LA FINE DELLA DEMOCRAZIA
"Io sono
d’accordo, com’è ovvio, sui tre punti fondanti il V-Day, cioè il fatto che non
ci siano inquisiti in Parlamento,
che non ci siano gli stessi parlamentari per più di
due legislature e che noi si
possa tornare a votare e a scegliere
i nostri candidati. Ritengo che questo sia un modo per rendere presentabile
qualcosa che presentabile non è, che è indecente, che è una truffa. Questo
qualcosa si chiama democrazia
rappresentativa.
Io ho definito e definisco la democrazia rappresentativa, in modo un po’ brutale
se volete, un modo per metterlo nel c..o alla gente col suo consenso e
soprattutto alla povera gente. Innanzitutto non si è mai capito bene cosa sia la
democrazia rappresentativa: Norberto
Bobbio, che ha dedicato tutta la sua lunga e laboriosa vita a
questo tema, non ne viene a capo. Indica come essenziali della democrazia
rappresentativa una volta nove elementi, una volta sei, una volta tre. Comunque
prendiamo due elementi
che vengono considerati dalla vulgata come essenziali della democrazia, cioè
il voto è uguale –
one man, one vote - come dicono gli anglosassoni ,
il voto è libero. Ebbene, il
voto non è uguale: il consenso è taroccato. Il voto non è uguale per la ragione
definitiva che è stata illustrata da quella che viene chiamata la scuola
élitista italiana dei primi del Novecento,
Gaetano Mosca, Vilfredo
Pareto e Roberto Michels. Dice Mosca: “Cento che agiscano sempre di concerto e
d’accordo prevarranno sempre su mille che agiscano liberamente”. Il consenso non
è libero perché ampiamente condizionato dai mass media che sono in mano ai
soliti noti e che, non a caso, si chiamano
strumenti del consenso.
In realtà la democrazia rappresentativa è un sistema di oligarchie, di minoranze
organizzate, di aristocrazie
mascherate che schiacciano il cittadino singolo, l’uomo libero
che non vuole umiliarsi a infeudarsi in queste oligarchie, i partiti e le altre
lobby economiche o criminali spesso legate insieme. La democrazia
rappresentativa sarebbe ciò di cui il pensiero liberale voleva valorizzare -
meriti, capacità, potenzialità - e il cittadino ideale di una democrazia ne
diventa vittima designata.
Senza fare troppa teoria, lo vediamo tutti che non contiamo niente, che la
nostra voce non è ascoltata. Qualche anno fa, a
Piazza San Giovanni, sono
state radunate un milione di persone su un tema come le
leggi ad personam, un tema
difficilissimo infatti è più facile radunare le persone su temi economici.
Ebbene: non c’è stata nessuna risposta né da destra né da sinistra. Anzi a
sinistra si è detto spesso: “non mi confonderai con un girotondino” come se
andare in piazza non fosse il primo
diritto politico del cittadino che viene prima del voto.
Il problema è della democrazia mondiale, occidentale ma il sistema italiano, e
Grillo l’ha mostrato molto bene, ha delle degenerazioni intollerabili. Diceva
Hans Kelsen, che non
è un marxista e non è un estremista talebano, che la democrazia rappresentativa
è un sistema di finzioni
e sosteneva che sembra che la funzione della ideologia democratica sia quella di
dare ai cittadini l’illusione della libertà, e si chiede fino a quando questa
straordinaria scissione tra realtà ed
ideologia possa continuare. E’ la domanda che mi faccio anche io
da parecchio tempo. Ora, naturalmente, le democrazie nate su bagni di sangue
hanno messo un tappo concettuale, una specie di norma di chiusura sostenendo che
la democrazia sia il fine e la fine
della Storia, per cui noi saremo condannati a morire
democratici. Io credo invece che, come ogni sistema che non rispetta
nessuno dei suoi presupposti,
prima o poi cadrà. Non sarà un unico evento come questo organizzato
meravigliosamente da Beppe, non sarà certamente la generazione di Grillo o della
mia. Ma prima o poi una truffa di questo genere deve essere eliminata. Grazie."
Massimo Fini, intervento al V DAY di Bologna - Blog di B. Grillo 3/1/08
La
democrazia, diciamolo pure, diffida, a buon diritto, dell'intelligenza. E quindi
ha costruito un meccanismo, le elezioni basate sul principio della maggioranza,
che necessariamente e coerentemente premia i mediocri. A scanso del pericolo e
delle dittature, il cui ricor-
do, nel nostro mondo, è recente e ancora bru-
ciante. Ed è proprio dal costante raffronto,
esplicito e implicito, con le dittature che la de-
mocrazia liberale trae oggi il suo maggior moti-
vo di credibilità presso le opinioni pubbliche
occidentali, come se si trattasse di un "aut aut"
e non fossero mai esistiti, non esistano, non
possano esistere e non siano nemmeno immagi-
nabili sistemi diversi dall'una e dalle altre."
[da: "Sudditi" di Massimo Fini]