Lo scontro su Darwin

Non appena si riapre il dibattito fra la dottrina cattolica e la cultura moderna l'evoluzionismo torna in prima pagina. Anche se i passi avanti compiuti dal Vaticano negli ultimi decenni sembravano decisivi. Così non è stato, anche perché le concessioni cattoliche all'evoluzionismo non sono state prive di ambiguità. E il creazionismo continua a essere una, forse la, bandiera di tutti i «teocons», una carta d'identità dei cristiani conservatori, soprattutto cattolici, ma non solo. Molti, e potenti, al di là dell'Oceano, ma non pochi anche dalle nostre parti. Contro Darwin è intervenuto anche il cardinale di Vienna Schoeborn: «Negare un piano nell'universo sarebbe un'abdicazione dell'intelletto». E Moratti ha cercato di rimettere in discussione le teorie di Darwin anche nelle nostre scuole, ma senza successo (si può leggere tutta la vicenda nel Libro nero del governo Berlusconi di Guido Alborghetti) Non si può negare che il colpo assestato da Darwin alla dottrina cattolica era stato gravissimo. Colpendo il creazionismo, crollava tutto l'edificio biblico e dogmatico. E le prove a favore dell'evoluzionismo erano apparse talmente forti da costringere la dottrina cattolica a una revisione, anche se parziale e non senza contraddizioni. Dio si salvava perché interveniva all'inizio di tutto e poi al momento dell'immissione nella «scimmia» dell'anima umana, spirituale e immortale. Buona parte della cultura cattolica aveva dovuto accettare il compromesso, non senza perplessità. E nel conflitto fra scienza (ragione) e fede, la prima era apparsa vincente. Vittoria non definitiva, come gli eventi recenti hanno confermato.

D'altronde un'accettazione sincera dell'evoluzionismo comporterebbe una visione nuova di tutta la dottrina: il ruolo di Dio nel mondo, la spiritualità e immortalità dell'anima, il bene e il male. E' logico che tutti i «conservatori» continuino la loro battaglia. E' difficile difendere una limitata accettazione dell'evoluzionismo senza rivedere tutta la dottrina. Al Dio della tradizione (Dio «tappabuchi» diceva Bonhoeffer) non è facile per il credente cattolico sostituire un concetto diverso che metta d'accordo Darwin con la Bibbia e le decisioni vaticane. Vedremo se il nuovo papa lo vorrà e potrà aiutare.

 

FILIPPO GENTILONI     il manifesto 13/11/05