Nessuna «breccia»
dal Vaticano
Leggo su un giornale che il Vaticano «vince la battaglia di Porta Pia», quella
che aveva perduto 150
anni fa, quando i soldati italiani erano entrati nella famosa «breccia» della
capitale. Dopo la
sconfitta, Pio IX si era chiuso in Vaticano e con il famoso «non expedit
» aveva proibito ai cattolici
di partecipare alla vita politica italiana. Il generale Cadorna, con la delega
ricevuta dal governo
italiano, riconosce la giunta provvisoria di Roma e provincia, presieduta da
Michelangelo Caetani.
Questa è la storia di ieri che non si può non ricordare oggi,
quando si celebrano i 150 anni da Porta
Pia. Ma il Vaticano è riuscito a ottenere che nella serie di incontri e
celebrazioni i relatori siano
totalmente graditi oltre Tevere. Non è stato facile. Lo stesso Marcello
Veneziani si è visto bocciare
dalla Segreteria di stato della Santa Sede il titolo di un convegno che aveva
proposto: «Pio IX il
Papa Re». Il Vaticano ha preferito una dizione più accomodante: «Pio IX e la
città di Roma». Gli
anti clericali non possono esultare. D'altronde in un convegno tenuto nel
1970 per la prima volta un
delegato papale aveva definito la caduta del potere temporale come «un segno
benevolo della divina
provvidenza per la chiesa». Non sono poche le «brecce» che il
Vaticano vorrebbe correggere o
addirittura cancellare in Italia e altrove, sia nel lontano passato che nel
vicino presente. Ma la storia
mantiene fermi i suoi capitoli e li rinnova nonostante i tentativi di
rinnegarli. Speriamo che sia così
anche per le vicende legate all'Unità d'Italia.
Filippo Gentiloni il manifesto 3
agosto 2010