pogrom contro i rom e gli immigrati». Il padre comboniano Alex Zanotelli
è indignato contro il governo e lo dice a gran voce.

Padre Alex, conosce il campo in cui vive la ragazza rom accusata di aver rubato una
bambina?


Sono almeno cinque i campi rom nel quartiere dove è successo il fatto, per cui non so dirlo con
esattezza. Ma bisogna innanzitutto porre l'intera questione all'interno del quartiere Ponticelli. È da
oltre un anno che parliamo di questa tensione tra cittadini napoletani e i rom di quel rione di Napoli,
una situazione molto grave. I napoletani sono estremamente tolleranti, e aggressioni come quelle
accadute ieri non sono usuali in città. C'è una spiegazione però, ed è che Ponticelli è un quartiere
che sta soffrendo, è uno dei quartieri periferici di Napoli dove c'è molta sofferenza, molta sofferenza
umana, che rischia di degenerare in una vera e propria guerra tra poveri. Mentre bruciava il campo
stanotte sono stati arrestati due napoletani che erano entrati per rubare dei generatori. Bisogna tener
conto della composizione sociale di Ponticelli. A questo bisogna aggiungere la situazione che si
apre con il nuovo governo di destra. Se noi non mettiamo insieme le politiche di Berlusconi, il
nuovo pacchetto sicurezza presentato da Maroni...è un clima che si sta respirando grazie ai giornali,
alla televisione. Basta un fiammifero, e scoppia tutto.

È vero, come dicono in molti, che i rom hanno un rapporto problematico con i bambini, che
non rispettano la loro specificità, il loro esser bambini?


Qui siamo come nel mondo di favole in cui i comunisti mangiano i bambini. È vero che il popolo
rom ha degli aspetti culturali che a noi sembrano strani. Io dico che dobbiamo avere rispetto di ogni
diversità culturale. Purché vengano salvaguardati i diritti fondamentali dei bambini. Molte inchieste
sull'argomento poi si sono rivelate non vere, ma i giornali non hanno ritrattato. È chiaro che è molto
facile in povertà essere tentati di usare un bambino, di prostituirlo. Io posso capire, le ho viste
queste cose. Ma bisogna anche dire che non riescono a trovare lavoro, non ho mai visto una
situazione così brutta per i rom come a Napoli. Mi ricordo che quando hanno buttato fuori i rom da
Casoria (nel novembre del 2005, ndr) al prefetto di Napoli ho detto: «solo a Korogocho ho visto
situazioni del genere, nella distruzione delle baraccopoli. Non mi sarei mai aspettato di vedere scene
simili in Italia».

Diceva della difficoltà di trovar lavoro. Fin dove arriva la camorra?

Bisogna proprio tener presente la presenza della camorra. Lo stesso chiedere carità, lavare i vetri,
devono passare attraverso il permesso della camorra. Perché di nomadi a Napoli tra i rom ce ne
sono pochi, queste sono persone che vogliono lavorare, inserirsi, avere un posto dignitoso dove
stare.

Ponticelli è un quartiere operaio e di sinistra. Come si spiega che ci sia la camorra? Come si
spiegano i cori «la lotta è dura e non ci fa paura» mentre si va ad incendiare le baracche?


È la stessa cosa che è avvenuta con il voto operaio per la Lega e per Berlusconi. In una nazione
come l'Italia che è diventata ricca, quello che si chiede prima di tutto è la sicurezza, la sicurezza a
tutti i costi. La sicurezza per chi ha. Con questa ricerca di sicurezza si ritorna all'individuazione del
capro espiatorio. Rom, e immigrati. Il pacchetto sulla sicurezza di Maroni è di una gravità estrema.
Se c'è una cosa di cui i governi oggi hanno paura, è la gente che si sposta. Perché non li possono
controllare.
Ma il governo deve stare molto attento, perché rischia di far scoppiare questo pogrom contro i rom,
perché sono ritenuti i grandi criminali del momento. Fatti fuori questi, noi saremo in pace, e avremo
sicurezza. Ricordiamo che nei campi nazisti non sono morti solo gli ebrei, moltissimi erano rom.
Fanno parte di tutto questo mondo che dev'essere fatto fuori. È gravissimo. Domani lo dirò in faccia
al governo».

il manifesto     15 maggio 2008