E' agghiacciante quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi in questo
nostro paese.
I campi Rom di Ponticelli (Na) in fiamme, il nuovo pacchetto di
sicurezza del ministro Maroni, il montante razzismo e la pervasiva
xenofobia, la caccia al diverso, la fobia della sicurezza, la nascita
delle ronde notturne offrono una agghiacciante fotografia dell'Italia
2008.
«Mi vergogno di essere italiano e cristiano», fu la mia reazione
rientrato in Italia da Korogocho, all'approvazione della legge
Bossi-Fini (2002). Questi sei anni hanno visto un notevole peggioramento
del razzismo e xenofobia nella società italiana, cavalcata dalla Lega
(la vera vincitrice delle elezioni 2008) e incarnata oggi nel governo
Berlusconi (posso dire questo perché sono stato altrettanto duro con il
governo Prodi e con i sindaci di sinistra da Cofferati a Dominici...).
Oggi doppiamente mi vergogno di essere italiano e cristiano.
Mi vergogno di appartenere ad una società sempre più razzista verso
l'altro, il diverso, la gente di colore e soprattutto il musulmano che è
diventato oggi il nemico per eccellenza.
Mi vergogno di appartenere ad un paese il cui governo ha varato un
pacchetto-sicurezza dove essere clandestino è uguale a criminale.
Ritengo che non è un crimine migrare, ma che invece criminale è un
sistema economico-finanziario mondiale (l'11% della popolazione mondiale
consuma l'88% delle risorse) che forza la gente a fuggire dalla propria
terra per sopravvivere.
L'Onu prevede che entro il 2050 avremo per i cambiamenti climatici un
miliardo di rifugiati climatici. I ricchi inquinano, i poveri pagano.
Dove andranno? Stiamo criminalizzando i poveri?
Mi vergogno di appartenere ad un paese che ha assoluto bisogno degli
immigrati per funzionare, ma poi li rifiuta, li emargina, li umilia con
un linguaggio leghista da far inorridire.
Mi vergogno di appartenere ad un paese che dà la caccia ai Rom come se
fossero la feccia della società. Questa è la strada che ci porta dritti
all'Olocausto (ricordiamoci che molti dei cremati nei lager nazisti
erano Rom!). Noi abbiamo fatto dei Rom il nuovo capro espiatorio.
Mi vergogno di appartenere ad un popolo che non si ricorda che è stato
fino a ieri un popolo di migranti («quando gli albanesi eravamo noi»):
si tratta di oltre sessanta milioni di italiani che vivono oggi
all'estero. I nostri migranti sono stati trattati male un po' ovunque e
hanno dovuto lottare per i loro diritti. Perché ora trattiamo allo
stesso modo gli immigrati in mezzo a noi?
Cos'è che ci ha fatto perdere la memoria in tempi così brevi? Il
benessere?
Come possiamo criminalizzare il clandestino in mezzo a noi? Come
possiamo accettare che migliaia di persone muoiano nel tentativo di
attraversare il Mediterraneo per arrivare nel nostro "Paradiso"? E' la
nuova tratta degli schiavi che lascia una lunga scia di cadaveri dal
cuore dell'Africa all'Europa.
Mi vergogno di appartenere ad un paese che si dice cristiano ma che di
cristiano ha ben poco. I cristiani sono i seguaci di quel povero Gesù di
Nazareth crocifisso fuori le mura e che si è identificato con gli
affamati, carcerati, stranieri. «Quello che avrete fatto ad uno di
questi miei fratelli più piccoli lo avrete fatto a me».
Come possiamo dirci cristiani mentre dalla nostra bocca escono parole di
odio e disprezzo verso gli immigrati e i Rom? Come possiamo gloriarci di
fare le adozioni a distanza mentre ci rifiutiamo di fare le "adozioni da
vicino"?
Come è possibile avere comunità cristiane che non si ribellano contro
queste tendenze razziste e xenofobe? E quand'è che i pastori prenderanno
posizione forte contro tutto questo, proprio perché tendenze necrofile?
Come missionario, che da una vita si è impegnato a fianco degli
impoveriti della terra, oggi che opero su Napoli, sento che devo
schierarmi dalla parte degli emarginati, degli immigrati, dei Rom contro
ogni tendenza razzista della società e del nostro governo.
Rimanere in silenzio oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di
domani.
Vorrei ricordare le parole del pastore Martin Niemoeller della Chiesa
confessante sotto Hitler:
«Quando le SS sono venute ad arrestare i sindacalisti, non ho protestato
perché non ero un sindacalista. Quando sono venute ad arrestare i Rom
non ho protestato perché non ero un Rom.
Quando sono venute ad arrestare gli Ebrei non ho protestato perché non
ero un Ebreo… Quando alla fine sono venute ad arrestare me non c'era più
nessuno a protestare».
Non possiamo stare zitti, dobbiamo parlare,gridare, urlare. E' in ballo
il futuro del nostro paese, ma soprattutto è in ballo il futuro
dell'umanità anzi della vita stessa.
Diamoci da fare perché vinca la vita!
Alex Zanotelli liberazione
24/05/2008 |