«Pulizia etnica a fini commerciali»
«Questa è semplicemente pulizia etnica». La voce di Don Vinicio Albanesi, presidente della
Comunità di Capodarco, impegnata nel reinserimento di disabili e minorenni in difficoltà, schiocca
come una frusta.
La nuova battaglia dell'assessore fiorentino Graziano Cioni contro i mendicanti sui marciapiedi lo
riempie di indignazione: «Il Comune di Firenze vuole fare della città un gran salotto, perfetto per
accogliere turisti danarosi e ingraziarsi i proprietari di bar e trattorie. La maledizione di Dio
scenderà su di loro». La città perfetta non esiste, ricorda don Vinicio, che già aveva tuonato contro
la campagna sui lavavetri, puntando il dito su quei sindaci che pretendono la legalità dai più deboli
senza offrire condizioni di vera legalità al resto dei cittadini, in balìa di abusivismo edilizio e
commerciale. «Si è arrivati al punto che il povero odia il povero perché il modello è quello del
benessere, del maglione nuovo ogni anno. Se non sei in grado di procurartelo, sei emarginato dalla
città». Ma questa logica, assicura il sacerdote, è «non umana».
Don Albanesi, cosa c'è dietro questa crociata contro i mendicanti di Firenze?
L'assessore Cioni e il sindaco Domenici vogliono fare di Firenze un gran salotto, e tutto quello che
non è salotto va soppresso per ingraziarsi commercianti, proprietari di bar e trattorie. Questa è la
logica, non ve ne sono altre. Ma Cioni e Domenici devono sapere che la città perfetta non esiste, e
se da una parte avrai turisti ricchi e cittadini benestanti, dall'altra esisteranno sempre i mendicanti,
quelli che non riescono a vivere normalmente perché sono fuori di testa, i poveri. Se vogliono una
Firenze perfetta allora sopprimano le badanti, i vecchi, chi chiede l'elemosina. E la maledizione di
Dio scenderà su di loro.
Dunque la logica è soltanto commerciale, cioè la volontà di espellere chi può danneggiare i
guadagni dei commercianti e degli hotel?
E' così. Evidentemente una città d'arte come Firenze vuole dare un'immagine perfetta di sé, cosicché
i turisti saranno maggiormente invogliati a spenderci i propri soldi. Che poi i prezzi salgono e può
visitare Firenze soltanto il turista ricco, mentre per gli altri non rimane che starsene a casa. Lo
stesso vale per gli studenti fuorisede e i migranti regolari, ormai non possono permettersi affitti così
alti.
Dopo la crociata contro i lavavetri, scrisse una lettera ai sindaci di Roma, Bologna e Firenze
(«uomini di sinistra») per dire che ormai nelle città gli amministratori usano un «doppio
passo» e cioé da una parte si tollera l'illegalità frequente dell'abusivismo edilizio e del
commercio per poi usare la mano dura con i più deboli come i lavavetri. Secondo lei è più
grave che questo tipo di ragionamento venga fatto da sindaci di centrosinistra?
Viene fatto da sindaci e città che di sinistra non sono affatto, ma che ormai agiscono soltanto per
logica commerciale. Se poi i commercianti sono di destra o di sinistra, se la vedano loro. Quella di
Cioni è una soluzione raffinata, paragonabile a quei quartieri dove si mantengono gli affitti alti così
gli operai e gli stranieri non ci metteranno mai piede. E' una logica da selezione della razza, io la
chiamo pulizia etnica. Una politica insopportabile.
Recentemente si è lamentato del fatto che dai programmi dei partiti è sparita la parola
"povero", sostituita da precario, incapiente, disoccupato. Cosa succede, la parola "povero" fa
paura? O suscita semplicemente vergogna?
Succede semplicemente che l'aspettativa delle persone è quella di vivere in una società ricca,
opulente, forte e simpatica. E il povero non fa parte di questa immagine. Ogni città ha le sue
discariche per la spazzatura? Bene, ormai esistono anche le discariche per gli esseri umani, zone
della città dove si ammassano gli indesiderabili, posti che nessun turista andrà mai a visitare.
Ancora una volta, si inseguono il benessere, la ricchezza e l'opulenza.
Lei è convinto che Firenze vuole diventare soltanto dei ricchi. Ma sono anche i cittadini meno
abbienti a lamentarsi dei poveri. O no?
Certo. I poveri non sopportano i poveri per quello che ho appena detto. Tutti vogliono partecipare
allo stesso benessere. Ormai siamo arrivati ad un punto che se portiamo lo stesso maglione
dell'anno scorso ci sentiamo a disagio. Ma la città offre naturalmente dei punti di eccellenza e dei
punti di problematicità, questo accade in tutto il mondo e non si capisce perché Firenze debba
costituire una eccezione. La città, come la vita, è una serie di punti positivi e negativi. Persone come
gli amministratori di Firenze non vogliono affrontare la vita, vogliono rendere la città non umana.
Cioè disumana.
Che cosa non sopporta dell'approccio di Cioni?
Capirei se avesse detto: ci sono troppi mendicanti, vediamo cosa possiamo fare per toglierli dalla
strada. E invece sceglie la strada della sicurezza pubblica. Qualcuno del Comune è andato a fare una
breve indagine sui marciapiedi per capire chi siano questi mendicanti? Io ho una esperienza di un
certo tipo, so che se non parli con i rom, gli immigranti, i mendicanti non potrai mai trovare una
soluzione. Se non ci vuoi lavorare, allora la soluzione è cacciarli. E poi è questione di statistiche:
non puoi aspettarti che in una città piena di turisti americani e giapponesi pieni di soldi non ci sia
anche una frazione di fuori di testa, poveri e stranieri! E' semplice matematica.
Cioni dice che probabilmente dietro i mendicanti c'è il racket.
Il racket esiste e va spezzato. Ma perché partire proprio dagli ultimi? Se sono povero e non ho nulla
da mangiare, accetterò un pezzo di pane anche da chi mi sfrutta. Il racket si spezza quando si spezza
il bisogno di quel tozzo di pane.
a cura di Laura Eduati “Liberazione” del 2/4/2008