NECROLOGIO DEL LIBERISMO SELVAGGIO 

SCHIAVITÙ ATTUALE

Secondo un rapporto dell’Organizzazio­ne internazionale del lavoro (I.L.O) circa 1 2,3 milioni di persone al mondo sono vittime della schiavitù. L’I.L.O. stima a 32 miliardi di dollari all’anno i guadagni realizzati con il lavoro forzato di uomini, donne e bambini: metà degli schiavi sono bambini. La regione dove si trova il mag­gior numero di schiavi è l’Asia, con 9,5 milioni di lavoratori forzati. Il rapporto ondine su: www.ilo.org/ public/

(Qualevita – Giugno 2005)

 

SCHIAVITÙ IN ITALIA

Aosta. Un giovane marocchino, Ahmed Naghim, è stato segregato e ridotto in schiavitù da due allevatori valdostani che ogni notte, dopo averlo fatto lavorare per sedici-diciotto ore senza dargli uno lira, lo rinchiudevano in uno sgabuzzino chiu­so dall’esterno: la mattina lo tiravano fuori e lo riportavano a lavorare nelle stalle.

Questa storia è durata un anno e quando il fratello della vittima è venuto a liberarla i “padroni”, aiutati dai figli, l’hanno ag­gredito rapinandolo di ciò che aveva ad­dosso. Alla fine i carabinieri hanno libe­rato lo “schiavo” e arrestato i due allevatori.

(Qualevita - Giugno 2005)

 

Ieri, 21 Settembre, sul New York Times :

 LA DISUGUAGLIANZA CRESCE A NEW YORK

La Trump Tower sulla Quinta strada è a soli sessanta isolati dalla Wagner House, un comples­so di caseggiati popolari di East Harlew, ma è come se la distanza fosse di anni luce. Si tratta di luoghi che, sulla scala del reddito di Manhattan, rappresentano l’apice e il baratro. Una scala dove la differenza tra ricchi e poveri è adesso maggiore che in qualsiasi altra contea del Paese. Questo da­to è tratto da uno studio da cui risulta che il Bronx è la contea più povera d’America, e che suggerisce che nello Stato di New York il ceto medio sta scomparendo.

A Mahhattan, chi guadagna di più (il quinto della popolazione) ha un reddito 52 volte superiore a quello dei residenti più poveri (anche qui, un quinto della popolazione): 365.826 dollari contro 7.047. Una differenza che l’indagine del Times sui dati sulla popolazione paragona alla disparità di reddito in Namibia. In altre parole per ogni dol­laro che entra nelle case del quinto ‘ricco’ della popolazione in quelle del quinto ‘povero’ entrano solo 2 centesimi. Si tratta di un aumento sostan­ziale del divario di reddito. Nel 1980, il quinto ricco della popolazione guadagnava ventun volte quello che entrava al quinto povero. Nel 1990, i ricchi di Manhattan guadagnavano 32 volte più della media dei poveri: 174.486 dollari contro 5.435.

Lo studio è stato effettuato per il Times da Andrei A. Beveridge, professore di Sociologia al Queens College della City University di New York.

Questa crescente disparità ha fatto salire New York ai vertici della classifica delle città con mag­giori differenze di reddito, passando dall’undicesi­mo posto del 1980 al quarto nel 2000, dopo Atlanta, Berkley, in California, e Washington. ‘Gli aumenti del reddito vanno tutti al ricchi”, dice Beveridge. “E una differenza di classe enorme”.

La perdita di buoni posti di lavoro, specialmente nel settore manifatturiero, “ha comportato un ve­loce allontanamento del ceto medio dalla distribu­zione del reddito”, conclude lo studio, effettuato da un gruppo di ricerca appoggiato dai sindacati.

SAM ROBERTS   (The New York Times International Weekly del 21 settembre 2005)

 

Chiudo gli occhi e sogno un mondo diverso.

Chiudo il pugno e lotto per un mondo diverso.

Apro il cuore e prego per un mondo diverso!