NEL GORGO

 

Donne intelligenti - Castellina, Spinelli, Sgrena - qui [negli interventi apparsi nell'ultimo numero di "Nonviolenza. Femminile plurale" - ndr] mostrano bene come, in questi tempi avvelenati di guerra, l'alternativa non e' tattica, o politica, neppure solo morale, ma appena logica e vitale.

Governanti pazzi - uomini dalla ragione umana dimezzata - credono di poter usare la guerra, cio' che e' fuor di ragione ("alienum a ratione"; Giovanni XXIII nel 1963), per salvare la vita mediante la morte, che e' l'opposto della vita. Non sanno - ignoranza somma - che la vita o e' comune - vita tua vita mea - o non e' vita, ne' buona ne' giusta ne' sicura.

Nella guerra fredda, sotto la pericolosissima minaccia reciproca, c'era la silenziosa alleanza per vivere, per non distruggersi. Non era una bella condizione, ma la ragione minima funzionava ancora. Bobbio avvertiva che un monopolarismo sarebbe stato peggiore del bipolarismo.

L'impero occidentale vinse la guerra fredda, nel 1989, con l'arma dello sfiancamento economico dell'avversario e col fascino del consumismo dissipativo, miseria brillante, sulle popolazioni che quello assoggettava.

Da allora, l'occidente credette, nella totale follia che e' la condanna fatale della potenza e della ricchezza separate dall'umanita', di potere usare la guerra, di potere spegnere con la guerra le pretese e le audacie di chiunque sollevasse la testa, di poter fare giustizia con la guerra, che e' piu' ingiusta della pena di morte.

Della propria potenza fece la propria fede, arrivando a pensare che la storia aveva raggiunto in cio' la propria meta, il paradiso e la salvezza.

La prima guerra del Golfo, nel 1991, con coperture formali di legittimita' internazionale (ristabilimento della sovranita' violata del Kuwait), fu la folle rilegittimazione della guerra come metodo di giustizia, che nel 1945 le nazioni e le costituzioni migliori avevano bandito e proibito.

L'uso della guerra ha liberato la morte, prima trattenuta, contro la vita.

Se, nella razionalita' brutta ma vitale ancora vigente nella guerra fredda, minacciare la morte garantiva reciprocamente la vita del minacciante come del minacciato, la liberta' di uccidere perche' si e' piu' forti toglie ogni garanzia agli uni e agli altri. Se tu hai il potere della mia morte, io ho il potere della mia morte insieme alla tua. La logica di Sansone e' tornata di attualita'. Il gesto orrendo e solenne dell'11 settembre, la potenza dei morituri contro il simbolo della potenza, ha cambiato il gioco: e' stata apocalisse, che significa rivelazione.

Questa logica e' dilagata. Se la morte serve, giochiamo a chi ne da' di piu'. L'arma assoluta e' la dotazione del kamikaze: la tua minaccia e' nulla, perche' la mia morte la metto io nel gioco, con la tua. La potenza Usa e i suoi alleati, la parte regnante e stolta dell'antico occidente, e' caduta nell'immane tranello. Ha creduto di domare la morte con la morte, ed e' precipitata nel mulinello della sua danza infernale, vorticosa, senza uscita fino a quando non si perde la fede nella morte e si smette di uccidere e si comincia a vivere quella vita che non e' mia se non e' anche tua, e dunque implica anche la giustizia economica e il rispetto delle civilta'.

Siamo nel gorgo. La piu' piccola mossa per afferrare un ramo che ci tragga fuori dal vortice, oggi e' positiva, e' l'inizio della sapienza della vita, se saremo in tempo. Forse la prima mossa necessaria e' ritrovare la ragione sana, e giudicare i pazzi oggi al timone del mondo.

 

Enrico Peyretti        La Nonviolenza è in cammino N° 1364 del 22 luglio 2006