Lezione di giornalismo indipendente.

 Il telefono di Bruno Vespa squilla: "Pronto?". "Bruno? Salvatore" è Sottile, portavoce di Fini “senti, come è strutturata la trasmissione?", "dipende da voi" risponde Vespa. Dipende da voi. È forse questa la frase che meglio descrive il baratro dentro il quale si è sigillata l'Italia.

Oggi abbiamo le prove di quel che sosteniamo da tempo. Queste rivelazioni non ci stupiscono, come non stupiscono quelle su Moggi, Fiorani, Previti, Andreotti, Kissinger, il Conte Dracula e Willy il Coyote. La fame è fame. E quando un personaggio pubblico fa della sua voracità un diritto da esercitare quotidianamente poco importa conoscere il resto delle sue abitudini. Se lo invitiamo a cena e si mangia il primo, il secondo, il contorno e poi ancora il piatto, la tovaglia, le sedie, il frigorifero, tutto quello che si può fare è prendere atto del suo appetito sovraumano. Quanta importanza ha sapere che prima di sedersi a tavola non si è lavato le mani? Nessuna. Per questo oggi non ci stupiamo. Sappiamo da tempo che Bruno Vespa è una spia del potere politico, un infiltrato nel mondo dell'informazione.

I giornalisti fanno domande (possibilmente scomode) ai politici, non ne assecondano il narcisismo. Hanno l'onere di raccontare la verità al resto dei cittadini, non la missione di distrarli con diversivi e cretinerie. Devono rimanere imparziali e indipendenti, non far scegliere al padrone più forte con chi si vuole misurare. È una questione di democrazia. Per questo Bruno Vespa non è più un giornalista al servizio dei cittadini, ma un lobbista al servizio del potere.

Il potere non sarebbe tale se non riuscisse a decidere regole e costumi. Non potrebbe costituirsi, né consolidarsi. Il potente è potente perché ha piegato valori pubblici a interessi privati. Se smettesse di comportarsi in questo modo perderebbe la sua posizione e la sua potenza. E garantendo altri potenti si assicura l'altrui garanzia. Un gioco banale, ma spietato. Capace di assicurarsi una perpetua impunità. Per questo motivo Bruno Vespa non verrà fucilato.

E qui l'ordine degli addendi cambia: una conto è non stupirsi per la notizia di reato, altra cosa è rassegnarsi all'impunità del colpevole. Perché oggi siamo sicuri che per quanto gravi siano le prove a carico dei potenti, mai nessuno sarà punito seriamente? Lo chiedo a chi in questo Paese vive da più tempo di me: da quale preciso momento storico la società italiana ha deciso di rassegnarsi all'evidente e dimostrata illegalità del potere? Quando abbiamo deciso di delegare a questo sistema le sorti della democrazia e la rappresentanza dei nostri interessi?

È un sistema molto simile a quello della P2, in grado di legare in un patto di sangue politica, finanza e informazione, con l'obiettivo (raggiunto) di allontanare i cittadini dalle sedi decisionali e narcotizzare la loro capacità di reazione. Unica differenza: gli accoliti di Gelli avevano almeno il ritegno di incappucciarsi. I massoni moderni no, lavorano alla luce del sole, senza imbarazzo, davanti a un pubblico di milioni di spettatori. Anche questo è declino.

Il centrosinistra ha una parte importante in questa triste commedia e la interpreta anche piuttosto bene, perché ormai incapace di cedere a sentimenti di vergogna. Lo dimostra il fatto che di fronte all'evidenza di tanta scorrettezza nessun partito né leader del cosiddetto centrosinistra abbia ancora denunciato la gravità di quanto accaduto. Sono anche loro coinvolti? Anche i loro portavoce accomodano i dibattiti televisivi? Perché tacciono? Sono rappresentanti del popolo, difensori della democrazia e delle sue regole, o sono parte dell'oligarchia al potere, compromessi con lo sporco sistema che si erano impegnati a cambiare? Non ci vengano a raccontare che sono impegnati nella campagna referendaria.

Se Daniele De Rossi non rispetta le regole del gioco e spacca la faccia a un avversario viene giustamente punito. Se Bruno Vespa infrange le più elementari norme deontologiche viene premiato. Quanto tempo ancora sopporteremo l'impunità dei potenti, la collusione del centrosinistra, la viltà di giornalisti piegati al volere politico, pronti ad accontentare con un “Dipende da voi” l'egotismo del potere? Per quanto tempo ancora sopporteremo? Dipende da noi. Solo ed esclusivamente da noi.


 Francesco De Carlo    Megachip