"NON PUÒ FARE IL
COSTITUZIONALISTA: CON LUI UN CREDENTE SU QUATTRO"
Intervista a Giovanni Franzoni
Giovanni Franzoni, 77 anni, dal 1965 al 1973 "dom" Franzoni come abate della
comunità di San Paolo a Roma poi sospeso "a divinis" e ora animatore di comunità
cristiane di base (sposato da anni) parla di Camillo Ruini e ridacchia
ripensando agli anni del seminario: "Studiammo insieme al Collegio Capranica di
Roma. Io ero già al terzo anno di filosofia quando lui entrò al primo. Per me è
quasi un ragazzo... io lavorai al Concilio, lui no. Se lo incontrassi a quattr'occhi
saprei come rimetterlo a posto. Ma mi evita...".
Cosa pensa del discorso di Ruini?
"Vorrei premettere che da molto tempo la mia protesta su Ruini riguarda lo
spazio che gli viene concesso in televisione, in particolare dal servizio
pubblico televisivo".
In che senso?
"Nel senso che l'opinione di Camillo Ruini non conta. E non deve contare. Si
tratta di una visione privata del presidente dei vescovi italiani. Lui ha la
piena libertà di dire ciò che crede agli uomini che dipendono da lui. Ma se il
risalto è questo, siamo di fronte a una forma grave di interferenza che potremmo
definire "mediatica"".
Dunque si tratta di un'inter-ferenza più legata all'effetto della comunicazione
che alla materia trattata?
"È così. Ruini parla, l'eco è vastissima e così le forze politiche sono
costrette a reagire. Ruini ha di fatto aperto un conflitto all'interno del
centrosinistra grazie a questa sovraesposizione assurda. Ho visto che, sulle
famiglie di fatto, Prodi e Violante si sono accodati a Ruini tentando di
dimostrare che le loro posizioni non erano in contraddizione. Invece la vera
risposta era questa: non hai titolo ad esprimerti su questi argomenti. Il fatto
grave è che il cardinale ha tirato in ballo la Costituzione e ha parlato di
"danno per il popolo italiano" a proposito dei Pacs".
E dove sarebbe il problema?
"Il problema è molto semplice. Che per interpretare la Costituzione basta e
avanza la Corte Costituzionale, che ha esattamente questo compito".
A suo avviso qual è l'intenzione del cardinale Ruini?
"Evidentemente ribadire quel principio egemonico che già aveva accreditato per
se stesso durante il referendum sulla procreazione assistita invitando a non
andare a votare. Questo, sì, è stato davvero anticostituzionale. Perché è giusto
che i cittadini abbiano il pieno diritto di votare o di non votare. Ma non è
costituzionale che i parroci espongano in chiesa veri e propri manifesti in cui
si invita a disertare le urne la domenica stessa delle votazioni, quindi a
campagna ampiamente chiusa".
Come avrà saputo, il cardinale ha parlato anche di intercettazioni telefoniche e
di diritti.
"Così diventa un vero sovra-Prodi, un vero sovra-Berlusconi. Viene trattato come
succedeva ai Papi di un tempo che si pronunciavano sulla nomina
dell'im-peratore. È un'autentica venerazione in tv. Un'iperbolìa. Perché allora
non concedere lo stesso spazio a protestanti, ebrei, musulmani? Vorrei infine
ricordare che Ruini non ha l'influenza sulla totalità dei cattolici. Solo il 24%
di loro obbedisce alle visioni della Chiesa sulla sessualità. Questo, Ruini lo
sa? E lo sanno soprattutto quelle tv che gli regalano tanto spazio
trasformandolo in un interlocutore così straordinario?".
di Paolo Conti Corriere della Sera - 20 settembre 2005