Nudi senza di noi
«Il decreto di espulsione dei clandestini deve essere immediato e aver valore
retroattivo. L'aspetto
delinquenziale va considerato intrinseco alla stessa clandestinità.
Insomma - disse il senatore
alzando il tono della voce in modo darle un timbro di aggressività - si deve
prendere atto che
l'estracomunitario che entra e vive da clandestino in Italia è uno che con ciò
stesso commette
violazione di domicilio e quindi è un delinquente e quindi deve essere
immediatamente rimandato
da dove è venuto, col suo fagotto di roba».
I senatori votarono, il capo del governo annuì gongolando, firmò e dette subito
disposizioni
adeguate perché la cacciata iniziasse immediatamente. In quel preciso momento
avvenne un fatto
che sconvolse l'asettica noia dell'emiciclo di Palazzo Madama. Un vento
impetuoso spogliò
l'incauto oratore di tutti i vestiti comprese le mutande. La stessa cosa accadde
al capo del governo e
a molti dei colleghi.
L'imbarazzo fu grande anche perché prendevano il volo perfino le coperte con cui
i questori, essi
pure denudati in tutto o in parte, tentavano di coprire le proprie e altrui
nudità. Il ministro
dell'interno riuscì finalmente a trovare un telefono. Dall'altra parte della
linea una voce concitata
spiegò che si stava attuando il decreto di espulsione. Si stavano già muovendo
gli aerei stracarichi
di clandestini, compresi tutti i clandestini trovati nella fabbrica di filati
«Neri & C.» e nella fabbrica
di confezioni «Bianchi & C.» e nel calzaturificio «Rossi & C.». Se ne
dedusse che forse quel vento
che aveva denudato i senatori era da metter in qualche modo in relazione con
l'espulsione. Sebbene
non si capisse bene come, forse il decreto retroattivo portava via non solo i
clandestini, ma anche la
ricchezza e i beni che essi avevano prodotto.
Il ministro confabulò concitatamente col presidente del consiglio il quale
comunicò che si prendeva
la dolorosa ma inevitabile decisione di annullare la cacciata. Altre firme,
altre disposizioni. In un
baleno i senatori si ritrovarono indosso i loro vestimenti compresa la cravatta,
stretta intorno al collo
forse con particolare vigore.
don Enzo Mazzi il manifesto 28
febbraio 2010